
Autore: Valeria Parrella
Pubblicato da Einaudi - Maggio 2015
Pagine: 115 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I coralli
ISBN: 9788806214074

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Una cinquantenne che si innamora di un cameriere, dopo averne colto uno sguardo. Un “prigioniero per sempre” che diventa la consolazione di un carcerato cui la condanna prima o poi si concluderà. Un’adolescente che scopre, nono-stante tutto, la debole impalcatura costruita dai genitori per cercare di tenere in piedi famiglia, figli ed amanti. Otto rac-conti che parlano di vita e di amore.

Invece le mazzate fanno male sempre, sempre anche quando lei diventa uno straccio, quando se la passano sotto le scarpe- la testa fa questo, smette di opporsi e allora diventa riconoscente a chi la ferisce, Se sono uno straccio, dice la testa, per esistere ho bisogno di qualcuno che mi strizzi, che si pulisca le scarpe sopra di me. Ma le mazzate fanno male sempre, finché sviene.
Dal suo esordio come scrittrice nel 2003, Valeria Parrella ha raccontato l’amore nelle sue innumerevoli forme in libri di successo e testi teatrali. Non dimentichiamo che il suo romanzo Lo spazio bianco ha ispirato un film con protagonista Margherita Buy e regia di Francesca Comencini.
In questa raccolta di racconti- otto ad essere precisi- di nuovo si parla di amore e delle sue innumerevoli facce: che sia passione per uno sconosciuto, legame tra genitori e figli o più universalmente senso di vicinanza e comunione tra gli esseri umani poco importa. Quel che conta è che l’amore altro non è che il motore della vita. E la Parrella è abilissima ad immergersi in questo sentimento e a mostrarne ogni piega, dalla passione al dolore, dal tormento alla gioia pura.
Quelle presentate in ciascuno dei racconti della raccolta sono relazioni interrotte, sono amori inceppati o tentativi di mantenere vivo ad ogni costo il collante tra due persone. Sono storie presentate con un linguaggio tagliente come il più affilato dei coltelli, quello che riesce a penetrare nel profondo del cuore umano e a rivelarne l’abisso.
Ed ecco allora personaggi che si trascinano lenti tra malattie, pizzerie e preghiere, finché la vita non li sorprende con eventi improvvisi, in grado di dirottare per sempre il corso delle cose.
E dentro la città lei era una donna con un neonato attaccato al collo che andava verso varco Immacolatella a prendere una corriera per Amalfi. Vent’anni di matrimonio sono tanti, e lasciarsi fa paura anche se ci si continua a volere molto bene. Ma poi, al bivio tra Atrani e Ravello, già era, ancora era, tornava a essere Silvia…Una donna pratica che non pensò più ai suoi giorni venuti, ma solo a quelli da venire. Sul Vesuvio quel pomeriggio c’era la neve.
Otto racconti, alcuni un poco più lunghi, altri brevi o brevissimi, in cui pessimismo e disillusione sono il corollario di ciascuna storia, banale o eccezionale che sia.
Troppa importanza all’amore è una raccolta di racconti che parla di amanti che si sentono trascurati, di coppie improbabili, di famiglie infelici; sono racconti carichi di amarezza, struggenti e bellissimi, da leggere e da rileggere perché parlano di ciascuno di ciascuno di noi, uomini e donne solitari che combattono le loro guerre in solitudine.
Approfondimento
Quando scrivo racconti sono sempre felice: mi sento in un territorio mio. Credo che siano la misura giusta per i nostri giorni, il tempo tronco, caduco, veloce, rubato: leggere, e poi continuare la giornata. Scrivo racconti quando sento che la realtà è troppo sfuggente e varia per essere cristallizzata in una forma lunga.
Questo è quanto scrive Valeria Parrella nel risvolto di copertina. E quelle che troviamo nel libro sono infatti otto storie essenziali, in ciascuna delle quali viene presentato al lettore uno spicchio di vita, un desiderio del protagonista del racconto, un suo sogno, un suo segreto. E, per poche pagine o per poche righe, l’autrice è abilissima- grazie ad un linguaggio curatissimo che nulla lascia al caso- nell’invitare il lettore a partecipare ai sentimenti del protagonista del racconto, alla sua gioia, al suo dolore, alla sua disperazione.
Quanti anni ti mancano a finire la pena? Gli ho risposto che noi ergastolani non abbiamo mai anni in meno ma sempre anni in più.
Uno stile concreto, essenziale, mai banale; storie che erompono con una potenza inattesa e restano incollate alla pelle. Ancora e ancora.
Connie Bandini