
Autore: Carmine Abate
Pubblicato da Mondadori - Ottobre 2018
Pagine: 258 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Scrittori italiani e stranieri

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Sahra è una giovane somala che vive con la cognata Faaduma e la nipotina Maryan nel centro di seconda accoglienza a Spillace, un piccolissimo in Calabria. Finché un giorno sparisce, lasciando tutti sgomenti e increduli. A mettersi sulle sue tracce, "come un investigatore innamorato", è il suo insegnante di italiano, Antonio Cerasa, che mentre la cerca ne ricostruisce la storia segreta e avvincente, drammatica e attualissima: da un villaggio di orfani alla violenza di Mogadiscio, dall'inferno del deserto e delle carceri libiche fino all'accoglienza in Calabria. Anche quando tutti sembrano voltargli le spalle, Antonio continua con una determinazione incrollabile la sua ricerca di Sahra e di Hassan, il fratello di lei, geologo misteriosamente scomparso.

Lei aveva il sorriso di una bellezza così stralucente che dovevi chiudere gli occhi all’attimo, come davanti al sole appena spuntato dal mare.
A Spillace, sonnolento e dimenticato paesino calabro dove quasi tutti se ne sono andati a cercare fortuna all’estero o su al nord, nel centro di prima accoglienza per migranti, i “nivuri” sono il principale argomento di conversazione e di curiosità dei residenti. Ma su tutti spicca lei, Sahra, una donna somala di una bellezza accecante, con quel suo sorriso meraviglioso, da farti dimenticare tutto e tutti, elegante, fiera, intelligente, con quella scintilla negli occhi e nell’animo che infiamma il cuore di Angelo Cerasa, l’insegnate di italiano del centro. Poi all’improvviso Sahara scompare, nessuno sa più nulla di lei, sembra come inghiottita dai calanchi che circondano il paesino, nessuno l’ha vista, nessuno sa dove sia; solo la cognata Faaduma e la nipotina Maryan dicono che tornerà, non sanno quando, ma Sahra tornerà. Ma l’assenza di Sahra non è cosa che si può sopportare per il cuore “amorato” del giovane insegnate Angelo Cersa, e così, attraverso il filo del racconto di Faaduma, si mette sulle tracce di Sahra, in un viaggio nel tempo e nello spazio che non è solo la ricerca della bella somala, ma è anche un viaggio, emozionante e terribile, dentro realtà che mai avrebbe immaginato.
Attaccato alle parole di Faaduma, Angelo conosce la Sahra di Mogadiscio, vive con lei la ferocia di giorni violenti e terribili, si trova sul deserto libico, sente l’arsura desolata di un mare nemico; parte alla ricerca di questa donna coraggiosa ed impavida, lungo paesi e città che l’hanno vista arrivare, parla con persone che l’hanno conosciuta e da ognuna raccoglie un frammento di una personalità straordinaria, di una donna capace di trasformare la sofferenza in coraggio, di ingoiare le lacrime e offrire al mondo il suo sorriso migliore. Ma nella sua ricerca Angelo non ricostruirà solo la vita di Sahra e di Faaduma, si troverà dinanzi e senza veli la vita dei migranti, le difficoltà di integrarsi in un mondo che non li vuole e non li accetta, combatterà razzismi e pregiudizi, conoscerà quanto poco possa valere la vita di un migrante, di quanto la vita possa sempre fiorire, anche in mezzo al deserto più polveroso.
Le rughe del sorriso è un romanzo di forte impatto emotivo, che racconta tematiche attuali e profondissime, con un linguaggio lieve e delicato, mescolando dialetto ed italiano; mette il lettore di fronte a fatti e personaggi reali, che non possono essere più ignorati, che non sono altro da noi, ma che sono vicino a noi e di noi fanno parte. Tanti sono i temi affrontati, da quello dell’emigrazione a quello dell’integrazione, si parla di razzismo e di pregiudizi, di paura dell’altro ma anche di accettazione e di convivenza, di amore e di accoglienza.
Approfondimento
Carmine Abate ha scritto molto sugli italiani che nel tempo sono emigrati e ora, con questo romanzo scrive invece dei nuovi migranti, dei loro sorrisi così bianchi che celano così tanti dolori, e mette in parole una storia, che potrebbe essere la storia di tanti che lasciano le loro terre martoriate in cerca di una nuova terra, più benevola e più accogliente; ci costringe a vedere ed a tenere vicino ciò che invece ci rifiutiamo di vedere ed a cui ci ostiniamo a non fare posto. Sahra con il suo sorriso così luminoso e così vivo, che ha superato tante sofferenze e che è sopravvissuto indelebile a tanta violenza, ci guarda benevola e giustifica la nostra ottusità, il nostro finto perbenismo, la nostra accoglienza da salotto che però non si fa mai vicinanza; noi, con le nostre finte certezze, che ancora non siamo riusciti a capire che il dolore accomuna e ci rende tutti cittadini di un mondo così bello, perché fatto davvero di mille colori.
I migranti ci ricordavano troppo chi eravamo fino a ieri e molti lo volevano dimenticare, prendendosela con persone senza alcuna colpa, se non quella di avere un destino peggiore del nostro.
Romina Celani
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