« […] quel ch’a par sculpe e colora, Michel, più che mortale, Angel divino » scriveva Ludovico Ariosto nell’Orlando furioso, omaggiando il Michelangelo Buonarroti, architetto, scultore, pittore e poeta protagonista del Rinascimento italiano. Chiunque riconosce le opere come traguardi insuperabili dell’ingegno creativ, dal David agli affreschi nella Cappella Sistina.
Michelangelo fu un artista tanto geniale quanto irrequieto, vissuto tra il 1475 e il 1564. Egli nacque il 6 marzo 1475 a Caprese. Nell’aprile 1488 venne collocato a bottega presso i Ghirlandaio tuttavia non vi rimase a lungo, grazie all’ammirazione di Lorenzo il Magnifico poté venire a contatto anche con gli altri umanisti della cerchia medicea. Alla fine del 1495 si recò a Roma conquistandosi in pochi anni vastissima rinomanza con la Pietà vaticana. Tornò a Firenze e l’opera che maggiormente impegnò l’artista fu il David marmoreo. Nel marzo 1505 ebbe da parte di Giulio II l’incarico di costruire il monumento funebre del pontefice ma quando, dopo la scelta e l’estrazione dei marmi presso Carrara, Michelangelo tornò a Roma il pontefice gli annullò l’incarico. Nel maggio 1508 sottoscrisse il contratto per la decorazione ad affresco della volta della Cappella Sistina. Terminati gli affreschi della Sistina riprese i lavori per la sepoltura di Giulio II a questi succedette nel 1513 Leone X, il cardinale Giovanni de’ Medici, figlio di Lorenzo. Michelangelo nel 1534 si stabilì a Roma, accogliendo l’invito di Clemente VII e l’incarico di dipingere sulla parete dell’altare nella Cappella Sistina il Giudizio universale. Con il Giudizio l’opera di Michelangelo appare rivoluzionaria e polemica. Negli ultimi vent’anni gli interessi del Buonarroti si spostarono sull’attività architettonica. Nelle sculture degli anni estremi si rivela un conflitto insanabile con le forme e gli ideali d’arte del Rinascimento. Michelangelo si spense a ottantotto anni il 18 febbraio 1564.
A 450 anni dalla sua morte, abbiamo voluto celebrare il suo anniversario rispolverando quei libri dedicati alla sua mente brillante, ricordando quanto importante sia studiare e scoprire la storia dell’arte.
Ricordiamo “Michelangelo Buonarroti. Storia di una passione eretica”, edito da Einaudi, in cui l’autore, Antonio Forcellino si addentra in un’indagine sull’artista e sulla sua opera più controversa, la Tomba di Giulio II, il Papa. Un’opera sulla quale Michelangelo lavorò per oltre 40 anni, definendola “la tragedia della sepoltura”, decifrando gli indizi ambigui di cui è disseminata. Per chi vorrebbe approfondire le vicende legate alla vita dell’artista fiorentino, potrebbe interessare: “Michelangelo. Una vita inquieta” dello stesso autore, edito da Laterza.
Giulio Carlo Argan e Bruno Contardi scrivono “Michelangelo architetto”, focalizzandosi sugli aspetti tecnici delle architetture realizzate dall’artista. Per chi invece predilige letture più scorrevoli, ma ugualmente edificanti, consigliamo il saggio edito dalla Rizzoli: “Il papa e il suo pittore. Michelangelo e la nascita avventurosa della Cappella Sistina”, a cura dello scrittore Ross King; il quale tratta gli aspetti legati alla realizzazione difficile e travagliata della Cappella Sistina a Roma e relativi dissidi interiori del genio, che con la pittura aveva meno dimestichezza.
Fonte: Booksblog