Autore: Giuseppe Lupo
Pubblicato da Marsilio - Ottobre 2019
Pagine: 208 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Romanzi e racconti
ISBN: 9788829702534
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Dall’incertezza dell’infanzia ai successi dell’età adulta, il protagonista si svela senza pudori, con il candore e la poesia nati dall’amore per i libri respirato fin da bambino tra le mura di casa. Guidato dagli insegnamenti dei genitori insegnanti, il giovane insicuro che ha perso le parole troverà la sua strada nel mondo e nella vita.
A quattro anni la vita di Giuseppe viene stravolta dalla nascita della sorellina: da quel momento il fratello maggiore si sente non amato, superfluo e la sua reazione è un silenzio buio e ostinato, in cui le parole diventano nemiche e lontane, come la sorellina che non ha altra colpa se non quella di esistere. I saggi genitori, entrambi maestri illuminati, a contatto con circoli letterari e persone acculturate e moderne, riescono a fare risorgere il bambino dalla sua cupezza e a farlo tornare ad amare la vita e la sorella.
Seduti uno di fronte all’altra, tornavamo indietro negli anni, ai tempi in cui era volato via quella specie di velo che si era intromesso fra noi al tempo della sua nascita: lei rivendicava il suo ruolo nel mondo, io sapevo che il mondo non poteva essere soltanto mio.
Restano però presenti nel protagonista una dose di tristezza e una sensazione di inadeguatezza che lo accompagnano negli anni della scuola, fino all’università che sceglierà di frequentare lontano dalla sua famiglia e dai suoi luoghi del cuore, rendendo la depressione ancora più marcata. Saranno gli insegnamenti di letteratura, la lettura e la scrittura a farlo sopravvivere.
Anche i sentimenti verso la ragazza amata si esprimono attraverso i libri che essi leggono: a lei piace Garcia Marquez, quindi lui la immagina immersa nella magica atmosfera sudamericana. Lui invece preferisce New York e il sogno americano, e si dedicherà alla scrittura di un libro su un emigrato dalla Basilicata agli Stati Uniti. Le figlie nate dalla loro unione riempiono il “vuoto dell’imperfezione” ma il protagonista continua a sentirsi inadeguato, incerto, in bilico tra l’Appennino e Milano, tra il passato e il futuro. Il ragazzo è diventato padre, o almeno ha scelto e finto di esserlo, anche se non si sente pronto, deve ancora trasformarsi in un uomo e l’unica via che conosce è la scrittura. Presenta i suoi dattiloscritti a editori e scrittori con tenacia ma senza successo, finché, dopo un lungo tirocinio di pazienza e delusioni, lo scrittore riuscirà a realizzare i suoi sogni, guarire le ferite e finalmente dare un senso a tutti i sacrifici, la lontananza dalla sua terra e il silenzio che lo ossessionava.
Approfondimento
La chiave di volta di questo romanzo sono le parole: quelle mancate nel silenzio dei primi anni dell’infanzia del protagonista, poi ritrovate grazie alla letteratura e quindi, da studente, cercate e amate attraverso la scrittura. Ed è proprio lo stile della scrittura ad essere unico in questa storia: parole cercate con cura che trasmettono esattamente i sentimenti del bambino impaurito, o frasi curate all’estremo che rendono visivamente lo smarrimento del ragazzo solo a studiare nella grande città.
I luoghi geografici hanno un’importanza basilare: l’Appennino del Sud, la Basilicata in cui il protagonista nasce e cresce, Milano e l’Alta Italia (nelle parole della madre) prima sognata come culla del benessere e della cultura, poi città stanziale dello studente universitario e patria delle possibilità e dei sogni letterari del giovane scrittore.
…era quella l’Italia a cui sentivo di appartenere: l’Italia umile e carnevalesca dei popoli che dormirono il loro sonno sotto le coltri dell’Appennino. Il mito di una Lombardia verticale, incoronata da vette innevate…
Con la maestria già conosciuta nei lavori precedenti, Lupo ci guida in un viaggio attraverso l’Italia e gli anni ’70 e ’80, ma anche attraverso la letteratura e l’arte immensa dello scrivere.
La scrittura porta alla salvezza, perché scrivere è raccontare la parte migliore di sé stessi e mentre si scrive, si vive.
Elena Naldi