To Rome with love di Woody Allen lo ribadiva: Roma è metafora di sé stessa. È allegoria di vitalismo, approssimazione, magniloquenza, monumentalità e spontaneismo.
Se Roma ha colori suoi, questi sono quello del laterizio che la proclama signora e popolana sin dalle sue prime luci sull’Isola Tiberina e il grigio selciato che la declina in tutti i suoi gradi di pietre, piazze, fontane e scatti cinematografici prima e dopo le fauste Vacanze Romane. Perché, di fatto, Roma è, prima di tutto, nel nostro immaginario, vacanza, ovvero vacatio, non come assenza o vuoto, ma più ambiziosamente, come luogo dell’esenzione dall’obbligo di rispondere alle priorità riconosciute del vivere quotidiano per conquistare, senza sforzo, una dimensione iconica che non teme rivali.
Roma sembra nata apposta per orientare con la sua celebre cupola l’osservatore, per ubriacarlo del suo vento innamorato, stordirlo con il suo fiuto di lupa, porgergli i suoi fiori screziati di carciofo, condurlo su due ruote sui passi di Tiberio. I suoi stessi simboli riescono ad andare ben più lontano dei confini del suo atlante e conquistarsi un’autonomia semantica: la Bocca della verità, ad esempio, è oggi metafora di voce accreditata.
Roma è storia e leggenda: due chiavi di lettura inconciliabili, combattute fra scienza ed estro, che trovano oggi spazio congiunte in una mostra originale e intrigante, Local Icons, al Maxxi, visitabile fino alla prima settimana di Giugno.
Sette designer Gentucca Bini, Lanzavecchia + Wai, Marta Laudani e Marco Romanelli, Paola Navone, Patricia Urquiola, Stefano Giovannoni, Zanellato/Bortotto sono dunque protagonisti nel 2015 della promozione ufficiale dell’iconografia romana sempiterna nella Sala Carlo Scarpa nelle forme emergenti della funzionalità quotidiana.
Greetings from Rome, il titolo dell’esposizione, nuovo progetto nato dalla collaborazione tra il museo romano e Alcantara vi presenterà, pertanto, nuovi oggetti, portatori sani dei simboli immanenti della città, ormai quasi ologrammi della sua esistenza.
Dal talento dei magnifici sette, è nata, così, una piccola collezione ispirata all’Urbe e alla ricchezza del suo immaginario capace di vestire l’ordinarietà dell’oggi, dal fiasco al porta cellulare al lampadario cupolone, d’immenso.