Autore: AA.VV.
Pubblicato da Minimum Fax - Novembre 2014
Pagine: 264 - Genere: Racconti
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Sotterranei
ISBN: 9788875216160
ASIN: B00PIXWVYW
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Quindici autori irlandesi celebrano l'opera di James Joyce “Gente di Dublino” ispirandosi al capolavoro e reinventandolo con racconti che affrontano tematiche e visioni diverse di una Irlanda contemporanea.
North Richmond Street, raccontava la zia, era una strada tranquilla prima che mi ci spedissero a vivere. Né lei né mio zio mi avevano voluto con loro, lo sapevo benissimo, ma cos’altro avrebbero potuto fare quando i miei genitori erano partiti per il Canada annunciando che avrebbero mandato qualcuno a prendermi una volta sistemato? La zia mi mostrò la cameretta di mio cugino e mi disse di non mettermi troppo a mio agio.
Il valido motivo di Dubliners 100, questa raccolta di racconti, è l’omaggio all’autore James Joyce, per i cento anni dalla pubblicazione di Gente di Dublino, un caleidoscopio di personaggi e di stati d’animo che ha colpito ogni lettore. Prima di ogni racconto del volume c’è un piccolo brano dei racconti originali che sono stati d’ispirazione. Ogni autore ha un approccio diverso e la raccolta è varia sia nello stile che nelle tematiche affrontate. La nuova “gente di Dublino” è piena di dubbi, complessi e difetti come quella di Joyce, sono lo specchio di una umanità in affanno, sempre alla ricerca di qualcosa che manca e spesso disperati, in fondo rappresentano una società contemporanea della quale facciamo parte ed è facile rispecchiarsi in qualche caratteristica dei personaggi o perché ci rivelano qualcosa di noi oppure perché vi riconosciamo chi ci sta intorno.
Alcuni racconti spiccano su altri per originalità e composizione. “Arabia” di John Boyle, da cui ho estratto l’incipit riportato sopra, è un racconto di un giovane che scopre la sessualità e deve fare i conti con una famiglia assente. In “Un incontro” c’è l’insicurezza di una giovane ragazza che vorrebbe andare lontano, ma non conosce nemmeno il suo piccolo paese di campagna; in “Controparti”, Elizabeth è ossessionata dai social che saranno la sua condanna; “Grazia” di Sam Coll è forse quello che mi ha colpita di più con una manciata di personaggi sopra le righe non più giovanissimi e dediti all’alcol.
I racconti non vogliono essere una riscrittura, è una sfida visto che dell’originale non restano che i titoli e gli incipit in esergo a ogni racconto. Gli autori reinventano un universo contemporaneo con una visione propria. In alcuni racconti ci sono echi di Joyce, in altri non se ne sente l’influenza, ma in tutti i racconti c’è la volontà di descrivere l’umanità, questo è quello che li contraddistingue e li unisce. Molti autori non sono noti in Italia, le loro opere non si conoscono, mentre altri sono conosciuti in tutto il mondo. La varietà del volume e la ricchezza di ogni linguaggio sono un punto a favore apprezzabile e che incuriosisce, ogni racconto apre un mondo nuovo e non delude.
Approfondimento
James Joyce scrisse Gente di Dublino nel 1912, ma solo due anni più tardi verrà pubblicato perché all’inizio, proprio in patria, venne giudicato diffamatorio e non pubblicabile. Per questo Joyce vagò in Europa deluso dall’ottusità irlandese che non gli riconosce il merito artistico. Joyce descrisse un mondo paralizzato, fossilizzato, senza nessun cambiamento, proprio come avviene cento anni dopo e come riportano i racconti della raccolta “Dubliners”.
Nella prefazione di Mirko Zilahi vengono riportate le parole di Joyce: “Scrivo sempre di Dublino: se posso arrivare al cuore di questa città, potrò arrivare a quello di tutte le città del mondo. Nel particolare è racchiuso l’universale”. A queste parole si rifanno i quindici autori che riescono a raccontare il mondo di oggi partendo dall’insegnamento di un grande autore.