
Autore: Hilary Mantel
Pubblicato da Fazi - Settembre 2021
Pagine: 230 - Genere: Autobiografico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9791259670526
ASIN: B09B3ZJRL7

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Siamo abituati a leggere il frutto dell’immaginazione degli autori, ma quale anima si nasconde dietro le parole scritte?
«I fantasmi sono gli avanzi di stoffa della vita quotidiana, notizie di cui non sai che fare, scampoli di sapere che non sei in grado di elaborare; sono cartelle saltate fuori dal tuo schedario, macchie d’inchiostro sulla pagina.»

I fantasmi di una vita è la nuova sfida che Hilary Mantel lancia a sé stessa: dopo i grandi successi dei romanzi precedenti l’autrice ha deciso di mettersi a nudo e di raccontarsi una volta per tutte.
Da questo primo proposito scaturisce un’autobiografia unica nel suo genere: la vita della donna risulta fin dalla più tenera età complessa. Mille fantasmi popolano l’infanzia della bimba, per sostituirsi poi a quelli che l’età adulta porta con sé.
La scomparsa di alcuni parenti, lontani e vicini, la perdita del padre, il trasloco nella nuova casa e il difficile rapporto instaurato col patrigno non sono che pochi accenni di un’esistenza che pare essere destinata alla sofferenza; in quest’atmosfera di ricordo quasi onirico compaiono però anche figure mai dimenticate, che hanno messo dimora nello strato più profondo della coscienza dell’autrice e che hanno contribuito profondamente a renderla la donna che sarà poi: la nonna, grande bevitrice che si rifiutò tutta la vita di fumare; il nonno, irlandese orgoglioso delle proprie origini e più che deciso a trasmetterle alla nipote; varie zie con cui Hilary vive un’infanzia che le fa pensare che ogni cosa sia possibile.
Sarà da queste figure che la Mantel ricaverà il materiale necessario a nutrire la sua immaginazione futura, quella che le permetterà di essere una delle migliori scrittrici del nostro tempo, nonostante la sua esistenza sia costantemente messa in difficoltà da un acuto dolore diffuso che la protagonista accusa in ogni parte del corpo e che pare volerla accompagnare giorno dopo giorno. Fin dal principio però nessuno bada alle lamentele della ragazza: il patrigno la chiama signorina MaiSana e i medici interpellati minimizzano la cosa, risolvendola come comuni dolori mestruali o della crescita; eppure gli anni passano, la crescita si conclude e Hilary ancora non riesce a liberarsi dell’immenso dolore che la circonda in maniera costante. Inutili le aspirine come anche i rimedi della tradizione: la sua vita di studente viene costantemente ostacolata dall’impossibilità di seguire le lezioni a causa dei lancinanti dolori al ventre, alle gambe, alla testa e alla nausea che sempre l’accompagna.
Ci vorranno anni prima che, dopo numerosi quanto vani consulti medici e diagnosi errate, la malattia sveli finalmente il suo volto, costringendo l’autrice a un intervento di asportazione dell’utero che non la libererà dal dolore ma anzi le toglierà qualsiasi speranza di avere dei figli.
Ecco quindi che i fantasmi di una vita si trasformano, assumendo le forme di tutti quei bambini mai nati a cui Hilary aveva già dato un nome, una fisionomia, un destino.
Come cagnolini fedeli, questi piccoli spettri si affiancheranno ai fantasmi dell’infanzia, popolando la mente dell’autrice come ospiti forse poco desiderati, ma ai quali ormai la donna si è affezionata.
Approfondimento
Hilary Mantel si mette qui a nudo davanti al lettore, in tutte le sue speranze, le illusioni di bambina e le sofferenze di una vita osteggiata dal destino. Con tono spesso ironico e mai vittimistico l’autrice ricostruisce qui per il suo pubblico la storia di una figura che, pur nelle difficoltà del fisico, è sempre stata munita di una grandissima immaginazione, che le ha permesso di scrivere i grandi romanzi di cui è autrice.
Le modalità con cui questa autobiografia viene disegnata sono, però, alquanto originali: sogno e realtà si mescolano, cronaca e riflessione si danno il cambio senza che il lettore ne sia avvisato, i fantasmi condividono la scena con le figure reali. Ne risulta un testo estremamente composito, di taglio quasi saggistico per certi versi e narrativo per altri.
Un memoir, insomma, che non delude le aspettative dei lettori affezionati alla sua autrice: un testo capace di raccontare la sofferenza con sorriso ironico e grande spirito autocritico.