La nostra infelicità raggiunge il suo livello massimo solo quando intravediamo, sufficientemente prossima, la possibilità pratica della felicità.Le particelle elementari
è il romanzo che ha sedotto e terrorizzato centinaia di migliaia di lettori, regalando a Michel Houellebecq la celebrità, un notevole volume di critiche e la nomina di nichilista estremo e dissacrante.
Un giudizio non errato, se consideriamo la formazione scientifica di questo scrittore, che arricchisce i suoi testi di particolareggiate descrizioni cliniche, sezionando e analizzando da un punto di vista biologico le più profonde passioni umane.
A rappresentare il tentativo, del tutto normale e del tutto inutile, di trovare la felicità senza subirne le conseguenze, sono Bruno e Michel, figli di uomini diversi e di una madre girovaga e hippy per vocazione, simbolo ella stessa di un desiderio di trasgressione ben lontano da ogni concetto di libertà. Abissalmente diversi, ma intimamente simili, seguono percorsi estremi e paralleli. l’uno ossessionato da pulsioni sessuali incontrollabili, l’altro dedito solo alla scienza e ad un’apatica solitudine. Dopo essersi ignorati per anni, si perdono in lunghe conversazioni dalle quali emerge una profonda sofferenza che sta proprio in quella vita da loro scelta per evitare di soffrire.
Michel, biologo molecolare e vero protagonista del romanzo, come il chimico sepolto a Spoon River pare vivere solo di fronte alle reazioni degli elementi, alla calcolata imprevedibilità delle loro fusioni, affascinato dalla spaventosa possibilità di poter riprodurre l’uomo senza la necessità dell’amplesso. Al contrario, proprio dall’amplesso è affascinato Bruno, tanto che il sesso diviene per lui una malattia, un desiderio implacabile e morboso, slegato da ogni sentimento e praticato con una frenesia gelida e disperata.
Due punti di vista diversi che in realtà convergono verso la stessa immagine, quella di un’esistenza fredda e perfetta, inattaccabile dalle emozioni: non a caso uno dei loro lunghi dialoghi verte intorno al Mondo nuovo di Huxley. Entrambi rifiutano di cedere all’amore nel nome delle loro convinzioni, e la tragica morte di Christiane e di Isabelle, le uniche donne capaci di vedere in loro qualcosa di sublime, assume il valore di un sacrificio. Intanto, intorno a loro, il mondo va distruggendosi lentamente, aggrappandosi a paradisi terrestri di breve durata: beat, hippies, new age, meditazione, sesso libero ed estremo.
Leggendolo con attenzione, Le particelle elementari dichiara e condanna i fallimenti di una società in continuo degrado, rivelati con un linguaggio ricco di riferimenti storici, letterari, scientifici, filosofici, e con quella spietatezza cruenta tipica di Houellebecq. Ma, quando Michel accetta di dare un figlio a Isabelle e, giunto all’orgasmo, vede nella sua mente le prime divisioni cellulari, o quando Bruno rivela il suo lato più oscuro alla saggia dolcezza di Christiane, allora, anche nel materialismo glaciale che fa da sfondo al romanzo, scopriamo che non potremmo mai evitare di emozionarci.