
Autore: Alessandro Piperno
Pubblicato da Mondadori - Ottobre 2016
Pagine: 277 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Scrittori italiani e stranieri

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Quando Matteo Zevi è improvvisamente fuggito in California per sottrarsi alle rappresaglie di uno strozzino, la sua famiglia ne rimase sconvolta. Ora, vent’anni dopo, il suo ritorno minaccia di porta-re sconvolgimenti ancora più grandi. Perché mentre lui viveva il suo involontario esilio a Los Ange-les, la vita dei suoi familiari è andata avanti, raggiungendo un nuovo, almeno apparente, equilibrio.

E dire che a lui non era mai dispiaciuto essere Matteo Zevi.
Matteo Zevi si rifugia in California dopo le continue minacce di uno strozzino. Se ne frega della sua famiglia, dei figli che si lascia dietro, della seconda moglie Federica. Se ne frega persino di sua madre. In California ci resta per vent’anni e quando ritorna un capitolo della sua vita è finito e un altro sta per iniziare. Federica è l’unica però che aspetta con ansia il suo ritorno. I suoi figli oramai hanno la loro vita: uno è proprietario di un ristorante di successo, l’altra è sposata con un uomo gentile ma forse prova qualcosa per la cognata. Ci sono nuovi equilibri, che Matteo non conosce, non dopo venti anni in California a scappare…
Ma, quando qualcosa finisce è davvero la fine? Ecco la sensazione che Dove la storia finisce mi ha lasciato, come un incedere titubante tra il finire e il ricominciare. La consapevolezza che in un modo o in un altro la fine di una cosa decreti l’inizio di un’altra.
Non avevo mai letto nulla di Piperno, ma informandomi su di lui (lo ritengo necessario un po’ per curiosità un po’ perché se ne recensisco un libro quantomeno devo sapere qualcosa di chi l’ha scritto) ho letto che il suo linguaggio è considerato ampolloso ma anche che è uno scrittore pieno di maestria. Io non so gli altri libri ma in questo ho visto solo una di queste due cose: la maestria.
La storia forse potrebbe risultare banale: l’abbandonarsi e poi ritrovarsi o almeno provarci. L’abbandono è un tema che viene spesso trattato, cosa ne consegue anche ma non tutti sanno farlo in modo accattivante come Piperno. I personaggi potrebbero risultare antipatici o strani ma invece sono interessanti e coinvolgenti. A me è piaciuta molto la moglie, Federica. Ci ho percepito fragilità e voglia di riscatto, riscatto dopo essere rimasta sola per così tanto, fragilità perché, forse, quella solitudine le è arrivata fin troppo dentro.
Il linguaggio è scorrevole e fluido e come risultato il libro si legge che è una passeggiata. Per nulla ampolloso riesce a tenere incollata alla pagine. Vuoi sapere come finisce, vuoi sapere cosa succede. Almeno, a me è successo così. Avessi avuto ventiquattro ore intere di libertà e una vista ottima, lo avrei finito tutto d’un fiato. Ma tra lavoro, occhi “delicati” e tutto il resto ci ho messo un po’.
Dove la storia finisce, dunque, lo consiglio a tutti. Un ottimo regalo di Natale da fare a voi stessi o agli amici.
Approfondimento
L’approfondimento vorrei dedicarlo a Federica che, nel caso non si fosse capito, è il personaggio che mi è piaciuto di più. Ora, non so perché – anche se inconsciamente credo di saperlo – ma io ci vedrei bene Lunetta Savino nella trasposizione cinematografica di questo libro. Per i gesti, per il modo di recitare… Non sono una sua fan sfegatata ma per quel poco che ho visto di lei direi che, a mio avviso, sarebbe la persona giusta. Semmai Dove la storia finisce diventerà un film spero sia lei Federica. E voi che ne pensate?