
Autore: George R. R. Martin
Pubblicato da Mondadori - Novembre 2018
Pagine: 711 - Genere: Fantasy
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Omnibus
ISBN: 9788804703167
ASIN: B081187Y89

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Sui vessilli neri di casa Targaryen campeggia un possente drago rosso a tre teste; il motto della casata, “Fuoco e Sangue”, riecheggia nella memoria dei popoli che li hanno combattuti. Il timore che incutono è dovuto al loro valore di guerrieri, ma soprattutto ai draghi di cui i Targaryen sono i Signori. In questo volume, vergato dai maestri della Cittadella, viene narrato lo speciale legame che unisce la stirpe di Valyria e i loro draghi, vengono tramandati antichi segreti, sussurri di corte e inquietanti verità sul Sangue del Drago che ha regnato per secoli sul Trono di Spade.

[…] e la prossima volta verrà con fuoco e sangue.
Sui Sette Regni del Continente Occidentale il tempo si conteggia diversamente: i maestri della Cittadella stabilirono, in tempi lontani, che l’anno zero della loro Storia avrebbe coinciso con la Conquista portata a termine da Aegon Targaryen. Essa non fu una conquista qualunque – oh no, signori, non lo fu proprio! – fu la conquista che cambiò i destini delle genti di Westeros.
Aegon il Conquistatore – come venne chiamato in seguito – proveniva dall’antica Valyria, aveva capelli d’argento e occhi d’ametista, ma soprattutto Aegon Targaryen aveva i draghi. Insieme alle sue sorelle, Visenya e Rhaenys, Aegon era volato sui Sette Regni da Valyria e li aveva assoggettati. Da lui in poi, tra varie lotte dinastiche, casa Targaryen regnò sul Continente Occidentale fino alla presa di potere di Robert Baratheon; ciò che conseguì a questa ribellione è noto grazie alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, narranti del caos sorto dalla perdita di potere del Sangue del Drago. Ma cosa successe prima, quando la stirpe dei Targaryen era forte e florida, produceva eredi – a volte sin troppi – e allevava nidiate di draghi? Chi erano i Targaryen prima che il loro sangue si estinguesse con la morte di Rhaegar nel 283 DC? In Fuoco e Sangue l’arcimaestro Gyldayn mette in luce come la storia di questa stirpe si intreccia inscindibilmente con il destino dei Sette Regni e perché solo loro, grazie al profondo legame con i draghi, sono l’unica vera risposta agli attuali problemi del Continente Occidentale.
Fuoco e Sangue è il primo dei volumi narranti la genealogia di casa Targaryen, un libro massiccio in cui George R. R. Martin dà un’ulteriore prova della capacità di architettare con sapienza storie e retroscena del mondo che ha portato sulla carta e nel cuore di milioni di lettori. Tuttavia, rispetto ai precedenti capitoli della saga di Westeros, in Fuoco e Sangue manca la caratterizzazione dei personaggi e lo spessore che ha reso così vivido nell’immaginario dei fan il mondo dei Sette Regni. Tali mancanze sono colmate dal fatto che il volume ha come obiettivo quello di narrare un secolo e mezzo di storia ricca di battaglie, lotte dinastiche e complicate unioni matrimoniali; come la Storia ci insegna, sono i pettegolezzi di corte ad appassionare il pubblico di lettori e studiosi. E qui di pettegolezzi ce ne sono, eccome se ce ne sono!
A breve – metà aprile – uscirà l’ultima stagione della serie tv inglese ispirata agli scritti di George R. R. Martin: lo spettatore appassionato ricorderà i vessilli di casa Targaryen, rossi in campo nero, sventolare frenetici tra i ranghi di Daenerys. La guerra per il trono e, ancora più importante, per la vittoria contro gli Estranei si avvicina e la Madre dei draghi ha schierato le sue forze. Prima di sentire il clangore delle spade e le urla dei vinti, di scoprire se un Inverno eterno calerà sui Setti Regni, George R. R. Martin ci ha ricordato che esiste ancora un’arma, la più potente, che solo i Targaryen posso spiegare sul campo di battaglia: i draghi e il loro fuoco.
Approfondimento
Da anni è atteso il nuovo capitolo della saga delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, capitolo che svelerebbe ai fan la dubbia sorte di importanti protagonisti. George R. R. Martin risponde a quest’attesa dando alle stampe il prequel dell’intera saga: non è, forse, una mossa furba? Ora ai lettori non basterà più sapere come si conclude la storia presente, ma cominceranno – ebbene, cominceremo – a scalpitare impazienti anche per riallacciare i fili rossi. Quali tortuosi sentieri prenderà il corso degli avvenimenti per ricongiungersi, infine, con la presente situazione del Continente Occidentale?
La massiccia trattazione della storia di casa Targaryen ha richiesto all’autore un indubbio sforzo che si traduce in un’architettata storia scevra di incongruenze; sono, tuttavia, tre le annotazioni da fare dopo la lettura. In primo luogo la traduzione italiana è, alle volte, imprecisa; la narrazione poi, ricchissima di eventi, scorre meccanicamente assomigliando più ad un elenco che ad una trasposizione prosastica della storia annalistica. Infine, nel tracciato del racconto sono individuabili numerosi echi rimandanti alla cultura di massa: ad esempio, il re Jaehaerys Targaryen presenta al popolo il neonato principino Aemon alzandolo sulla propria testa dagli spalti del palazzo, in una scena di disneyana memoria – manca solo il felice augurio «un giorno tutto questo sarà tuo»; a nefasti echi evangelici rimanda, invece, una delle molte maledizioni lanciate nei periodi di lotte intestine, che, nella versione italiana, recita «Prima che quest’anno volga al termine, ci ritroveremo all’inferno!»
Nonostante ciò, i positivi risultati di vendita dopo il lancio – avvenuto in periodo pre-natalizio, rendendo il volume un felice regalo da scartare sotto l’albero – testimoniano quanto il fantasy sia ancora un regno editoriale affascinante e quanto uno dei suoi più potenti signori rimanga George R. R. Martin.
Giulia Verona