
Autore: Tea Ranno
Pubblicato da Mondadori - 2014
Pagine: 396 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Scrittori Italiani e Stranieri

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Viola Fòscari ha quarantanove anni, un marito che la ama e due figli, con ognuno dei quali ha un rapporto profondo e complicato. E' una donna bellissima, ammirata – ma anche spiata e criticata – da tutti. Ma le manca qualcosa: il brivido, l'amore, la passione. E quel “qualcosa” arriverà, nei panni di un ragazzo che potrebbe essere suo figlio, e stravolgerà la sua immobile esistenza.

Tea Ranno non è un romanzo rosa. E nemmeno una storia d’amore, o una tragedia. Parla della Sicilia del Dopoguerra, del boom economico, eppure non è un romanzo storico. E’ tutte queste cose insieme, e molto di più. Istintivamente mi viene da definirlo come un romanzo di formazione: la formazione di un’adulta, Viola, di suo marito e dei suoi figli. Per quanto l’intreccio ruoti intorno alla figura della protagonista, è straordinariamente corale: ci sono vicende correlate alla principale, e tanti personaggi. Viola è semplicemente il polo di attrazione intorno al quale tutte le figure, con le loro vicende, ruotano: il figlio Giuliano, il suo fidanzamento, il suo amore per una fanciulla sfortunata, il secondo figlio Fausto, che con Viola ha un rapporto burrascoso e che più di tutti crescerà tra la prima e l’ultima pagina del romanzo. Sullo sfondo c’è una folla di personaggi minori, che paiono pupi o burattini, nobili e popolani che ci ricordano sia Il Gattopardo sia Camilleri: ciascuno di essi, anche il meno importante, è ben caratterizzato e ci aiuta a collocare la storia di Viola e della sua famiglia all’interno di un quadro storico – politico particolare.
Viola avrebbe tutto: bellezza, ricchezza, eleganza, una bella famiglia. Eppure le manca qualcosa, si sente incompleta. E in un momento di debolezza entra nella sua vita Paolo, che potrebbe essere suo figlio. La passione divampa pressoché subito, dopo un corteggiamento brevissimo. Viola sente di non essere più lei, si sente come posseduta da un “Pazza” che sceglie come agire, e la conduce rapida sulla via della rovina.
Viola Foscari è un romanzo pieno di sensualità dirompente: mi ha colpita positivamente la capacità dell’autrice di descrivere con eleganza le scene d’amore: c’è sensualità, appunto, ma non sesso nudo e crudo, fine a se stesso.
La penna di Tea Ranno si dimostra tagliente e affilata, mai eccessiva. Il ricorso al dialetto siciliano è raro, e mai fuori contesto. Descrive magistralmente i sentimenti di Viola, e riesci a farci vedere le cose sia con i suoi occhi sia, con lucidità, Viola stessa dall’esterno.
Un romanzo bellissimo, denso di significati: e questo è raro, secondo me, nella letteratura contemporanea.
Approfondimento
Leggendo Viola Fòscari mi sono spesso chiesta quale fosse il messaggio che l’autrice volesse lasciarci. Non sono riuscita a trovare una risposta univoca, credo ve ne siano molti. La relazione clandestina tra Paolo e Viola è qualcosa che istintivamente vorremmo condannare, ma non riusciamo a farlo, consapevoli che spesso nella vita esiste una sostanziale differenza tra ciò che si deve / dovrebbe fare e quello che si vuole fare. E proprio per questo ci fa bene leggerla: provando ansia e compassione (nel senso letterale del “soffrire insieme”) per Viola ci ricordiamo di quanto sia importante dare il giusto peso alle passioni e non smettere di rivolgere la nostra attenzione a chi ci sta vicino ogni giorno.
Credo che Tea Ranno ci voglia ricordare anche che niente, nei rapporti umani, è come sembra: vedendo Paolo con gli occhi di Viola,e poi con i nostri, percepiamo una sostanziale differenza. Che cambia completamente le carte in tavola, e ci mostra come a volte si rischi di perdere tutto per qualcosa di poco importante. O poco “vero”.