
Autore: Timur Vermes
Pubblicato da Bompiani - Settembre 2019
Pagine: 528 - Genere: Narrativa Contemporanea
Collana: Narratori stranieri
ISBN: 9788858784235

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Nel futuro, non troppo lontano, immaginato da Timur Vermes, la celebre presentatrice tedesca Nadeche Hackenbusch decide di accogliere favorevolmente la sfida che le è stata lanciata dall’emittente televisiva per la quale lavora. Andrà in Africa, in un gigantesco lager creato per contenere migliaia di migranti, e mostrerà alla Germania e al mondo cosa succede davvero in quei luoghi da quando l’Europa ha deciso di sigillare le sue frontiere.

Solo chi ha radici è anche una persona.
Quella immaginata da Timur Vermes è un’Europa che si è stancata di sorvegliare le acque del Mediterraneo. Un’Europa che ha cercato un modo per evitare di doversi confrontare continuamente con nuovi sbarchi d’immigrati. Ed è così che ha deciso di spostare il confine più a sud: sulla terraferma. Al di là del Sahara sono sorti giganteschi lager capaci di contenere milioni di persone. Persone che aspettano. Aspettano un futuro migliore. Aspettano il cambiamento. Sognano l’Europa e intanto vivono in un mondo sospeso.
Un’emittente tedesca decide di mostrare tutto questo e per farlo invia la sua donna di punta: Nadeche Hackenbusch. Sarà lei a raccontare alla Germania cosa succede nel lager più esteso dell’Africa. Aprirà una finestra sui volti, sulle attività quotidiane, sulle aspettative…Farà in modo che i due continenti possano riavvicinarsi, anche se solo virtualmente.
In quel lager però Nadeche incontra Lionel, il suo Virgilio pagato per guidarla in quell’universo così affollato. Nell’arco di pochi giorni, il loro rapporto professionale evolverà fino a trasformarsi in amore. Così, a riprese concluse, l’Hackenbusch si renderà conto di non poter rientrare in patria. E non solo per Lionel. L’esperienza che ha vissuto l’ha profondamente cambiata, rendendole impossibile anche solo pensare di abbondare quelle migliaia di persone al loro destino. Se sarà necessario resterà lì. Lionel è però di tutt’altro parere. Da subito ha visto nell’arrivo di Nadeche e del suo staff la possibilità di raggiungere la Germania. Quella vita spesso immaginata gli è sembrata più vicina, finalmente palpabile. E ora? Cosa può fare? La decisione che prende è fulminea quanto folle. Se Nadeche non vuole tornare in Europa senza i migranti allora i migranti partiranno con lei. Ed è così che un gigantesco corteo formato da 150.000 persone si mette in moto pronto ad attraversare l’Africa e l’Europa, Stato dopo Stato, fino a raggiungere la Germania: la Terra Promessa.
Mentre milioni di spettatori osservano sbalorditi l’avanzare di questa incredibile marea umana, il governo tedesco inizia ad interrogarsi sulle possibili contromisure da adottare. C’è davvero da preoccuparsi? Quei tanti volti sconosciuti riusciranno veramente a percorrere migliaia di chilometri a piedi? Quali contromisure potranno essere adottate? Sarà necessario rispondere con la violenza? Con i muri e la barricate? O sarà preferibile aprire le frontiere, rischiando di generare una svolta non priva di conseguenze? Domande cui presto bisognerà dare delle risposte perché, come mostrano gli schermi di tv e tablet, i migranti continueranno ad avanzare senza che niente sembri essere in grado di arrestare il loro flusso.
Approfondimento
Quella che ci viene descritta è una marcia salvifica ma è anche un fastidioso grattacapo o una semplice questione di audience. Dipende tutto dal punto di vista che si decide di adottare. Per i migranti è sicuramente l’occasione di cambiare vita: una svolta straordinaria che potrebbe stravolgere radicalmente il loro futuro. Per il Governo tedesco è invece un problema inaspettato, dai risvolti imprevedibili. Per l’emittente televisiva, che ha organizzato la spedizione di Nadeche, equivale invece ad ascolti record e ricavi milionari.
Se scaviamo nel profondo ci ricordiamo che sotto questo enorme polverone ci sono delle vite. Vite su cui si costruiscono politica, intrattenimento e guadagni. Leciti e illeciti. Ed è questo che ci racconta Timur Vermes, delineando un futuro che non appare poi tanto fantascientifico. Perché quella che ci viene descritta è un’Europa non così diversa da quella attuale. Un’Europa che ha deciso di chiudersi a riccio e che gli stranieri è pronta a guardarli solo attraverso la mediazione di uno schermo. Ma quando si avvicinano tutto cambia. Quando il reality diventa realtà allora ritorna la paura. La paura del diverso. La paura dell’invasione. La paura di perdere ciò che si possiede. E allora si è di nuovo pronti a tutto pur di salvaguardare quel senso di sicurezza che consente di andare a dormire sentendosi protetti e inattaccabili. Ed è su questo che Vermes c’invita a riflettere.