
Autore: David Means
Pubblicato da Minimum Fax - Maggio 2019
Pagine: 208 - Genere: Racconti
Formato disponibile: Brossura
Collana: Sotterranei
ISBN: 9788833890418

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Pensieri sparsi, aneddoti, riflessioni in cui, indipendentemente da chi legge, o da chi scrive, ogni storia merita rispetto. Racconti che si collegano l’un l’altro come fossero un’unica lunga narrazione e che mostrano tutti gli ingranaggi di cui è costituita quella fantastica avventura che è la vita di ogni uomo.

…essendo ogni storia, per come la vedo io, l’espressione di un determinato tarlo che mi rode, determinate anime in determinate situazioni, e in certi casi una voce che ha bisogno di dire quello che dice, altrimenti (e di questo sono davvero, davvero convinto) andrà perduta per sempre, finirà nel vuoto, nello stesso luogo dove vanno a finire la maggior parte delle storie, per sempre…
La raccolta di racconti Istruzioni per un funerale di David Means è un alternarsi di momenti che, tra ricordi e salti temporali, porta alla consapevolezza che nella vita non esiste nulla di preciso e non esiste un’unica possibilità per ogni cosa; anzi tutto sfuma e si complica, mentre i punti di vista sono molteplici e non rappresentano affatto certezze.
Si racconta di come, prima di avere un figlio, non si abbia la consapevolezza di che cosa significhi averlo, mentre, quando lo si ha, un padre, che osserva il figlio di tre anni correre verso l’argine di un fiume, diventa una persona completamente diversa da ciò che era prima; si fa la conoscenza dell’Artista Terminale, un infermiere bello, giovane e gentile che sente di avere il dovere morale di accompagnare fino alla morte chi dalla morte stessa è stato sfiorato; si assiste alla scazzottata tra Bergara e Sutter, cominciata in una taverna chiamata All Star:
Bergara si mise in guardia e osservò Sutter che si toccava il colletto e poi si passava le dita tra i capelli folti prima di sollevare i pugni a sua volta. Toccarsi il colletto era un gesto meccanico per un ragazzo abituato a portare la cravatta. Un gesto che sembrava dire: Colpiscimi per primo, razza di pezzente zappaterra…
C’è infine chi dà istruzioni per il proprio funerale, indicando la musica da utilizzare – che deve essere diversa a seconda del tempo che farà – e approfittando per togliersi qualche sassolino dalle scarpe e puntare il dito contro i colleghi di lavoro che hanno contribuito a rendere la vita del “futuro morto” molto simile ad un girone infernale.
Quattordici racconti nei quali il ritratto degli Stati Uniti risulta spietato ma realistico. Ogni storia è una tessera di un mosaico che, una volta completamente ricomposto, mostra in maniera impeccabile la vita quotidiana corrente.
Istruzioni per un funerale è una lettura che andrebbe fatta con calma, in silenzio, per lasciare che le pagine trasmettano il loro messaggio, crudo, senza sconti ed autentico.
Approfondimento
Il fil rouge che lega i racconti di Means è il realismo di fondo, reso dall’autore, che rimane scrupolosamente distaccato e distante rispetto ai suoi racconti, in maniera impeccabile. Attraverso i ricordi e la fedele riproduzione della realtà.
Non c’è divertimento nelle storie di Means, così come non c’è speranza:
…l’uomo che era stato soprannominato Maggiordomo …nel frattempo era scivolato via lontano…prima in una specie di stato di servitù…limitandosi a mimare le vestigia gestuali del mestiere di maggiordomo, annuire e inchinarsi, e poi era rimasto soltanto l’inchino, finché non sparì anche quello e lui fu solo un’altra anima immobilizzata …
Means, che dedica uno degli ultimi racconti del volume a Raymond Carver, considerato il maestro della narrativa breve, è stato spesso paragonato a lui, soprattutto perché, come Carver, anche Means racconta senza esprimere giudizi mai, ma lasciando chiaramente trasparire profonda tristezza e rammarico.