Autore: Antonio Pennacchi
Pubblicato da Mondadori - Settembre 2020
Pagine: 492 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Scrittori Italiani e Stranieri
ISBN: 9788804678939
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“Quello che è stato è stato, e non c’è niente da fare: Manrico non torna. L’unica per un uomo è andare avanti. Tenersi il dolore nelle viscere e continuare a fare quel che s’ha da fare: seguitare a lavorare come già suo padre, i suoi zii e i suoi nonni di fronte ad ogni disgrazia e avversità ancorati al reale, al dovere che man mano im-pone il divenire generale del cosmo, fino all’ultimo istante di nostra vita.”
Terzo romanzo della saga che ha per protagonisti i membri della famiglia Peruzzi. Siamo negli anni Cinquanta, a Littoria, poco prima che diventi l’odierna Latina, che grazie alla strada del titolo, appunto, verrà collegata al mare.
I primi gatti nel Pontino li introdusse direttamente il fascio da Roma: raccattarono due o tre furgoni pieni di felini tra il Colosseo e i Fori – con le vecchie zitelle grattare che strillavano: «no, il micetto mio noooo» – e li vennero a scaricare a Borgo Grappa.
I Peruzzi sono una delle tante famiglie venete arrivate nel Lazio durante il regime fascista ai tempi della bonifica dell’Agro Pontino. Sono un vero e proprio clan, perché malgrado siano spesso in disaccordo tra loro e di conseguenza molto litigiosi, nel momento del bisogno si rivelano unitissimi.
In questo romanzo facciamo la conoscenza di Otello, Manrico, Accio e di tutti i figli e le figlie di zio Benassi e di Santapace Peruzzi. Come in tutte le saghe familiari, le vicende dei personaggi si mescolano con la storia del nostro paese.
Siamo nel dopoguerra, nel periodo del boom economico. L’autore ci fa rivivere i ricordi dei vecchi giochi come la campana, acchiapparella, guardie e ladri. Avvenimenti tragici e comici si accavallano tra loro per dar vita ad un racconto in cui non ci si annoia mai, perché la storia è talmente incalzante che non dobbiamo distrarci se vogliamo stare al passo con gli eventi narrati.
Approfondimento
La storia che ci racconta l’autore è densa di avvenimenti, ma soprattutto di personaggi. Talmente tanti che alla fine facciamo quasi fatica a ricordarli tutti, ma poco importa, perché quelli più importanti li riconosciamo subito e li teniamo bene a mente.
A rendere ancora più concitata la lettura contribuisce lo stile narrativo: la vicenda è narrata in prima persona dal nipote di zio Benassi, che si rivolge direttamente al lettore, incalzandolo continuamente, dandogli del lei, rendendolo parte della storia, non come uno spettatore, ma quasi come un personaggio.
Sembra proprio di ascoltare uno di quei racconti della tradizione orale, tipici delle famiglie contadine durante un raduno domenicale.
La strada del mare è un romanzo da leggere d’un fiato, tenendo ben presente che se gli accadimenti narrati sono frutto della fantasia dell’autore, questi ha compiuto altrettanto lavoro di indagine storica, precisa e puntuale, per offrirci un libro realistico dal punto di vi-sta veridico, ricalcando in maniera documentale la storia dell’Agro Pontino degli anni Cinquanta.
Monica Saliola