Autore: Hakan Günday
Pubblicato da Marcos Y Marcos - Gennaio 2016
Pagine: 492 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Gli alianti
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Daha, ancóra, è l’unica parola turca che i migranti clandestini conoscono. Viaggiano nel cassone di un ca-mion guidato da Ahad che attraversa il bosco e li nasconde sottoterra in una cisterna dove rimangono al buio sognando la Grecia. A guardia di questo nascondiglio sta Gazâ, il figlio di Ahad, orfano di madre che ha imparato ben presto un’unica lezione di vita: sopravvivere.
L’oscurità non è nemica della luce e nemmeno il contrario. Esiste un’unica, vera opposizione ed è valida soltanto in biologia: vita o morte…
Gazâ ha nove anni ed è un bambino intelligente che è diventato grande troppo in fretta. Orfano di madre e cresciuto con un padre trafficante di schiavi, ha imparato due cose nella sua vita: la sopravvivenza e il disinteresse. Quest’ultimo nasce dalla prima. Ha imparato anche a ignorare gli occhi spaventati degli schiavi chiusi dentro la cisterna e praticamente è come se non sentisse le loro voci che gli chiedono ancóra acqua, cibo, aiuto.
Gazâ è spietato, disumano, senza scrupoli, come suo padre. Solo una cosa risveglia in lui un briciolo di umanità ed è una rana di carta che un afgano di nome Cuma, che significa Venerdì, gli ha regalato. Cuma è infatti l’unico amico che abbia mai avuto.
Un momento di svolta nella vita del giovane viene segnato da un grave incidente; lui è l’unico sopravvissuto e libero dal padre inizia una vita nuova. Legge e studia ma quella oscurità dentro il suo cuore in qualche modo trova sempre la maniera di avere la meglio.
Proprio quella rana di carta diventa per Gazâ quasi un simbolo di speranza, qualcosa che funge da luce alla fine del tunnel, anzi dei vari tunnel dentro i quali il ragazzo cresciuto troppo in fretta si ritrova: follia, droga, violenza. Una continua lotta tra il bene il male in cui lui cerca disperatamente risposte, cerca disperatamente quel confine tra luce e ombra che sembra impossibile da trovare.
Ancóra è un romanzo che racconta, in modo quasi crudele, senza filtri, un mondo che si conosce ma di cui si fa finta di non sapere nulla: quello della schiavitù. Il male è in ogni parola, in ogni pensiero, in ogni momento di questa confessione di Gazâ e la confessione è la forma dell’intero romanzo. Ma tra le righe, tra le crudeltà e le cattiverie che vengono raccontate, tra l’inferno vissuto dagli schiavi e confessato dal protagonista, si legge, grande e invadente, la ricerca di una umanità; una sensazione di non appartenenza.
Se dicessi che leggere Ancóra è stato facile mentirei, se dicessi che mi è piaciuto moltissimo anche. Ma se dicessi che in qualche modo mi ha lasciato dentro una miriade di sensazioni contrastanti allora direi la verità. Perché l’ha fatto.
Non è una lettura adatta a questa rovente estate, se lo chiedete a me, non proprio una lettura da ombrellone insomma, ma è comunque un libro che va letto almeno una volta nella vita. È ricco di tutto, di speranza, di dolore, di doloroso realismo, di ricerca, di luce e buio, di bene e male.
Lo stile è sintetico nei dialoghi – forse a volte troppo – ed è eccessivo in altri punti. Un contrasto che comunque dona alla storia un ritmo incalzante e mai noioso nonostante la delicatezza del tema trattato. Scorrevole presenta comunque alcuni momenti più scorrevoli e altri meno, come quasi tutti i libri, ma questi non tolgono nulla alla fluidità e leggibilità del libro.
Approfondimento
Ed eccoci al connubio tra tv/cinema e lettura.
Oggi, per il mio amato connubio, farò il nome di un regista italiano che secondo me saprebbe fare di questo libro un film decente: Paolo Sorrentino. Forse è una scelta banale (e forse sbagliata?) ma se penso alla sinteticità dei dialoghi, all’eccessivo realismo e alla magnificenza di alcune parti di Ancóra allora mi viene in mente l’ottimo lavoro che Sorrentino ha fatto con La grande bellezza e mi viene da pensare che sarebbe adeguato come regista per un possibile futuro film.
Sicuramente ci saranno molti e molti altri registi più capaci di lui che in questo momento mi sfuggono quindi lascio a voi lettori la parola su questo punto e vi auguro una buona lettura!