
Autore: Giuseppe Culicchia
Pubblicato da Giunti - Ottobre 2020
Pagine: 156 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Arya
ISBN: 9788809885424

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
🎬 La video recensione su Youtube
Un goffo tentativo di suicidio.
Un genitore, che nel tentativo di salvare la figlia, a sua volta rimane vittima di un piccolo incidente.
La figlia che rinunciando a togliersi la vita, si ritrova a soccorrere il padre."C’era molta ingenuità in questo, molta capacità di sognare e illudersi propria dell’adolescenza.”

Mara in seguito alla scoperta del tradimento del suo ormai ex ragazzo con la sua migliore amica, dopo un forte periodo di depressione, decide di farla finita non riuscendo a contrastare il dolore che prova.
Dopo aver trovato il messaggio della figlia che indicava il suo imminente suicidio, il padre Ivan nella fretta di correre dalla sua bambina per salvarla, si frattura la rotula cadendo accidentalmente ed è costretto a chiamarla sperando di trovarla ancora viva, per chiedere aiuto e ricevere soccorso.
Si ritrovano quindi al pronto soccorso, dove il padre approfitta della situazione per cercare di far ragionare la figlia raccontandole le sue storie adolescenziali e di come a sua volta è stato vittima di una enorme delusione d’amore. Ivan infatti era rimasto intrappolato in un amore proibito, si era innamorato di una professoressa incontrata casualmente durante una supplenza.
Eleonora, la professoressa in questione, cercò in tutti i modi di far desistere l’allora adolescente Ivan, che pur avendo 10 anni di differenza era convinto del suo amore e di non poterla dimenticare mai. Durante una gita a Venezia, era perfino arrivato al punto, dopo l’ennesimo rifiuto, di farla finita gettandosi nella laguna ma fortunatamente il suo fido compagno Ermanno era sempre al suo fianco pronto a farlo ragionare o a consigliarlo.
A distanza di anni, Ivan rincontrerà Eleonora, riconoscendola a stento e ripensando a quanto aveva sofferto fino a pensare al suicidio, capisce che la sua vita vale molto di più di un amore non corrisposto e che quello che sembra insuperabile in un determinato momento a distanza di tempo si ridimensiona ed assume un valore diverso spiegando alla figlia che se si fosse dato per vinto non avrebbe vissuto momenti meravigliosi perdendosi il bello della vita.
Senza dirle nulla, le infilai la lettera in una tasca del giaccone, come il più consumato dei borseggiatori. Ma era stata lei a rubarmi il cuore.
Approfondimento
Quella che leggiamo in questo romanzo, è la classica delusione d’amore adolescenziale che tutti almeno una volta abbiamo provato nella vita. Un amore non corrisposto, un amore proibito, un amore impossibile.
L’arrivare però a pensare al suicidio, è una proiezione estrema di quella che può essere una mente adolescenziale. Durante l’adolescenza si sa, tutto sembra quasi amplificato, i drammi che viviamo in quel periodo sembrano insormontabili ed ognuno a suo modo cerca di superarli come meglio riesce, di solito grazie ad un amico sempre pronto a consolarci e ad aiutarci.
È il caso di Ermanno, che pur non essendo il personaggio principale di questo racconto, è quello che più mi è piaciuto ed ha rappresentato quella che è la pazzia adolescenziale. Ribelle, svogliato e sfacciato, cambia idea musicale non appena trova un nuovo idolo da seguire, pronto a difendere gli amici in qualsiasi occasione a volte mettendosi nei guai, abusando di sostanze stupefacenti. Un carattere forte e di supporto, al contrario di Ivan che risulta essere più timido, cerca di inseguire il suo sogno di artista riuscendo alla fine a convincere i genitori con un compromesso, incappando in amori difficili.
Il racconto in sé è scritto in modo abbastanza semplice, la lettura inizialmente risulta un po’ meccanica perché ricca di interruzioni. Avrei preferito che ci fosse un’interazione diretta con la figlia, con dialoghi che la supportassero, invece la parte di Mara sembra quasi sempre un pensiero con sé stessa che rende il racconto del padre quasi un monologo.
Il libro è sicuramente volto ad un pubblico adolescenziale, comparando anche l’epoca moderna ricca di tecnologia con gli anni vissuti dai genitori, dove si scrivevano lettere, si usavano le cabine telefoniche e per conoscere una città bisognava orientarsi in qualche modo da soli o chiedere informazioni. Sicuramente vediamo anche come, una situazione estrema, avvicina padre e figlia scoprendo di avere molte più cose in comune di quello che pensavano e sottolineando l’importanza di avere un dialogo.
Il tutto ci spiega di come non si debba sottovalutare i drammi vissuti in tenera età, che se non intercettati o notati vista la frenesia della vita di tutti i giorni, potrebbero sfociare in vere e proprie tragedie.
Comunque: non disponendo di Instagram e di Facebook, di Google e di Google Maps, il nostro mondo era a un tempo molto più piccolo e molto più grande. Più piccolo perché non potevamo avere idea degli usi e costumi dei nostri coetanei americani o giapponesi in tempo reale. E più grande perché proprio questa mancanza di informazioni, o per meglio dire di immagini, lo rendeva molto più misterioso e affascinante.
Michela Pavanello