Cinquanta anni fa moriva l’immenso poeta, drammaturgo, critico letterario Thomas Stearns Eliot, statunitense naturalizzato inglese, precoce genio della poesia inglese, tanto che alcune sue poesie vengono pubblicate sul giornalino scolastico. Insignito del premio Nobel nel 1948 per il suo contributo alla poesia contemporanea. Antivittoriano, partecipa allo sviluppo del Modernismo, che rivoluziona tutte le arti, recuperando la poesia del ‘600. Grande studioso di Dante Alighieri, a cui dedica uno dei saggi più celebri.
Foriero di una nuova dimensione l’incontro con Conrad Aiken, a cui si lega con una profonda amicizia. La lettura di Ezra Pound lo avvicina alla poesia provenzale e stilnovistica. Le disavventure familiari lo accostano alla religione, sicché la sua produzione conosce due fasi: una caratterizzata da pessimismo e tinte tenebrose, l’altra più solare, illuminata dalla fede. Il precoce talento lo accostò a Henri Bergson e al simbolismo francese, portandolo a creare il cosidetto “ correlativo oggettivo” cui si ispirò non poco il poeta italiano E. Montale. La poesia si nutre così di immagini che si fanno concrete, e che attraverso la loro concretezza danno la misura esatta del “ male di vivere”. Tutti abbiamo presente “ Non chiederci la parola” di E. Montale; ebbene, quelle immagini realistiche che troviamo nella sua poesia hanno un anticipatore proprio in Eliot, per il quale l’immagine non è più simbolo nell’accezione medioevale, romantica o simbolista, ma è corrispondenza con qualcosa di assolutamente oggettivo, concreto, non personale.
Il “ correlativo oggettivo” è il dato più forte e significativo della sua poesia, che ha lasciato una grande eredità racconta da tutta la letteratura europea, in Italia da Pascoli, Gozzano, Sbarbaro, Montale che utilizzano e riadattano il vasto repertorio di immagini di derivazione eliotiana. Questo è il portato più rivoluzionario della corrente modernista che denunciano la crisi della cultura occidentale, la disintegrazione dell’artista alienato e solo di fronte all’avanzamento del progresso scientifico, il rifiuto del passato e la cesura rispetto alla tradizione. Le sue opere sono edite in Italia dalle grandi case editrici, specie la Bompiani e la Rizzoli.