Il termine femminicidio si riferisce a tutti quei casi di omicidio in cui una donna viene uccisa da un uomo per motivi relativi alla sua identità di genere. Spesso, troppo spesso, questo genere di violenza viene compiuto da persone che hanno legami stretti con la vittima, mariti, compagni, fidanzati… padri. 2061 le donne morte dal 2000 al 2011, 7 su 10 di esse morte in ambiente familiare o affettivo, 81 i casi nei primi sei mesi del 2013… Vi basta? Continuo? Se non sono morte, per puro caso comunque sono state maltrattate, oppure sono perseguitate, subiscono stalking o minacce.
Tutto questo non può essere definito come fenomeno una novità ne tantomeno un record! Eppure, accade. Sempre di più. Violenza sulle donne. Prima forse i casi erano meno conosciuti, meno denunciati. Fatto sta che in Italia una donna ogni tre giorni muore, e non per cause naturali. Uomini che non accettano la fine di una relazione, violenti, possessivi, raptus, che però non sono improvvisi, di campanelli d’allarme ce ne sono tanti. Eppure… Sempre di più, sentiamo parlare di violenza coniugale ad esempio, violenza psicologica consiste nel manipolare l’altro per indurre stress, per mantenere od ottenere il potere nella relazione, facendosi burla delle necessità dell’altro, a volte fino a togliergli ogni esistenza personale. Occorre precisare inoltre che quando c’è violenza fisica, la violenza psicologica è sottintesa, costruita “a monte”. Infatti, vi è sempre una fase più o meno lunga di violenza psicologica, di manipolazione, prima che venga messa in atto una eventuale violenza fisica. Nessuno accetta di ricevere colpi di punto in bianco.
Occorre essere molto innamorati e dipendenti affettivamente per trovare scuse in certe situazioni. Pertanto, è particolarmente importante prevenire ogni forma di sopraffazione e violenza psicologica: sono l’anticamera della violenza fisica, sebbene questa non avvenga sempre. La violenza psicologica è una tattica vessatoria, fatta di parole o comportamenti ripetuti nel tempo capaci d’intaccare la dignità o l’integrità fisica e mentale del partner. Si tratta di umiliazioni, di abuso di potere, di manovre per isolare l’altro, farlo sentire colpevole ed inadeguato, fino a fargli perdere ogni stima di sé e, a volte, il gusto della vita. Presa separatamente, una parola o un’azione di questo genere può sembrare inoffensiva: è proprio l’accumulo di un tale comportamento che fa sicché sia una violenza psicologica, spesso nascosta fra le mura domestiche, vera opera di distruzione. Tg e Giornali non parlano d’altro ogni giorno. Sembra essere divenuto un “fenomeno” bello e buono, sembra quasi faccia “trend”. Dal 1999, l’ONU ha dichiarato il 25 novembre come la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. C’è da riflettere… Una giornata mondiale per la violenza sulle donne! C’è bisogno di sensibilizzazione secondo voi? Mi spiego meglio, c’è bisogno che un diritto “normale” appartenente a ogni essere umano vada reso GIORNATA MONDIALE?
Parliamo allora dello Stalking, altro “fenomeno” che è il preludio del femminicidio, è il retaggio che ancora rimane dal concetto di delitto d’onore. È si quello che viene troppo spesso taciuto, sorvolato, fino a che diviene invivibile… e fino a che una volta compiuto l’irreparabile, verrà comunque taciuto per sempre. Vi sono delle novità in campo legislativo. “La legge del 15 Ottobre 2013 n. 119 …Le nuove norme contro il femminicidio si basano soprattutto sull’inasprimento delle pene e delle misure cautelari. È stato introdotto l’arresto in flagranza obbligatorio per i reati di maltrattamenti in famiglia e stalking. La polizia giudiziaria potrà, su autorizzazione del pm, disporre l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare e il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Gli aggressori allontanati dalla casa familiare potranno essere controllati attraverso un braccialetto elettronico e dispositivi simili, e in caso di stalking potranno essere disposte anche le intercettazioni telefoniche. Rispetto al decreto legge, il nuovo testo prevede l’inasprimento delle pene quando la violenza è commessa contro una persona con cui si ha una relazione, e non soltanto se si convive o si ha un vincolo (recesso o meno) di matrimonio.
Le aggravanti sono previste anche quando i maltrattamenti avvengono in presenza di minori e contro le donne incinte. La legge non consente le segnalazioni anonime, ma mantiene segreta l’identità di chi le fa. Stabilisce inoltre che la persona che ha subito i maltrattamenti possa fare la denuncia e raccontare la sua testimonianza in modalità protetta, cioè senza la presenza del compagno. È stato risolto con una via di mezzo anche uno dei punti più controversi del decreto, che riguardava la possibilità di revocare o meno la querela. D’ora in poi la querela sarà irrevocabile per le minacce più gravi, tra cui quelle in cui sono coinvolte le armi, mentre potrà essere revocata nei casi di stalking più leggeri. La remissione sarà comunque decisa in tribunale davanti all’autorità giudiziaria.
L’irrevocabilità era stata decisa così da proteggere le donne da eventuali intimidazioni successive alla denuncia: molti sottolineano che la misura potrebbe trattenere ancora di più le donne dal denunciare i maltrattamenti, altri invece sostengono che la misura in modo “paternalista” non tiene conto a sufficienza della libertà di scelta delle donne. La legge prevede anche lo stanziamento di 10 milioni di euro, per un piano anti-violenza che verrà elaborato dal ministero per le Pari opportunità, e che avrà come obiettivo l’informazione e la prevenzione della violenza contro le donne, la promozione dell’uguaglianza di genere nelle scuole; la sensibilizzazione della stampa su come trattare l’argomento; la formazione di operatori in grado di aiutare le persone che hanno subito stalking e maltrattamento e il recupero degli autori delle violenze. I fondi saranno anche usati per raccogliere e aggiornare a livello annuale dati sul fenomeno e istituire una “task force” per affrontarlo a livello statale e locale. Verranno stanziate risorse anche per rafforzare i centri anti-violenza e le case-rifugio: si parla di 10 milioni di euro per il 2013, sette per il 2014 e dieci a partire dal 2015.” Indico le parti della nuova legge più salienti, per promuovere UNA DENUNCIA PERSONALE nei confronti della persona.
Spesso sono proprio le leggi a non funzionare come dovrebbero, e per questo spesso si tace per paura che appunto si possa ottenere l’effetto contrario… perché troppe volte è stato così, querele, allontanamenti non controllati hanno permesso comunque di prendere il sopravvento e di consumare delitti efferati. Dovrebbero tacere i tg che ogni giorno ci enunciano nuovi casi di violenza sulle donne. Incito a prendere parola, ad urlare aiuto, a confrontarsi a far valere se stesse e a salvaguardare il proprio benessere psicologico e fisico.