Autore: Rodrigo Hasbún
Pubblicato da SUR - Giugno 2020
Pagine: 190 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Sur. Nuova serie
ISBN: 9788869982071
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Gli anni dell’adolescenza, quelli invisibili, quelli che lasciano il marchio, quelli pieni di possibilità e di incanto. Un gruppo di adolescenti si raccontano pian piano in un tempo sospeso e poi si trovano anni dopo, quando scoprono il risultato delle scelte fatte e delle domande che, forse, non si sono posti.
Le persone che eravamo laggiù somigliano poco alle persone che siamo qui oggi. Le persone che eravamo laggiù non avrebbero mai immaginato le persone che siamo qui oggi.
Bolivia, città di Cochabamba. La vita e le vicende di alcuni adolescenti si intrecciano tra le vie della cittadina: scuola, feste, gruppi musicali, primi innamoramenti e prime trasgressioni di un gruppo di ragazzi piuttosto benestanti. Tra di essi, Ladislao, che sogna di diventare regista e trascorre le sue giornate armato di videocamera e girando video, incontra per caso – in una videoteca, manco a dirlo – la nuova professoressa d’inglese della sua classe e, senza pensare troppo, la invita a guardare con lui il video che ha appena noleggiato. Il gesto sembra innocente ma, all’improvviso, il sorriso e i gesti della donna assumono il significato di qualcosa che accende i sensi e pone le fondamenta di un rapporto tra i due. Lei lo educherà al sesso, alla marijuana, alla passione, alla libertà e lo condurrà per mano lungo una strada nuova, diversa.
… fino a qualche secondo prima lei non glie era mai sembrata bella, il che significa che è appena stato testimone di una trasformazione radicale, non tanto in Joan ma senza dubbio nel suo modo di guardarla.
Nello stesso momento Andrea, amica di Ladislao, scopre di essere incinta, ma di non desiderare affatto quel bambino. Sa di aver commesso un errore che può precluderle i sogni legati al futuro e, dentro di sé, sa già quale sarà l’unica decisone possibile da prendere.
Di colpo il tempo pare scivolare via e ci si ritrova, leggendo, ad Houston, in Texas, ventuno anni dopo. Due, tra i vecchi amici del gruppo di adolescenti, si ritrovano in un bar: per lui il Texas è la sua nuova residenza, lei arriva da New York e ha deciso di raggiungerlo perché ha letto il libro che lui ha scritto, quello stesso libro che il lettore ha letto fino a quel momento.
Ne Gli anni invisibili siamo di fronte quindi ad un romanzo dentro al romanzo, a due diversi piani narrativi che si intersecano e raccontano, attraverso il ricordo dei due, gli errori, le fughe, la disperazione e il punto di non ritorno del vecchio gruppo di amici. Il momento della svolta è legato a una festa, una sera del marzo di ventuno anni prima, e a ciò che è accaduto dopo quella sera e dopo quella festa. Bicchiere dopo bicchiere la realtà di ciascuno dei giovani si disvela, ci si rende conto che ricordi felici ed infelici sono ugualmente ingombranti e ci si chiede se ciascuno di noi altro non sia che l’insieme delle domande che non si ha il coraggio di fare a sé stessi.
Gli anni invisibili è un romanzo bellissimo, attraverso il quale il lettore è invitato a pensare al periodo della giovinezza, quello in cui tutto è possibile; quello nel quale, però, basta un attimo per far cambiare traiettoria ad una intera vita futura.
Approfondimento
La prosa di Rodrigo Hasbún è asciutta e non fa sconti, col rischio, a volte, di sembrare brutale; tuttavia è anche carica di tenerezza e poesia.
Gli anni invisibili è un libro sull’adolescenza consigliato a chi adolescente non lo è più da tempo; è il racconto sincero dell’adolescenza con le sue fatiche e le sue sconfitte; è un invito ad andare avanti, nonostante tutti gli schiaffi che le scelte fatte in gioventù finiscono per restituire.
L’incontro tra Julian ed Andrea, anni dopo la fatidica festa del marzo di tanti anni prima che ha stabilito il nuovo punto di partenza, rivela una verità che colpisce il lettore con la violenza di un pugno allo stomaco. Tutto è legato alle scelte fatte o non fatte, alle strade che si è deciso di percorrere e a quelle che si è preferito ignorare. Non c’è perdono, nella vicenda, ma resta solo la convinzione che:
Se fosse per me gli esseri umani non dovrebbero avere memoria. Il passato è un peso inutile, magari potessimo metterlo da parte, magari potessimo almeno decidere quali ricordi conservare e quali no.