
Autore: Benedetta Cibrario
Pubblicato da Mondadori - Ottobre 2018
Pagine: 756 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Scrittori Italiani e Stranieri

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I dieci anni che precedono il Risorgimento. Una giovane donna inglese, figlia di un commerciante di seta, sposa un aristocratico italiano, e intraprende un viaggio per raggiungerlo a Torino; ma, durante il tragitto, farà il suo incontro con il vaiolo che le ruberà per sempre la sua bellezza e la sua favola matrimoniale. Un amore che muore o che forse non è mai veramente nato in un periodo in cui:
“L’amore e il matrimonio sono due concetti appaiati per convenienza. Estranei l’uno all’altro quanto l’olio e l’acqua. Gli uomini che si uniscono per amore alle donne non sono che assai raramente disposti a unirsi alle stesse nel matrimonio. Nei romanzi vorrebbero convincerci del contrario; e il desiderio di credere a una così palese sciocchezza è talmente diffuso da assicurare a questi prolifici autori un pubblico di lettori fedelissimi.”
Ma questo è un romanzo che parla, soprattutto, di storia. Un romanzo nel quale ritroviamo temi attuali come i vaccini, la migrazione e, anche, inaspettatamente, il tentativo di emancipazione della donna. Un romanzo che ci fa capire come la storia tende a ripetersi.

Anne, figlia di un ricco mercante di seta inglese e bellissima ragazza, sposa Prospero, militare e aristocratico italiano di stanza a Londra. Il loro è un matrimonio contro gli schemi.
A Londra … i commercianti non si mescolano con l’aristocrazia. Ci sono delle regole.
E questo nemmeno a Torino, dove Anne raggiungerà il marito, ma dove arriverà profondamente cambiata (e non solo nell’aspetto fisico) dal vaiolo. Si troverà, quindi, a dover affrontare un marito che le riserva solo freddezza e un ambiente che l’accoglie come un’estranea, una straniera. Ma, piano piano, Anne maturerà, imparerà la lingua e si amalgamerà alla vita politica e sociale piemontese, facendo emergere lo spirito intraprendente che ha appreso nella bottega del padre. E se, forse, non riuscirà a riconquistare il marito, sicuramente attirerà l’affetto e la fiducia di quel suocero conservatore che non aveva accettato di buon grado il matrimonio del figlio.
Ma Il rumore del mondo non è il romanzo della sola Anne, è un romanzo corale, dove ogni personaggio si guadagna uno spazio e, soprattutto, rappresenta una sfaccettatura di quel complicato decennio che porta l’Italia verso il Risorgimento. Ognuno ha un ruolo nel rappresentare lo scontro/incontro tra nuovi imprenditori (Enrico Verra, uomo di cui forse Anne si innamorerà) e aristocrazia (Casimiro, il suocero anziano e malaticcio di Anne, personaggio fondamentale sia per la stessa Anne che per il romanzo tutto), tra le varie classi sociali (dalla cameriera Eliza, che vivrà una storia tutta sua, alla Sig.ra Manners e i suoi viaggi), tra uomo e donna o tra straniero e locale. Ognuno ha un suo ruolo per illustrare la politica del tempo, i progressi della scienza o del commercio e il tema ricorrente del viaggio. E in questo sono magistrali i dialoghi che Benedetta Cibrario mette in scena: sembrano essere concepiti proprio in quel periodo storico e recitati in costume.
La scrittura e la conseguente lettura è lenta, ma questa viene sentita come un’esigenza per la ricostruzione di quel periodo, dove il tempo non era percepito fuggente come oggi, dove lo stesso era scandito dall’attesa di una lettera. Tanti sono i particolari descritti: dettagli che ci aiutano a “vedere” un’epoca lontana da noi. Ci si sofferma sul cibo, sugli abiti, sulle ambientazioni. Tutto fa capire il lungo lavoro di ricerca che c’è alle spalle di questo romanzo.
Il rumore del mondo è caratterizzato da diversi generi di scrittura: si passa dal romanzo epistolare, al diario, alle pagine di un guida di viaggio, al racconto vero e proprio fatta da un narratore esterno, fino a una sorta di bollettino storico. Nelle lettere troviamo il vero animo dei protagonisti, è la parte nella quale finalmente si aprono e si confessano (in fondo quello era l’unico modo di mantenersi in contatto con famiglia e amici, e per Anne sarà questo l’unico legame che le rimane con Londra e i suoi cari). Fuori dalle lettere i personaggi sono solo le comparse utili a delineare il periodo storico che stanno vivendo. La storia, quei dieci anni che vanno dal 1838 al 1848 paiono essere i veri protagonisti del romanzo.
… non è leggendo i giornali che possiamo farci un’idea di quello che succede. Sono le chiacchiere e i borbottii che ci informano. Sono le mezze frasi il metro con cui dobbiamo misurare l’attualità. Il passato è passato solo per modo di dire. Soltanto gli imbecilli non imparano dalla storia. Io quello che ho imparato ce l’ho stipato tutto qui dentro… Io voglio capire prima di dimenticare.
Approfondimento
La storia di Anne è la storia dell’illusione e della disillusione di un amore, è la storia del distacco da una famiglia e del dover ripartire da capo, è una storia come tante già viste e lette. Affrontare questo romanzo pensando di provare empatia con la protagonista è sbagliato, lei è solo un mezzo, un ingranaggio che l’autrice utilizza per raccontare quello che è lo sfondo delle vicende: il fermento di quel particolare periodo storico.
La sensazione è quella che Benedetta Cibrario non entri mai completamente nell’animo dei protagonisti; del resto lo stesso periodo storico non è un periodo di confidenze, ma di diplomazia, è un periodo in cui il “tu” non esiste, in cui ci si rivolge anche alla propria sorella in terza persona, un periodo che non permette di penetrare mai del tutto, ma che fa rimanere in superficie. La Cibrario però entra e va a fondo a quel momento storico, facendo emergere il suo amore per la storia. Storia che, in fondo, come lei stessa ha affermato:
… non è nient’altro che il rapporto che il singolo ha col mondo che ha attorno. Se lo guardi trenta o cinquanta anni dopo diventa storia, ma nel momento che ci sei immerso è solo la tua cronaca, la tua vita.
Monia Merli
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