
Autore: Thomas Snégaroff
Pubblicato da Feltrinelli - Aprile 2022
Pagine: 320 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I narratori
ISBN: I narratori
ASIN: B09QQH7ML9

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
📗 Trovalo usato
✪ Le recensioni dei lettori su Goodreads
“Mi hanno chiesto spesso come facesse Hitler ad affascinare tanto le folle...” disse Egon.
“La gente aveva fame, erano umiliati,” lo interruppe Putzi.
“Nein, nein, nein, sono io ad avere la parola, signore! E credo di avere in mano un ottimo argomento per spiegare come sia potuto succedere ai giovani d’oggi, quelli che vanno in discoteca, che ascoltano i Beatles e altre cose analoghe (Egon scrutava David e Judith, immaginando a giusto titolo che appartenessero a quella gioventù). Quella roba li manda fuori di testa, li fa impazzire. Ebbene, con Hitler era lo stesso! Il suo impegno totale, il suo mettersi a nudo in pubblico, aveva lo stesso effetto. Solo che in un caso si tratta di energia sessuale, nel¬l’altro è l’eccitazione per un programma politico.”
Se la storia ci ha sempre portato ad etichettare la figura di Adolf Hitler con considerazioni e aggettivi di condanna assoluta, provare a immaginarlo alla stregua di una “popstar” può spingerci ad avere un nuovo sguardo, a relativizzare il senso e l’origine delle sue azioni, a comprendere il motivo per cui il suo programma politico è riuscito ad avere la presa su molti. Se provassimo a vederlo come un’icona del suo tempo, capiremmo che Hitler non si è spianato la strada in completa solitudine, ma una folla adorante l’ha aperta per lui.

Quel viaggio era stato una delusione. Putzi non era riuscito a trasformarsi in un mentore. L’arte e l’America, ciò che amava di più al mondo, in Hitler suscitavano solo fastidio e rigetto. Il ritorno in macchina fu terribile. Putzi non osava dire una parola al suo camerata, che passò la maggior parte del viaggio a guardare il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino.
Alla fine però fu un nome a riunirli: Wagner.
A Monaco, il colto trentacinquenne Ernst Hanfstaengl (detto Putzi) ha una grande dote: sa suonare benissimo il pianoforte. Siamo nel 1922 e la sua massima aspirazione è trovare un posto di rilievo accanto a Hitler, il quale parla alle folle promettendo di innalzare di nuovo i tedeschi e di dar vita a una società diversa. Inizialmente, Ernst vivrà un momento d’oro in virtù di grande sostenitore del Führer, ma ben presto il suo sogno decadrà e sarà relegato dalla parte dei nemici.
Quando si inizia a leggere il libro si viene travolti da una coinvolgente passionalità, che pian piano si smorza fino a spegnersi del tutto. Ciò che emerge ne Il pianista di Hitler è la peculiarità con la quale l’occhio di chi narra guarda la persona di Hitler, scrutandolo nella sua intimità, anche in relazione al rapporto con Ernst – Putzi – Hanfstaengl, un rapporto che a tratti somiglia a una tormentata storia d’amore. È il pianoforte, la musica di Wagner, a tenere unito il racconto e ad avere il grande dono di riuscire ad attrarre e unire i due poli. Ed è proprio la musica di Wagner la miccia che farà esplodere in Hitler la convinzione di essere l’eletto all’innalzamento della razza ariana. Ma il fascino esercitato da quest’ultimo su Putzi – il quale diventerà ufficialmente un aderente al partito nazista – si trasforma con il tempo in un sentimento di rabbia. Eppure, ciò che sembra è che Putzi non riesca mai a staccarsi dal pensiero e dall’esigenza di avere un posto di rilievo per il capo nazista: la sua è una dipendenza e un’ossessione.
Più tardi, nella tranquillità notturna, Putzi suonò Wagner e per la prima volta avvenne il miracolo. Hitler, che stava chiacchierando con alcuni amici, all’improvviso si zittì, come risucchiato dalla musica e dal tocco del pianista. Stava accadendo qualcosa. “Ancora, Hanfstaengl, suoni ancora, per il Führer!” Avrebbe suonato per tutta la notte. E quella dopo, e quella dopo ancora, per fargli piacere. Ma più che di piacere era una questione di energia: ascoltando Wagner, Hitler sembrava rigenerarsi.
Approfondimento
Il contesto storico e sociale – quello che precede la guerra – è scritto e riportato in maniera molto minuziosa: si tratta di un libro molto gustoso per chi ama la storia, anche perché è un romanzo che pone le proprie basi su una vicenda reale e ha tutte le caratteristiche di una narrazione di stampo quasi giornalistico. Ciò che “salva” Putzi da un impetuoso giudizio etico è il fatto che, essendo lui uomo di cultura, non si rispecchia nell’aspetto più bestiale della politica nazista.
Il pianista di Hitler lo si potrebbe definire come una situazione che degenera sempre di più. Una chicca preziosissima sono le parole di Jung a proposito del Führer: un’analisi che racchiude tutta una serie di risposte a spinose domande.
Marta Mangiolfi