Il silenzio infranto
è quello che per anni ha sepolto la memoria dei 30mila desaparecidos vittime della repressione militare argentina nel periodo tra il 1976 e il 1083, uomini e donne imprigionati, torturati, uccisi e dissolti nel nulla in nome dei loro ideali, scomparsi senza lasciare traccia, forse gettati in mare o nelle acque del Rio de la Plata. Molti erano italiani, o di origine italiana, e ad essi è dedicato questo libro che, attraverso le testimonianze dei rarissimi sopravvissuti e dei loro parenti, ricostruisce le pagine più oscure e sanguinose della storia dell’Argentina, culminate nei processi avvenuti nel 2003 e nel 2007 e con la conseguente condanna all’ergastolo dei generali argentini Carlos Guillermo Suarez Mason e Omar Santiago Riveros. Migliaia gli emigranti giunti in Argentina in cerca di una nuova vita, che non trovarono altro oltre alle prigioni della dittatura, alla tortura e alla morte, e spesso le denunce e le grida disperate dei loro familiari caddero nel vuoto. Solo nel 1982 il Corriere della Sera rese pubblica la lista di 297 desaparecidos italiani, rimasta chiuse per anni nei cassetti dell’Ambasciata di Buenos Aires, i cui rappresentanti talvolta dimostrarono totalmente indifferenti alla violenza esercitata dal regime.
Le autrici di questo singolare volume, Carla Tallone e Vera Vigevani Jarach, hanno vissuto in prima persona la tragedia argentina, l’una sorella di un desaparecido, l’altra una delle celebri mamme di Plaza de Mayo, ed è per loro merito che la voce dei sopravvissuti ed il ricordo delle vittime riesce finalmente a spezzare il silenzio e ad emergere dall’oblio, con un pensiero rivolto anche ai bambini scomparsi durante la repressione, dei quali non è rimasto nemmeno il nome, alcuni persino nati in detenzione e, in un sadico gioco del destino, affidati a famiglie fedeli alla dittatura. Nel libro compaiono due splendide testimonianza, quella del giovane regista Marco Bechis, che ha affrontato il tema della repressine e dei desaparecidos in alcuni dei suoi films come Garage Olimpo e Hijos, e dell’allenatore di pallavolo e filosofo Julio Velasco, vittima della dittatura.