
Autore: Marco Franzoso
Pubblicato da Mondadori - Settembre 2018
Pagine: 156 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Scrittori italiani e stranieri

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✪ Le recensioni dei lettori su Goodreads
La mamma, irrimediabilmente irrequieta.
L’Avvocato, puntualmente fuoriluogo.
La Psicologa, fastidiosamente accomodante.
Il Giudice, maniacalmente ossessionata dalle etichette: buono o cattivo.
E poi c’è Matteo, “il minore”, completamente indifeso in quel mondo di adulti, fatto di parole difficili, usate con leggerezza, nonostante la loro violenta capacità distruttiva.

Matteo è solo un ragazzino delle medie, ma la vita lo ha già costretto a fare le cose “dei grandi”.
La morte di papà in un terribile incidente stradale fa crollare il microcosmo incantato di Matteo che, in una manciata di secondi, si ritrova senza il suo punto di riferimento, non potendo neanche più contare su sua madre, costantemente depressa e incapace di prendere le redini della famiglia. La donna, confusa dalla sua stessa ansia e dai dubbi consigli dei suoi genitori, bisognosa di ritagliarsi del tempo per sé stessa, decide di mandare il figlio al Grest parrocchiale per tutto il periodo estivo. Inguaribile accondiscendente, Matteo non obbietta alla decisione di sua madre, interrompe la sua solitaria routine e si lascia fagocitare da quelle giornate fatte di squadre e di giochi.
Al Grest Matteo scopre di avere una grande passione, quella per la musica, tanto da decidere di prendere lezioni di tastiere da Don Andrea. Tuttavia, proprio quelle ore spese al pianoforte della chiesa, si macchiano di una violenza viscida che Matteo non riesce nemmeno bene a capire: come riconoscere il male quando è inferto proprio da chi del bene si è fatto simbolo? Matteo si ritroverà così catapultato nel mondo dei grandi, conteso tra le mani di Psicologa, Avvocato e Giudice, incapaci di vedere in lui un semplice ragazzino, bensì pronti a catalogarlo meramente come l’ennesimo caso da chiudere.
Una storia dura, una storia commovente, una storia che fa riflettere profondamente. Cosa significa aiutare un minore? Gli adulti, con le loro procedure e le loro belle parole, non rischiano di ferire piuttosto che curare?
Franzoso non lascia trasparire il proprio giudizio, lascia semplicemente che il suo racconto parli; starà poi al lettore, dopo l’ultimo capitolo, tirare le fila di una riflessione tagliente e scomoda.
Approfondimento
Impossibile non immedesimarsi, sin dalle prime batture, nella figura di Matteo. I crampi allo stomaco, la nostalgia di papà, il senso di vuoto, l’incapacità di esprimere i suoi veri pensieri, la pacifica accettazione delle decisioni altrui: il lettore riesce a provare tutto sulla sua pelle, arrivando a comprendere Matteo molto più di quanto non riescano a fare gli altri personaggi della vicenda.
L’effetto che Franzoso riesce a ottenere con il suo testo è, al contempo, potente e disarmante. L’autore non scende mai nel dettaglio della violenza subita da Matteo, lascia piuttosto che arrivi al lettore attraverso la forza del non detto. Franzoso non si ferma qui; la sua riflessione non è circoscritta all’abuso di un Don – simbolo del bene – su un minore, ma va ben oltre: le parole incomprensibili dei grandi, la confusione di una madre depressa e scostante, un avvocato allampanato senza filtri, una psicologa talmente comprensiva da sembrare falsa e un giudice che mira solo a trovare la verità senza mezze misure. Non rappresenta tutto ciò un’ulteriore violenza per un ragazzino? La vera ferita di Matteo non è tanto arrecata dall’abuso– che lui nemmeno riesce a ricordare – quanto dal modo in cui “i grandi” lo hanno voluto gestire.
Uno stile impeccabile, un racconto coinvolgente, un protagonista che entra nel cuore.
L’innocente è un libro di qualità, dedicato ai sommelier della lettura.