
Autore: Joyce Carol Oates
Pubblicato da Mondadori - Maggio 2017
Pagine: 313 - Genere: Autobiografico
Formato disponibile: Brossura
Collana: Scrittori italiani e stranieri

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Attraverso le fotografie dell’album di famiglia, Joyce Carol Oates ripercorre le tappe della sua infanzia e adolescenza per farci scoprire come, grazie all’amore incondizionato e al supporto dei suoi genitori, si è ritrovata ad essere una scrittrice di successo.

Ricordare l’infanzia e l’adolescenza significa ricordare il senso di incertezza creato dagli adulti che avevano il potere di accrescere o minare la tua autostima; di premiare o punire, di elogiarti o negare l’elogio per chissà quale misterioso motivo.
Joyce Carol Oates è oggi una scrittrice affermata; per capire come è arrivata qui ecco questo romanzo autobiografico, I paesaggi perduti, dove ci prende per mano e ci conduce nei luoghi dove ha vissuto, per raccontarci come è nata la sua passione per la lettura e la conseguente voglia di scrivere.
Nella prima delle tante foto che ci regala, Joyce ha due o tre anni e si trova nella fattoria dove vive con i genitori e i nonni e racconta della sua infanzia felice, circondata dall’affetto dei suoi genitori che hanno sempre appoggiato le sue scelte. Gli episodi narrati sono lo specchio del suo quotidiano di bambina e adolescente e ci fanno scoprire solo ciò che lei ritiene davvero importante perché in qualche modo le ha segnato la vita: l’affetto per Happy, una gallina domestica così affezionata a lei da sembrare addomesticata, l’amore per il fratello più piccolo, il periodo della scuola, i primi successi, il matrimonio. Non troviamo però solo episodi piacevoli: il suicidio della sua migliore amica e l’autismo della sorella minore in un’epoca in cui autismo significava disabilità e pericolo, il dolore per la perdita dei nonni, dei genitori e del marito. Tutti questi episodi hanno contribuito alla formazione di questa sensibile e amata scrittrice.
I paesaggi perduti è un racconto autobiografico, una riflessione della protagonista sulla sua crescita professionale. Scritto in prima persona, colpisce per il coinvolgimento emotivo che traspare leggendolo. In alcuni punti l’ho trovato un po’ troppo lungo ma non è facile essere concisi quando si parla di sé stessi. Belle le fotografie piene d’affetto che riescono a far immedesimare il lettore nei luoghi descritti e a farne comprende il forte legame dell’autrice con il suo passato. Il libro ci regala anche uno spaccato storico dell’America a partire dagli anni Quaranta fino ai giorni nostri.
Nonostante abbia fatto un po’ fatica a terminare I paesaggi perduti, leggerlo è stato comunque piacevole ed emozionante; è una bella storia, le fotografie pubblicate la rendono coinvolgente dal punto di vista emotivo. Lo consiglio soprattutto a chi ama leggere romanzi autobiografici.
Approfondimento
Sono arrivata a un’età in cui, se qualcuno ti dà il benvenuto, non ti interroghi sui suoi veri motivi. Non ti interroghi neppure sui tuoi. Ti rallegri, e ringrazi. Sulle nostre ferite costruiamo monumenti di sopravvivenza. Quando sopravviviamo.
Joyce Carol Oates ci regala la vera essenza di se stessa in questo memoir. Pagina dopo pagina traspare la grande voglia che sembrava avere da tempo di raccontarsi intimamente ed in modo sincero. Ti affezioni a lei fino a credere di conoscerla.
Finito di leggere I paesaggi perduti ti viene voglia di recuperare i vecchi album fotografici di famiglia, quelli che ormai noi non teniamo più, e interrogarsi su quale potrebbe essere la storia che si nasconde dietro ai volti dei nostri nonni e genitori. Le fotografie sono il patrimonio delle nostre vite, il ricordo che lasciamo a chi verrà dopo di noi. Io, dopo aver letto questo libro, vado a farne sviluppare un po’, non voglio lasciare troppi paesaggi perduti…
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