
Autore: Helen Oyeyemi
Pubblicato da Einaudi - Febbraio 2016
Pagine: 268 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: I coralli

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1953, New York, Boy Novak, "lunghi capelli biondo ghiaccio e lineamenti delicati" scappa di casa una notte d'inverno. Il caso la porta in Massachussets, a Flax Hill, dove incontra un ricco gioielliere vedovo, Arthur Whitman. I due si sposano e Boy fa da mamma amorevole a Snow, la figlia di Arthur. La loro famiglia è perfetta sino a quando nasce Bird. Tutto allora cambia e vecchie storie sopite, nascoste in gran segreto nei meandri più irraggiungibili, riemergono e trasformano Boy in una crudele matrigna, proprio come quelle delle fiabe dei fratelli Grimm.

Boy, Snow, Bird è il quinto romanzo della giovane autrice Helen Oyeyemi, nata in Nigeria, cresciuta a Cambridge, residente a Praga, dove continua ad arricchire la sua splendida collezione di teiere.
L’autrice, che in questo romanzo ha raggiunto una piena maturità narrativa, partendo dalla trama della famosa fiaba di Biancaneve, in maniera assolutamente incantevole, costruisce una nuova storia sulla vita di tre personaggi che sono appunto Boy, una giovane attraente, che fugge da un padre violento, giunge a Flax Hill, conosce un gioielliere lo sposa, diventando mamma così di sua figlia ma, con sua stessa sorpresa, a un certo punto della storia, si trasforma in un’arcigna matrigna; Snow, la figlia bella e straordinaria di Arthur Whitman, che rimasto vedovo vuole formarsi un’altra famiglia, s’innamora e sposa Boy; e Bird, figlia naturale di Boy e Arthur, che appena nata riserva una sorpresa. La nascita di Bird, infatti, porta alla luce un segreto nascosto da tempo: i Whitman, apparentemente americani dalla pelle bianca, sono di origine africana e lo dimostra proprio Bird con la sua pelle scura. La famiglia di Arthur accusa Boy di essere stata infedele, ma la verità, come tutti sanno, è ben altra e la stessa Boy la scoprirà presto.
Quello che ne segue è il contesto doloroso di una famiglia che si vergogna delle sue origini e di un passato pieno di orrori: da un lato Boy, maltrattata da suo padre sempre ubriaco e abbandonata da sua madre; dall’altro Arthur con la sua vita misera nel sud e la sua speranza, solo in parte realizzata, a nord. Nella tentativo di capirsi e accettarsi anche con le loro differenze e le loro finte apparenze, che si riflettono in immagini troppo contrastanti, Snow Whitman, dolce bambina dalla pelle color latte, e Bird Whitman, ribelle bambina dalla pelle scura, si cercano, si scrivono, si amano come vere sorelle, ma Boy, la madre di entrambe, per proteggere la figlia naturale, va contro tutto e contro tutti, diventando persino una matrigna cattiva per la figlia acquisita.
Boy, Snow, Bird è un romanzo sorprendente e affascinante che psicologicamente e in maniera profondamente intimista ci racconta le delicate relazioni familiari e come possano segnarci per tutta la vita.
Approfondimento
Come nelle favole, il tono della narrazione di Boy, Snow, Bird è dolce, sempre misurato. Helen Oyeyemi culla il lettore pur narrando con realismo estremo e doloroso l’orrore del razzismo imperante nella benestante e benpensante America degli anni Cinquanta.
Parallelamente l’autrice mostra la storia di tre donne, due delle quali, Boy e Bird, si raccontano e raccontano dal loro punto di vista la loro vita. La terza, cioè, Snow è un personaggio astratto, irreale, da fiaba. Le donne presenti nell’ultimo romanzo della Oyeyemi sono comunque tante e diverse, oltre Boy, Snow e Bird, ci sono anche Webster, Mia, Mrs. Fletcher, Julia, Olivia, Agnes, Clara.
Bird venne al mondo in primavera. Dico «venne al mondo» perché il dolore fu così mostruoso che potei solo lasciare che le cose andassero come dovevano andare. Avevo l’impressione di essere finita nelle sabbie mobili. L’unico modo per uscirne viva era smettere di lottare e consegnarsi alla sofferenza. Mi dicono che il travaglio durò tredici ore, ma il tempo per me non aveva più alcun significato. Prima c’erano le sabbie mobili, poi tutto a un tratto ecco che avevo Bird fra le braccia, sana e salva, e scura. No. Non mi riferisco solo al suo colore dorato (la tonalità più simile a quella degli occhi di mio marito a cui possa arrivare un’epidermide. Mi sembra che ci scherzai persino sopra, un po’ stupidamente: «Guarda che bambina meravigliosa, nasce già abbronzata…»), ma anche ai tratti somatici. Come disse l’infermiera, supponendo che fossi troppo esausta per udirla: – Questa bambina è nera. Non volevo che la vedessero. Non volevo mostrarla al padre né alla sorella. A nessuno. Il medico mi disse che Arturo gli sembrava un uomo ragionevole, avrebbe potuto parlargli lui per me, se ero d’accordo, e le cose avrebbero ancora potuto aggiustarsi; da queste parole compresi che riteneva di avere a che fare con una moglie infedele. Risi. Una risata inarrestabile e stridula che spinse Bird a sforzarsi di superarla con il suo pianto. Il dottore credeva che fossi andata a letto con un uomo di colore e sì, c’ero andata. Era mio marito.