
Autore: Marco Malvaldi
Pubblicato da Giunti - Novembre 2018
Pagine: 300 - Genere: Giallo storico
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Scrittori Giunti

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Il Rinascimento nella Milano di Ludovico il Moro. Gli intrighi di corte e le banche che per la prima volta nella storia non sono più alla portata solo dei ricchi, ma acquisiscono un’importanza sociale. Cospirazioni e amanti, un taccuino da recuperare e un omicidio da risolvere. E su tutto questo il genio versatile di Leonardo da Vinci, al quale Malvaldi regala un’aria da sognatore e una veste rosa da dandy.

La misura dell’uomo è ambientato nel 1493 in una Milano in piena fioritura rinascimentale, l’industria manifatturiera è in espansione e con essa l’importanza delle banche e del credito. La città è guidata da Ludovico il Moro, che alla sua corte ha chiamato il genio di Leonardo da Vinci, commissionandogli, oltre ai ritratti delle sue amanti, anche una statua equestre del padre. Nel mentre il re francese Carlo VII si prepara a scendere in Italia per conquistare il regno di Napoli e invia due ambasciatori a Milano per chiedere aiuto a Ludovico, ma anche con il compito segreto di sottrarre il taccuino di Leonardo; quel taccuino del quale si mormora non si separi mai e dove pare segni tutti i suoi progetti, alcuni dei quali potrebbero essere utili per la guerra stessa. Tra tutto questo gioco di intrighi e complotti, nei cortili del castello viene trovato un cadavere sul quale non paiono esserci segni di violenza. A Leonardo verrà affidata l’impresa di risolvere il mistero.
Benvenuti nel Rinascimento dove ogni frase viene calibrata e inanellata come un gioiello, pesando sul bilancino ciascuna singola parola e poi mostrando il monile non per fa vedere quanto è bello ma quanto è potente chi lo indossa. E dove il significato di qualunque discorso deve essere interpretato sulla base di chi lo fa, di chi lo ascolta, di chi c’è nella stanza e di chi non c’è, di quali nomi si dicono e soprattutto di quali non si pronunciano.
Marco Malvaldi si cimenta con il giallo storico e lo fa a suo modo, con la sua ironia e con un dialogo diretto tra narratore e lettore, facendo emergere il contrasto tra il periodo storico raccontato e l’attualità del linguaggio moderno, dove getta qua e là termini come internet o influencer, sondaggi o statistiche. Gli stessi personaggi descritti sono a tratti ironici e lontani da come ci immaginiamo essere un protagonista della storia con la S maiuscola; ma del resto lo stesso autore afferma che “è sbagliato pensare che i personaggi storici fossero consapevoli di essere personaggi storici. I personaggi storici quando vivevano erano persone, quindi troviamo amori, tradimenti, parolacce e anche un Leonardo da Vinci un poco svampito e distratto che si aggira con aria da sognatore indossando una veste rosa.
Tutto questo non rende meno credibile la storia, si percepisce chiaramente che dietro a La misura dell’uomo c’è un approfondito lavoro di ricerca sul periodo e, in particolare, sulla Milano di quel periodo.
A Milano gli uomini si muovevano a dorso di mulo, mentre le donne, le donne facoltose, si muovevano in carretta – delle carrette che sembravano un incrocio fra una pala d’altare e un carro siciliano, dorate e pacchiane, trainate da due o da quattro giumente, e che erano il terrore dei pedoni. Può sembrare strano, ma a Milano il traffico era un problema già nel tardo Quattrocento.
(Poi vedremo che il problema non sarà solo quello, come nella Palermo di Johnny Stecchino, il traffico si rivelerà essere solo uno dei problemi della città).
Si percepisce uno studio sul lavoro di Leonardo e sull’influenza che inizia ad acquisire il sistema bancario. Malvaldi in questo è molto bravo (nonostante in una nota al termine del libro diffidi il lettore all’utilizzo di questo romanzo come testo storico). Ed è altrettanto bravo, nell’inserire la parte gialla della storia e nel trasformare Leonardo da Vinci in un Ellery Queen con tanto di “spiegone” finale.
La misura dell’uomo è un romanzo di piacevole e di scorrevole lettura, dove si sorride anche. Ma, a mio avviso, Malvaldi si è concentrato più sulla parte storica che sulla vicenda gialla vera e propria. Forse ha voluto mettere troppa carne sul fuoco, come del resto troppi sono i personaggi che compaiono nella vicenda, creando confusione e obbligando il lettore a ricorrere costantemente all’elenco dei nomi riportato nelle prime pagine del libro.
Approfondimento
A mio avviso di veramente riuscito in questo libro c’è il tentativo di Malvaldi di avvicinare ai giorni d’oggi il Rinascimento, utilizzando un linguaggio attuale, ammiccando al lettore. C’è la figura di Leonardo da Vinci, descritto come ci si immagina che un genio debba essere: un po’ sognatore, un po’ perso nei propri pensieri, con qualche vezzo (la veste rosa, il non mangiare carne, gli uccellini che compra per poi far volare via), il suo essere schietto a prescindere dalla conseguenze (come quando afferma che la menzogna, o l’invenzione, rende l’uomo simile a Dio). È un romanzo che sicuramente piacerà agli amanti di Malvaldi, ma nel quale gli amanti del giallo storico in genere potrebbero trovare dei punti di debolezza.
Monia Merli
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