Quando si pensa al poker e a come sia penetrato nella cultura contemporanea, la prima cosa che viene in mente è sicuramente la saga di James Bond – soprattutto le pellicole cinematografiche. Ma poker e letteratura sono due mondi più intrecciati di quanto si creda: sono numerosi, infatti, i romanzieri che si sono lasciati ispirare dal tavolo verde.
Il fascino del gioco d’azzardo, che oggi coinvolge sempre più registi che trovano nei casinò i migliori set per i propri film, ammalia scrittori famosi da secoli: storie, ambientazioni e protagonisti diversi, ma tutti accomunati dal gioco. E come ogni universo, anche il gioco ha il suo sovrano, il suo rappresentante per antonomasia: quando si parla di gioco d’azzardo, l’emblema è il poker, gioco di carte di grande strategia che negli anni non ha smesso di evolversi. Sono diverse, infatti, le versioni, le opzioni di tornei e le modalità di gioco: basti pensare che oggi non serve necessariamente un mazzo di carte, ma è sufficiente uno smartphone!
Non giocavano online, ma i protagonisti dei seguenti romanzi amavano il gioco d’azzardo:
Il giocatore – Dostoevskij
Si tratta indubbiamente del romanzo simbolo del gioco d’azzardo, tema trattato dall’autore con brutale schiettezza. Al centro della storia c’è un impiegato che cade nel vortice del vizio, descritto da Dostoevskij con estrema precisione.
La musica del caso – Auster
Il protagonista è Jim Nashe, un vigile del fuoco che si ritrova fra le mani una cospicua eredità. Il protagonista decide di partire per un viaggio in automobile negli Stati Uniti, dove conosce un giocatore di poker professionista con cui partecipa a un torneo. È a questo punto che la trama viene condita da esperienze surreali.
La mano sbagliata – Guenassia
È la storia di un giovane ragazzo fortunato: è bravo in quella che è la sua più grande passione, il poker, e ha sposato la figlia di uno dei migliori avvocati di Parigi. Eppure Baptiste Dupré è insoddisfatto, e coltiva il sogno di diventare il miglior giocatore di poker mai esistito.
I’m all in – Cannizzaro
Un quarantenne si trova a vivere la classica crisi di mezza età: non ha interessi né stimoli fino al giorno in cui scopre il poker e i tornei internazionali. Questa passione cambia il protagonista in maniera profonda.
Poker con la morte. Un’indagine genovese di Matteo de Foresta – Menini
Ecco che anche nella letteratura fa la sua comparsa il poker online: questo romanzo viene pubblicato nel 2017 e racconta le vicende di un giornalista che indaga sulla morte del cugino di un suo amico. Le tracce lo portano sulle orme di un giocatore di poker online.
La carta maledetta – Boccalatte
È un romanzo dove il mistero e l’esoterismo incontrano il poker. È infatti da un torneo organizzato su uno yacht di lusso che prende vita la storia, ed è nel corso di un evento di gioco che Jean Prest prevede quale sarà l’ultima carta voltata sul tavolo – fatto che sancisce l’inizio di una serie di vicende incontrollabili.
Dead Money – Stegemoeller
Il titolo del libro suggerisce immediatamente che dal gioco all’assassinio il passo è breve. Il protagonista decide di partecipare a un torneo di Texas Hold’em e viene inserito nella lista dei sospettati quando un leggendario pokerista scompare. L’obiettivo si fa duplice: vincere il torneo e dimostrare la propria innocenza.
Quell’ultima mano di poker – Malavolta
A farla da padrone qui è il videopoker. Una donna porta a casa un’importante vittoria, e subito dopo scompare improvvisamente nel nulla. Inoltre, c’è chi ha dubbi sulla legittimità della vincita, poiché pare che la giovane abbia sviluppato un’app per truffare il videopoker.
Soprattutto in epoca moderna e contemporanea, insomma, il poker ha offerto ai romanzieri parecchi spunti. Questo è stato possibile anche perché molti scrittori hanno vissuto in prima persona la passione per il tavolo verde. È il caso, per esempio, del già citato Fëdor Dostoevskij, che scrisse “Il Giocatore” per saldare proprio dei debiti di gioco. Il rapporto fra il russo e il gioco d’azzardo divenne addirittura oggetto del saggio “Dostoevskij e il parricidio” di Sigmund Freud, convinto che i conflitti insoluti con il padre abbiano portato l’artista russo alla ludopatia.
Ma Dostoevskij non era certamente l’unico: anche Mark Twain era un amante del tavolo verde ed esperto giocatore di poker. Addirittura, un casinò nello Stato del Missouri porta il suo nome!