
Autore: Elena Ferrante
Pubblicato da E / O - Novembre 2019
Pagine: 336 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Dal mondo
ISBN: 9788833571683

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Un padre, una madre e Giovanna; una famiglia bella, una famiglia che si vuole bene, ma una famiglia che già dalla prime due righe sappiamo destinata ad avere una fine. Come dalle prime due righe viene messo in campo subito il tema della bellezza o, meglio, della bruttezza. Tema che Giovanna affronterà per tutto il romanzo, per tutta l’adolescenza, e motivo che la porterà alla ricerca di quelle origini che la sua famiglia aveva deciso di seppellire: quella zia scomoda che vive in una Napoli che pare essere così lontana dalla sua.
«L’adolescenza non c’entra: sta facendo la faccia di Vittoria»

Giovanna è figlia di insegnanti, è convinta di essere una privilegiata. Vive in una famiglia dove la lettura ha un posto d’onore, una famiglia che abita la Napoli della zona alta. Ama profondamente quel padre che fin da subito sappiamo abbandonerà sua madre, ha due amiche che frequenta perché le reciproche famiglie si frequentano e anche a scuola i suoi risultati sono buoni. Giovanna è una ragazzina felice. Ma tutto cambia quel giorno che si sente paragonata a una zia Vittoria della quale non conosceva l’esistenza, quel giorno in cui inizia a guardarsi allo specchio e a sentirsi brutta. Tutto cambia quando Giovanna decide di andare a cercare Vittoria, di scendere verso quella Napoli di sotto e iniziare il suo nuovo cammino.
Forse si spezzò in quel momento qualcosa in qualche parte del mio corpo, forse dovrei collocare lì la fine dell’infanzia.
È un percorso di formazione quello di Giovanna, un percorso che attraverso la conoscenza del passato e di Vittoria, nei confronti della quale avrà un rapporto conflittuale fin da subito (un misto tra attrazione e repulsione)
Nella voce di Vittoria, ma forse in tutto il suo corpo, c’era un’insofferenza senza filtri che mi investì in un lampo, come quando accendevo il gas coi fiammiferi e sentivo sulla mano la fiamma che schizzava dai fori del fornello. Mi chiusi la porta alle spalle, le andai dietro come se mi tenesse al guinzaglio.
La porterà a guardare gli adulti, a controllare di nascosto il comportamento dei sui genitori (istigata dalla stessa Vittoria) e a scoprire che, in fondo, tutti mentono. A capire che anche quei genitori che aveva sempre approcciato con la fiducia cieca di una figlia, quei genitori che aveva sempre visto così innamorati e infallibili, non lo erano affatto.
Bugie, bugie, gli adulti le vietano e intanto ne dicono tante.
E a rifugiarsi lei stessa dietro alla menzogna per lo stesso motivo per cui il credente cerca riparo nella preghiera: per trovare un conforto. O, forse, una fuga.
Il suo è un viaggio in una Napoli diversa da quella che conosce, una Napoli fatta di dialetto e di linguaggio diretto, fatta di degrado e di povertà. Una Napoli dove le case paiono essere zeppe di ricordi e di urla. Una Napoli che pare stridere con quella città che lei conosce e frequenta, dove tutto ha un equilibrio se pur apparente. Una Napoli che le regala una consapevolezza diversa e la porterà a cambiare profondamente.
Il romanzo è visto tutto in prima persona attraverso il ricordo di Giovanna; è una sorta di confessione al lettore. Ma è anche visto con gli occhi di una Giovanna adolescente: una ragazza piena di dubbi che non esita a raccontarci, che siano il sesso o quella religione che approccerà nel momento in cui farà l’ingresso in scena Roberto, incarnazione del ricordo di quel padre insegnante che tanto ha amato. Roberto desiderio proibito, che inevitabilmente la farà innamorare. Una ragazza piena di insicurezze, che spesso affronterà con un trucco troppo pesante o una gonna troppo corta o, semplicemente, con parole e atteggiamenti troppo sfacciati o cattivi. Una ragazza che sarà sempre alla ricerca di quella bellezza che le parole del padre le hanno rubato.
… mi è già cambiata la faccia per colpa di mio padre e sono diventata brutta; non giocare a cambiarmela anche tu, facendomela diventare bella. Sono stanca di essere esposta alle parole altrui. Ho bisogno di sapere cosa davvero sono e quale persona posso diventare, aiutami …
E che, forse, la sua bellezza riuscirà anche a scoprirla o a capirla, nel confronto con l’amica Giuliana: quando bellezze fisica e bellezza della conoscenza, delle parole si scontreranno in una sorta di invidia incrociata.
La vita bugiarda degli adulti pare mettere in contrapposizione ogni cosa, a partire dai due mondi della protagonista: che quando sale è Giovanna, ma quando scende in quella Napoli dove zia Vittoria pare tirare le fila di ogni cosa, diventa Giannina. Una Napoli bassa contro una Napoli alta. E, quindi, un linguaggio fatto di dialetto e uno dove l’italiano pare essere l’unica lingua possibile. La rozzezza e il degrado della povertà, contro la finezza di abiti descritti nei particolari e conversazioni che nascondono un substrato di conoscenza e di studio. Ma anche la bruttezza (vera o immaginata) del viso di Giovanna contro il suo corpo desiderabile e ricercato e il suo modo di degradarsi per riuscire a superare le insicurezze o, forse, per avvicinarsi a essere quella Giannina della Napoli bassa.
E, su tutto, il viaggio di un braccialetto, metafora della menzogna, che per tutto il romanzo sarà alla ricerca di un possessore e, forse, anche della verità.
Approfondimento
Il nuovo romanzo di Elena Ferrante è perfetto. Fin dalle prime pagine, con quell’incipit che già molto svela, ma allo stesso tempo molto vuole invogliare il lettore ad andare a scoprire. I suoi personaggi, come sempre, ti restano avvinghiati al cuore. Che sia Giovanna con il suo desiderio di capire e di capirsi, con il suo credere che ci sia una bellezza che viene riconosciuta solo per far male. Che sia una Vittoria che ha parole aspre per tutti, ma dolci quando parla del suo grande amore Enzo.
«La prima volta che ho visto Enzo è stato a una festa da ballo e abbiamo ballato questo ballo qui» la sentii dire
«Quanto tempo fa?»
«Questo 23 maggio diciassette anni»
«È passato molto tempo»
«Non è passato nemmeno un minuto»
Una Vittoria che sa mentire a sua volta e, forse e soprattutto a se stessa. Che sia il corollario delle comparse più o meno presenti, ognuna di esse visibile, ognuna di esse indispensabile e utilizzata nella perfetta dose.
Un romanzo che ti prende subito e non ti lascia più, un romanzo che ti fa sperare che sia l’inizio di una nuova saga.
Monia Merli