Pensavi di essere il criceto operaio, insieme ai tanti altri, a far girare la ruota dell’Italia? Forse, forse, non lo sei. Forse nessuno più lo è. Lavori per una ditta italianissima che esporta, guidi una Fiat, voli solo con Alitalia, e paghi ogni maledetto canone Rai. Poi paghi tutte le tasse, perché sei povero quindi onesto, si sa che gli evasori sono quei mascalzoni di possedenti. Cosa puoi fare di più per far girare la ruota?
Nulla. E sapete perché? Credo che ora sia la ruota a far girare noi criceti. Come dei matti. Credo alle promesse dell’Italia perché lo Stato può promettere solo che non farai ciò che vorrai fare.
Se sei un neo-laureato stai girando nella ruota del lavoro come un esasperato; ti dispiace se d’ora in poi uso il termine precario? Dunque, precario, perché alla fine del tuo percorso di studio è mancata quella congiunzione tra studio-lavoro per il quale hai dato trenta esami e speso migliaia di Euro in tasse scolastiche che vanno a un Ministero a cui nemmeno bastano per pagare i tuoi stessi insegnanti. O forse sei tra i milioni di cassa-integrati. Lavoravi in un’azienda statale a cui sono stati tagliati i fondi, o per una sua ditta subappaltatrice. Pensavi di dare un colpo di reni e goderti la tua meritata pensione. Invece ora sei a casa a guardare tua moglie che è tornata dal fare le pulizie per una vicina di casa (per andare avanti), cucina e tuo figlio che gioca col Pc online, e non capisci più perché ti abbiano tolto anche questo: il ruolo nella tua famiglia. Pensi ancora alle marchette, i bolli versati dai tuoi datori di lavoro negli anni, che non bastano, alle “finestre” statali che non si aprono mai. La pensione è un miraggio quanto un nuovo lavoro alla tua età. Sei lì nel mezzo. Nel mezzo della ruota che dovevi far girare tu e che invece lo Stato, con le sue leggi, proroghe, incaute decisioni, tagli economici fa girare per te. E ti dice cosa devi essere d’ora in poi perché non ti fornisce alternative.
Lavori? Bene. Di certo non è il lavoro della tua vita, ma perlomeno sai che sul tavolo domani il pane ci sarà. Ma è sempre lo stato che ti dice quando potrai salire di livello, la meritocrazia è sostituita dalla burocrazia (quando funziona e le leggi sono applicate), se puoi ricevere un prestito per comprarti la macchina, attraverso la stretta applicata sulle banche in merito ai parametri sui prestiti. Quest’anno lo Stato ti aiuterà a pagare i libri di scuola per tuo figlio? Il ticket dei medicinali aumenterà? Il bollo della macchina resterà uguale o ci sarà l’aumentino pure lì? Le risposte te le daranno uomini in giacca e cravatta che rappresentano il tuo Paese e rappresentano pure a questo punto la tua possibilità di fare due settimane di meritate ferie in Sardegna dopo un anno intenso di lavoro.
Pensavo al “caso” Saviano. Ecco un altro esempio di criceto operaio fatto frullare nella ruota. Saviano il simbolo della lotta contro la mafia più recente in Italia, vuole essere usato dalla politica. E la politica fa gola a tutti, si sa. Mi ricorda il Di Pietro all’epoca “mani pulite”. Il simbolo dell’indipendenza della magistratura dalla politica nel nostro Paese, simbolo di giustizia contro gli “intoccabili”. Anche lui, nonostante gli avvertimenti di Montanelli e altri, chiamato dalla politica e poi, infatti, sceso in campo. Da sempre la politica applica a se stessa il modus operandi “quando non puoi combattere il nemico alleati a esso”. Questo non fa che confermare il tema del nostro discorso: in Italia non fai le cose che vuoi fare, che sai fare meglio. Il Saviano reporter. Il Di Pietro magistrato. Sarai obbligato, non potrai rifiutare di essere ciò che è stato scelto per la categoria di persone di cui fai parte. E questo è triste.
Perché mentre si fa gran parlare di scandali di “Palazzo”, di regime e conflitto d’interessi, di crisi economica cui nessuno si sente capace di affrontare, non si parli della libertà mancata dei cittadini. Degli operai, che ora stanno più in piazza che nel loro posto di lavoro e che nessuno tutela. E ogni volta le promesse disattese del TUO Paese che restano impunite. I soldi che viaggiano sempre dalla parte meno opportuna. Un assenza di diritti, una prigionia virtuale che trascina tutti nella miseria.