
Autore: Mario Vattani
Pubblicato da Mondadori - Febbraio 2016
Pagine: 363 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Strade blu. Fiction

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Il Giappone visto attraverso gli occhi di un giovane italiano che si è integrato nella società giapponese e vuole fare carriera come aiuto regista; amore, sesso, ragazze, tatuaggi, pornografia, ma anche ciliegi in fiore e la ricerca di una purezza che alla fine verrà trovata.

Alex Merisi vive in Giappone ma non è un turista, ha imparato la lingua e gli usi dei giapponesi, sa perfino mangiare con le bacchette e si muove perfettamente negli intricati quartieri di Tokio. Si sta facendo tatuare il torace e le braccia con un complicato disegno simbolico di un dragone, e proprio l’ambiente dei tatuatori, una Family che ha il sapore delle cosche mafiose, gli dà l’opportunità di cominciare a lavorare nel mondo del cinema come aiuto regista.
Ed è qui che Alex si immerge per la prima volta in quell’acqua torbida che è il mondo del cinema pornografico giapponese: pur di lavorare accetta di tutto senza farsi domande, ma spesso torna a casa con una sensazione triste e spiacevole. Allora si butta insieme ad altri amici non giapponesi nel giro dei locali notturni: sesso facile, hostess, ristoranti lussuosi e discoteche squallide. Una sera un ricchissimo amico di un amico ha un malore in un locale e muore. Alex si lascia coinvolgere nel furto di una grossa somma di denaro al morto, e da quel momento la refurtiva e come sfuggire alla legge diventano un tarlo che non lo abbandona più e gli avvelena l’esistenza.
Nel frattempo Alex frequenta diverse ragazze, sembra essere attratto dalle storie brevi e senza impegno, e Tomomi forse è solo una di queste, ma invece questa ragazza si rivela essere quella fonte di acqua limpida, di semplicità, di chiarezza di cui Alex ha estremamente bisogno, anche se se accorge quando è costretto a una fuga da quello che è diventato il suo mondo, senza sapere se riuscirà a tornare.
“Mi chiedo se non sia veramente magica, questa ragazza.”
“Nulla di lei mi meraviglia, ma tutto di lei mi appassiona.”
Approfondimento
Il Giappone mi ha sempre affascinato per la enorme distanza culturale e mentale che ci separa dai suoi abitanti, e Doromizu ne è la prova evidente.
Mario Vattani riesce a farci respirare l’atmosfera di Tokio con i suoi quartieri caotici e futuristici, la bassezza dei locali notturni, ma anche la solennità dei santuari circondati dai ciliegi, tutto questo anche grazie a un uso molto ben congeniato di tanti vocaboli in lingua giapponese: spiegandoci il termine viene svelato anche il retroscena culturale e ci si trova immersi in un mondo alieno per noi occidentali.
Inoltre Doromizu riesce a darci del Giappone due visioni agli antipodi: a un certo punto Alex dice a Tomomi che lui è venuto in Giappone a cercare qualcosa che non trova, che il Giappone che cercava forse non esiste. Nei santuari dedicati agli eroi morti per la patria Alex ha visto giovani andare incontro alla morte sorridendo, e poi invece nella vita reale si trova davanti a una massa di venduti e prostitute, e non sopporta di filmare donne che si fanno umiliare, non sopporta di vedere la bellezza e la purezza gettate nella sporcizia.
Indubbiamente Doromizu descrive molto bene la parte sporca del Giappone, i locali notturni equivoci, in cui i giapponesi riescono ad allontanarsi dalla dura vita quotidiana fatta di lavoro estenuante e regole rigide, i love hotel in cui si rifugiano giovani ubriachi per fuggire dalla tristezza, la rigidità delle leggi per cui ti vengono date tante possibilità, ma se dimostri la malafede hai chiuso con il Giappone.
Però in fondo a tutta questa acqua torbida Alex riesce a trovare una fonte zampillante che pulisce tutte le brutture a cui ha assistito, e lo lascia intatto e fresco, anche se su un aereo diretto in Europa.
Consiglio questo romanzo a chi si vuole avvicinare alla cultura giapponese in modo non scontato.
Elena Naldi