
Autore: Gianluca Morozzi
Pubblicato da Battaglia Edizioni - Aprile 2019
Pagine: 305 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Millennial bug
ISBN: 9788894408119

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Vasco Vitali non riesce a credere a ciò che gli sta mostrando lo schermo della televisione: il regista Achille Cordoba che solleva l’Oscar per il miglior film straniero. Ma ancor di più non capisce perché Simone Bianchi, un suo vecchio compagno di classe, sia seduto accanto al suo mito di sempre. Quello che ancora non sa è che nello stesso momento, la seconda moglie incinta di Cordoba sta per essere ritrovata barbaramente uccisa e che presto lui sarà trascinato in una serie di eventi legati all’omicidio, al regista e all’amico (nemico) di un tempo.

Vasco Vitali ha un sogno nel cassetto, anzi nel cassetto ha proprio una sceneggiatura che ha scritto ma che non ha mai avuto il coraggio di far leggere a nessuno. Così, quando la sera degli Oscar, mentre spera che le due vecchie prozie delle quali si occupa non lo chiamino per qualche emergenza, vede che il suo ex compagno di scuola Simone Bianchi è seduto vicino al regista Achille Cordoba (personaggio che ammira e segue da sempre e sul quale ha fatto anche la tesi all’università), pensa subito a come poter sfruttare la cosa. Ancora non sa dell’omicidio della giovane moglie del suo mito e nemmeno che il suo tentativo di avvicinare Simone lo porterà a essere coinvolto in un incubo fatto di sangue e di paura, ma forse anche di altro …
Forse sarebbero stati in grado di sopravvivere allo strazio, nel senso che non sarebbero morti di crepacuore, ma la verità è che nessuno di loro sarebbe stato lo stesso di prima. Erano menomati, ormai. Danneggiati irreparabilmente.
Non si tornava indietro, da una cosa così.
Il romanzo di Gianluca Morozzi è un thriller certo e lo è nel modo più efferato: c’è sangue, c’è sadismo e ci sono anche gli indizi che portano sulle tracce dell’assassino. Ci sono, ovviamente, i giusti colpi di scena e un intreccio perfetto e capace di cogliere impreparato il lettore. Ma c’è anche altro: il tentativo di riscatto, di recuperare gli sgambetti della vita, ma anche gli errori che da ragazzi si sono fatti. C’è il nascere di nuove relazioni e rapporti. C’è uno strano e alquanto eterogeneo gruppo di investigatori “per caso” (o per necessità).
In Bologna in fiamme ci sono, appunto, personaggi ai quali riesci ad affezionarti: Vasco, un Charlie Brown, sfortunato sia nell’aspetto che nella vita. Un maestro, un ex bullo che ora, forse seguente la legge del karma, viene bullizzato dalla vita. Ma che non è capace di tirarsi indietro, né di non avere un cuore innamorato. Goffo e amante del cinema, fino a soffrire nel dover dividere con la massa il suo regista cult di sempre, quello che, fino al giorno prima, conoscevano solo lui e un esiguo numero di estimatori. E, soprattutto, di doverlo dividere non per merito della sua arte, ma a seguito di un fatto di cronaca sul quale ognuno pare avere la propria opinione.
Simon/Simone, il bello e gay (in alcuni passaggi fosse troppo stereotipato in questo), bullizzato a scuola e che ora può avere la sua rivincita. A suo modo innamorato e, a suo modo, sofferente.
La splendida amica di Simon, Linda: bella sia nel fisico che nel suo modo di essere diretta e senza paura.
Poi ci sono Cristoforo e Antonietta, due alunni di Vasco, due personaggi a mio avviso bellissimi, che vi invito ad andare a scoprire tra le pagine più divertenti del romanzo.
Ma non solo, le stesse prozie o il vecchio professore di Vasco, sono figure che riescono a dare non solo folclore, ma a loro modo sostanza alla trama, diventando dettagli indispensabili: sfondo animato.
E poi c’è il cinema. Ovunque in ogni passaggio: citazioni e riferimenti. Vasco, poi, pare non riuscire a vivere senza fare paragoni con il cinema, senza avere ricordi che con il cinema possano avere un collegamento
Una volta, da bambino, aveva visto in tv un film di Fantozzi. C’era quella scena al ristorante giapponese in cui un samurai mozzava le mani ai clienti che non usavano le bacchette, e poi un cagnetto veniva cotto e servito in tavola, i suoi genitori ridevano da pazzi, e Vasco invece era rimasto inorridito da quei poveretti con le mani mozzate e dal cagnetto nel piatto. Una di quelle cazzate che restano in testa per anni anche se suono assurde, insomma.
Leggendo Bologna in fiamme sembra di essere dentro a una fiction, data l’ambientazione, italiana. Nel romanzo tutto è molto visivo e visibile, come del resto richiede il cinema. Quel cinema che qua è, probabilmente, il vero protagonista della storia, in tutte le sue parti e, oserei dire, in tutti i suoi generi. Bologna in fiamme tiene con il fiato sospeso, ma fa anche sorridere, come solo la commedia italiana può fare e questo nonostante lo sfondo ci racconti una storia di serial killer e omicidi, nonostante i nostri protagonisti indaghino la verità, ma siano anche spaventati e alla ricerca di un luogo dove potersi proteggere.
Approfondimento
Bologna in fiamme, ovviamente, è un romanzo che consiglierei a chi ama il thriller, e anche il thriller sanguinolento. Ma anche a coloro che amano le storie un poco bizzarre, là dove sono i protagonisti a renderle tali (ricordo i due ragazzini di cui ho parlato poco, perché credo sia più importante che sia il lettore ad andare a scoprirli e conoscerli). E poi a chi ama il cinema, nei suoi aspetti più cult, come in quelli più trash; a chi ama ritrovarsi nei ricordi di una pellicola vista, magari in un cinema di periferia che ora non esiste nemmeno più.
Monia Merli