
Autore: Hiro Arikawa
Pubblicato da Garzanti - Settembre 2017
Pagine: 304 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narratori moderni

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Un gatto e il suo padrone, ad unirli un legame speciale. Dopo cinque anni Satoru non potrà più prendersi cura di Nana ed insieme affronteranno un lungo viaggio attraversando il Giappone alla ricerca di un nuovo padrone.

Con Satoru a fianco ho fatto il giro del vicinato e poi sono tornato al nuovo palazzo. Davanti alla prima porta del ballatoio ho miagolato: Apri! Ho guardato in su, e Satoru stava sorridendo commosso.
«Devi tornare sempre qui.»
Appunto, perciò sbrigati ad aprire!
«Allora vuoi diventare il mio gatto?»
Sì, però ogni tanto ci facciamo un giretto, okay?
Ed è così che sono diventato il gatto di Satoru.
C’è un gatto randagio senza nome all’inizio del romanzo. La sua fortuna per quell’inverno è stata trovare una macchina col cofano caldo e un umano che ogni tanto lascia il cibo per lui. Satoru riesce a ingraziarsi quel gatto guardingo, un po’ come fa il Piccolo Principe con la sua volpe e in poco tempo il lasciare del cibo in cambio di una carezza diventa qualcosa di più, soprattutto quando il gatto capisce che Satoru è la prima persona alla quale chiedere aiuto dopo un incidente. Diventare il suo gatto, vuol dire sacrificare la sua libertà e la sua indipendenza, ma anche poter condividere momenti preziosi con qualcuno a cui voler bene.
Dopo cinque anni, però Satoru non può più tenere il gatto e intraprende un viaggio per trovare un nuovo padrone tra le sue vecchie conoscenze: l’amico d’infanzia con il quale ha condiviso il primo gatto; Yoshimoto, conosciuto durante l’adolescenza, entrambi con il peso di crescere senza genitori per motivi diversi; il primo amore mai dichiarato e infine la zia che da sempre si è presa cura di lui.
Gli amici di Satoru riescono grazie all’incontro con i due a sistemare qualcosa nelle loro vite e a migliorare i rapporti umani che avevano compromesso. Il viaggio attraverso il Giappone è un pretesto per unire il gatto e il suo padrone in un modo unico, per vedere la natura con occhi diversi (il mare che terrorizza Nana o la bellezza dei colori dei fiori che incantano entrambi), fino alla rivelazione finale del vero motivo per il quale Satoru non può più tenere il suo gatto che lascia un po’ di tristezza.
Il viaggio di entrambi è metafora della vita in senso universale che vuole essere un messaggio positivo e ci invita a guardare il mondo in modo più semplice e ad apprezzare la felicità nelle piccole cose.
Il tema di fondo di Cronache di un gatto viaggiatore è l’amicizia tra Nana e Satoru, ma non è solo questo. Non si tratta soltanto di raccontare la vita di un gatto e di chi se ne prende cura, non è solo riportare dei pensieri felini su carta, non è soltanto descrivere un viaggio e il passato di Satoru. In Cronache di un gatto viaggiatore, oltre alla semplicità della narrazione, c’è un livello di lettura sotteso che ci invita a fare della storia di Nana e Satoru, un esempio di speranza e di condivisione. Il ragazzo accoglie il gatto come la sua famiglia aveva fatto con lui, non hanno paura di rimanere soli in quanto c’è qualcuno nelle loro vite a cui dare affetto e quello che si dà, alla fine rimane nostro per sempre. Un viaggio che riporta alle origini, fa divertire con la simpatia di un gatto e con la sua arguzia, fa commuovere e fa pensare.
«Che meraviglia!» ha mormorato, ma stavolta con la voce rauca. Chi l’avrebbe detto che alla fine di questo viaggio avremmo potuto vedere una cosa simile…che io e Satoru avremmo potuto vedere insieme qualcosa per la prima volta nella vita… Nessuno di noi due dimenticherà di questo arcobaleno che ci è venuto addosso come una benedizione per la fine del nostro viaggio.
Approfondimento
A raccontare la storia in Cronache di un gatto viaggiatore è il gatto in prima persona, e usa un linguaggio semplice, i periodi sono brevi e lineari. Il gatto traduce in parole i suoi atteggiamenti e ci si addentra nella psicologia di tutti i gatti del mondo che riescono ad avere un legame forte con il proprio padrone. In effetti leggendo il libro ho scoperto curiosità sui gatti che non conoscevo.
Il gatto viene chiamato Nana (sette) in ricordo del precedente che si chiamava Hachi (otto) e il viaggio intrapreso racconterà anche la vicenda di Satoru così intensamente legata a quella del suo primo gatto. Una volta iniziato il viaggio la narrazione in terza persona si alterna a quella di Nana e ai suoi pensieri felini e ci permette di capire la vita e il passato di Satoru Miyawaki che si rivelerà a tratti doloroso.
Hiro Arikawa narra con estrema semplicità temi molto complessi, infatti non c’è solo l’amicizia tra il gatto e un umano, ma un mondo di amicizie, affetti, sentimenti che legano le vite di tutti i personaggi e riescono a emozionare e a lasciare un messaggio positivo nel lettore. Ammetto che per il primo capitolo ho pensato che il libro fosse troppo banale, credevo che fosse la solita storia incentrata su un gatto, invece piano piano viene voglia di leggere e capire meglio le varie situazioni e solo alla fine, quando ogni cosa del passato di Satoru e del suo futuro viene svelata, riesce ad emozionare. Sono entrata in empatia totale con il protagonista, diversamente da molti romanzi giapponesi, tanto che mi è venuta voglia di avere un gatto come Nana.
Lasciatevi coinvolgere da Cronache di un gatto viaggiatore senza timori, anche se non siete “gattofili”, ne varrà la pena.
Gloria Rubino