
Autore: Don Winslow
Pubblicato da Einaudi - Giugno 2016
Pagine: 480 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Brossura
Collana: Stile libero big

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“Non avrebbe dovuto aprire”. Neal Carey non si trattiene e apre la porta all’ospite, e rompe il favoloso equilibrio della baita in cui vive da tempo, in compagnia di poche cose essenziali, il silenzio, i libri, la natura. Un ambiente ideale, il mio clima ideale, ma credo anche quello di molti di noi lettori.

Un uomo di innumerevoli mestieri, quale è ed è stato Don Winslow, scrivendo China Girl sembra quasi voglia immaginarsi monaco, ritirarsi a leggere e studiare, ma, io me lo raffiguro mentalmente durante le ore di scrittura nel suo luogo preferito, mentre dà vita a questa storia, e ci ricasca subito e butta nella mischia il protagonista Neal Carey, che nel giro di poco tempo sarà risucchiato da un vortice di eventi intensissimo.
Uno scienziato scompare, Neal potrebbe essere anche contento, condividerne la gioia, magari è nella baita al di là della valle dove si trova lui, e vive serenamente la sua stessa vita, con le stesse paure. Ma come io ricordo spesso, la nostra vita è costellata di loculi comuni. Sì. Loculi, tombe. Loculi comuni, e quindi scomparsa uguale, sequestro, probabilissimo omicidio preceduto da animalesca violenza sessuale di gruppo, sperma e sangue ovunque, dipartimenti della scientifica con tute sul luogo del delitto e giornalisti, telecamere e talk show televisivi, soubrette che se solo vedessero una goccia di sangue si accascerebbero in diretta, ma fanno domande di uno scabroso che non si capisce come un parente intervistato riesca a trattenersi dal far partire un upper cut definitivo.
Anche questa volta però è vero. La scomparsa è tale in senso negativo, non si trovano addirittura un paio di persone, una coppia, due amanti. Neal, all’inizio reticente, si ripiglia al volo quando li ritrova immediatamente a San Francisco, meravigliandosi delle sue stesse capacità.
Ah ah! Siamo solo all’inizio. Trovati. Spariti. Tutto accade in un paio d’ore, tempo una cena e un bagno in piscina, anzi un idromassaggio. E da qui in poi ne succedono di tutti i colori. Non è una frase banale. È proprio vero. Ci trasferiamo dall’altra parte del mondo, prima a Hong Kong e poi nella Cina vera, non quella della TV, del Pil a due cifre etc.
È un tripudio, o un vomito, deciderete voi leggendo, un rincorrersi di colori, odori, immagini, vi sembrerà di correre a rotta di collo tra vicoli strettissimi, con l’angoscia di trovare un muro invalicabile alla prossima svolta. E invece troverete nuovi personaggi, nuove storie, nuovi fatti che vanno a complicare sempre più la storia. Il nostro detective è stanco, sta per mollare. Il gioco vale la candela?
Per me sì, per me che so come andrà a finire, ne vale davvero la pena. È un gioco pericoloso, delicato, ma Neal vuole tornare nella sua baita. In realtà a lui del caso non gliene frega nulla.
Ci credete?
Lo vuole così tanto, che si inventa addirittura un nuovo metodo investigativo, che come tutte le novità turberà tutti coloro, la maggior parte, che in questo vecchio mondo non sono abituati ai cambiamenti, non sono avvezzi a lasciare la strada vecchia per una nuova, tantomeno a fidarsi di un americano.
E allora quale posto migliore di Hong Kong per nascondersi e nello stesso tempo adatto al pedinamento senza farsi notare? Neal è sconvolto dalla dicotomia baita-Hong Kong, ma è una buona carta da giocare e Li Lan va trovata pur se nascosta come un ago in un pagliaio, perché dove c’è Li Lan c’è Pendleton, ed ecco la coppia di amanti scomparsa.
Approfondimento
Se amate lo spionaggio, se avete “amato” le storie da guerra fredda, qui vi troverete in paradiso. Il labirinto in cui ci porta Neal Carey, oltre che a essere vero fisicamente, con tutti i caratteri che ho già elencato, cresce, si modifica mentre ne percorriamo i vicoli, mentre sbattiamo contro a specchi magici di un luna park, illusi mille volte di aver trovato la via d’uscita e, arrivati a metà libro, Neal si ferma e ci invita ad un briefing, a cui partecipano niente meno che Li Lan e Pendleton. Sembra tutto finito, tre pagine di verifiche puntuali sembrano chiarire molti dubbi. Ma davanti a noi ce ne sono ancora 300 di apgine, di pura adrenalina. Dietro ad ogni porta, superato un nuovo anfratto, fattisi largo tra fumi, odori e rumori, ci si rivelano sempre nuove sorprese, tutto quello che fino a pochi momenti prima era lapalissiano, incontrovertibile, pochi secondi dopo è opinabile se non palesemente falso.
Sedetevi, mettetevi accanto una bevanda dissetante, e lasciatevi andare, ma soprattutto mentre viaggiate accanto a Neal Carey, per le strade del mondo, non credete a nessuno, poco anche a voi stessi.
Claudio Della Pietà