
Autore: Stefano Crupi
Pubblicato da Mondadori - Gennaio 2016
Pagine: 236 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Scrittori italiani e stranieri

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Una madre e un figlio, un legame tanto metodico quanto morboso, l'ambizione di una carriera folgorante da perseguire con ogni mezzo e a ogni costo. Nella Napoli dei vicoli così come in quella degli uffici pubblici, si muovono Ernesto e Maristella, in una parabola di intrecci, amicizie, favori che altro non è che lo specchio di una società senza più alcuno scrupolo morale.

Quando vuoi una cosa con tutta te stessa, quando sei disposta a lottare con ogni forza per averla, allora non ci sono santi: prima o poi la stringerai a te, la conquisterai.
Ernesto Ferrante si è appena laureato in Economia e il suo unico obiettivo è trovare un buon impiego in qualche ufficio per tirarsi fuori dal gorgo di mediocrità e squallore che risucchia ogni cosa nei quartieri in cui è cresciuto. A guidarlo, prodiga di consigli e di attenzioni, c’è sua madre Maristella, che per Ernesto è disposta a fare qualsiasi cosa. Bisogna mettersi dietro al santo giusto, è solita ripetergli, ed Ernesto impara in fretta: per ottenere un posto da impiegato in una società a partecipazione pubblica non esita a mettere fuori gioco gli altri aspiranti al posto, a ingraziarsi i superiori con regali e mazzette e a ingaggiare, con un misto di ferocia e servilismo, quotidiani duelli coi nuovi colleghi. Maristella, intanto, si muove con sicurezza e astuzia alle sue spalle, intessendo relazioni, approfondendo rapporti, scoprendo piccoli ma essenziali segreti delle vite dei superiori che torneranno utili al momento opportuno per agevolare la carriera del figlio. E sullo sfondo c’è anche l’ombra di Alfonso Malatesta, il boss indiscusso della zona, che, in nome di un vecchio legame forse mai veramente interrotto con Maristella, si mostra più che interessato a sostenere l’ascesa di Ernesto.
Il ragazzo nel frattempo arriva a diventare il più stretto collaboratore di Caputo, il direttore dell’Ente, studiandone le abitudini, imitandone i comportamenti: è lui il santo a cui star dietro, l’uomo che può iniziare Ernesto alla sacra arte del comando. Ma più si sale di livello più gli equilibri sono sottili: così l’entrata in scena di Sergio Carpi, abile e infido concorrente, e il vacillare dell’egemonia di Malatesta sul controllo del quartiere, spingeranno Ernesto a osare sempre di più, a correre rischi sempre maggiori per difendere la propria posizione. Potrà ancora Maristella proteggere quel figlio così amato? Potranno ancora le sue attenzioni indicargli la giusta strada da imboccare?
A ogni santo la sua candela è una cinica, pungente e aspra analisi di una delle più contagiose e micidiali malattie sociali e civili del nostro paese. La brutale metodica della corruzione e del servilismo perpetrata per placare la sete dell’ambizione, la totale assenza di scrupolo nel condurre il perseguimento dei propri interessi, il sistematico disprezzo dell’efficienza in favore della convenienza sono come pennellate violente sulla tela narrativa.
Il vertiginoso e rapido movimento attraverso cui si dipanano le vicende dei due protagonisti traccia l’identikit di due individui legati da un sentimento forte, quasi autolesionistico, ma incapaci, anzi, scientemente addestrati a eludere ogni emozione e ogni manifestazione di umanità verso l’esterno, guidati solo dalla bramosia di raggiungere un obiettivo. Non c’è margine di errore, non c’è una via alternativa: Maristella ed Ernesto elevano a metodo – peraltro nella maniera più amorale – il principio machiavellico per cui “il fine giustifica i mezzi”, tanto che, nel pur avverso finale della storia, trovano il modo di passare un colpo di spugna e ricominciare il loro lento ma inesorabile cammino verso il raggiungimento dei propri scopi.
A ogni santo la sua candela è dunque un testo più che riuscito, crudo, diretto, senza sconti buonisti; manca magari qualche slancio di stile che renda il libro più originale in termini di pregiatezza linguistica, ma la qualità complessiva della seconda fatica di Crupi è indiscutibile.
Approfondimento
La vera forza del romanzo sta senza dubbio nel rapporto tra madre e figlio: un connubio intenso, appassionato, a tratti patologico. Ed è soprattutto quello che Maristella prova per Ernesto a costituire la vera sorgente di energia di A ogni santo la sua candela: un impasto denso di premure materne e di spasmodica volontà di spianare la strada al futuro del figlio, una forza che sembra in grado di passare sopra ad ogni cosa.
Maristella è insieme scientifica e maniacale nell’indagare sulla vita dei superiori di Ernesto, nel consolidare amicizie con i parenti più stretti, nel carpire informazioni apparentemente insignificanti ma invece sempre utili. Vorrebbe che per il figlio non ci fosse alcun ostacolo, ma in cuor suo sa che non potrà andare sempre tutto bene: per questo dosa consigli e dispensa incoraggiamenti, nella sottile consapevolezza di dover essere sempre pronta a giocare nuove carte, rivelando una profondità di carattere che la rende indiscutibilmente il personaggio più riuscito del libro.
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