
Autore: Giancarlo Capaldo
Pubblicato da Chiarelettere - Ottobre 2021
Pagine: 192 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narrazioni
ISBN: 9788832963984
ASIN: B09JCM34PG

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Quale può essere il nesso tra la scomparsa di una ragazzina e un misterioso conto bancario allo IOR? Il principe Gian Maria Ildebrando, la moglie e il fidato maggiordomo, viene catapultato in un mondo di segreti inviolabili suo malgrado. Aiutare un’amica, aiutare una famiglia che da troppi anni piange la giovane Eloisa svanita nel nulla, aprire una scatola che non deve essere aperta… Alea iacta est. Il dado è tratto!

La ragazza scomparsa di Giancarlo Capaldo si apre con una dedica e con la precisazione che è un’opera di finzione. Lo fa strizzando l’occhio al lettore più attento, che può riconoscere diverse citazioni di fatti di cronaca realmente accaduti, ammiccamento che rende la lettura sicuramente più intrigante e a tratti sconcertante.
Il libro procede spedito, senza dilungarsi eccessivamente, risultando scorrevole e leggero, leggerezza inversamente proporzionale al peso di allusioni a eventi terribili. Rapimenti, perversioni sessuale, ostentazioni di potere, minacce, morti sospette.
”Più precipitato di così, soltanto l’Apocalisse” sussurrò Gloria, ironica.
Il principe Gian Maria Ildebrando e la moglie sono felici di poter aiutare l’amica Gloria, sfruttando un’amicizia importante, l’anonimo, indecifrabile e criptico personaggio, divenuto ora pontefice, recuperando un conto del di lei defunto marito presso lo IOR.
Le premesse sono un presagio incombente, la leva pronta a scoperchiare il vaso di Pandora, ma c’è chi è disposto a frantumare sia vaso che contenuto, e tutto ciò che vi ruota attorno, purché scottanti verità non vengano rivelate.
Si ricordi che siamo in Vaticano: nessuna buona azione rimane impunita.
Nel climax che accompagna all’ultima pagina, la metamorfosi del libro è inesorabile, quello che si sta leggendo non è più un giallo, ma il racconto di un conflitto interiore del protagonista a cui fa eco il conflitto con un mondo esterno troppo vasto e misterioso. Fare giustizia a ogni costo?
Il libro procede spedito, senza dilungarsi eccessivamente, e questo è il suo più grande pregio e il suo più grande difetto.
Gli spunti del finale sono interessanti quanto inquietanti, soprattutto sapendo che l’autore, di misteri, di quelli veri, se ne intende, ricordate Emanuela Orlandi?
Approfondimento
Giancarlo Capaldo è stato responsabile della direzione distrettuale antimafia, è stato nel pool antiterrorismo, procuratore della Repubblica, e nella sua carriera si è occupato di casi scottanti, dalla banda della Magliana, agli scandali della P3.
Capire chi è Capaldo è fondamentale per capire il libro, per vedere la giovane Eloisa con il volto di Emanuela Orlandi, e per sbirciare dal buco della serratura delle porte nere del Vaticano. Tutto questo non esaurirebbe la penna del più prolifico scrittore della storia.
Se la lettura risulta scorrevole, risulta anche, forse volutamente, approssimativa, dilungandosi a volte troppo su dettagli non inerenti alla narrazione. Senza dubbio l’autore ha sentito il bisogno di prendere fiato prima dello sprint finale, e ha voluto vestire di piume un incudine, ma a mio avviso se avesse aggiunto peso sarebbe stato a un passo dalla bellezza.
Ammetto che bisogna apprezzare l’ironia con cui mostra i tormenti quotidiani del principe, fatti di pranzi sontuosi, riposini da gatto e viaggi in Rolls Royce, e del fatto che sia la verità svelata a piombargli addosso proprio quando smette di cercarla.
Lo stile è semplice, e la struttura narrativa probabilmente non è esente da imperfezioni. I dialoghi, a volte, sono un po’ troppo da manuale, ma la conclusione è degna della fama dell’ex magistrato.
Tutta la nobiltà del principe, nobiltà d’animo, vacilla e scende a compromessi con la realtà, e come nella realtà i compromessi sono per i nobili d’animo, per gli eroi, per gli antagonisti invece sono solo l’ultimo inganno.
“Quindi, per concludere, caro principe, noi sappiamo tutto ancora prima che voi possiate solo immaginarlo.”
“C’est fini. C’est tout.”
Cristiano Dall’Asta