Autore: Natalio Grueso
Pubblicato da Salani - Ottobre 2015
Pagine: 245 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Romanzo
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Venezia è una città malinconica, soprattutto in inverno; percorrendola a piedi si ha la sensazione di essere cullati e al contempo minacciati dall’acqua e si viene pervasi da un profumo di passato e di mistero. Una cit-tà così non poteva non essere uno degli sfondi di questo romanzo ricco di luoghi e personaggi affascinanti.
Il contrabbandiere di parole esordisce con una descrizione della solitudine che mi ha atterrito, perché è composta da immagini scelte con abilità e perfettamente calzanti, ma non sembra costruita a puntino, bensì sgorgata spontaneamente dalla penna di qualcuno che dell’argomento se ne intende.
Di fatto, tutti i personaggi di cui Natalio Grueso ci parla sono soli e coccolano la loro solitudine in vario modo. A Venezia la giovane Keiko allieta per una notte la vita di uno sconosciuto, che viene di volta in volta da lei selezionato tra i mittenti delle lettere trovate nella posta; chi riesce a toccarle il cuore con le sue parole, è il fortunato. Bruno Labastide darebbe qualsiasi cosa per trascorrere una notte con Keiko, ma non sa cosa scriverle per conquistarla.
Un altro personaggio che sfoga la sua solitudine facendo qualcosa per gli altri è il Prescrittore di libri, Horacio Ricott, che nel suo appartamento di Buenos Aires suggerisce alla gente un libro che possa cambiargli la vita. Un giorno al suo amico Ricardo prescrive un testo semisconosciuto, di un autore altrettanto poco noto, dal titolo Il contrabbandiere di parole.
E qui comincia la parte più dinamica del romanzo, in cui si alternano vari luoghi, dall’Italia all’Argentina, dalla Svizzera all’Unione Sovietica, e vari personaggi, più o meno leggendari. È un viaggio che parte da Venezia e lì termina, dopo un percorso tortuoso non tanto dal punto di vista geografico, quanto piuttosto linguistico ed emotivo, perché sono le parole e i sentimenti a farla da padroni.
Approfondimento
Il contrabbandiere di parole racconta la storia di Bruno Labastide, che però è solo apparentemente l’argomento del romanzo. In realtà è un filo conduttore, forse un po’ consumato, tra luoghi e personaggi diversi: la giovane Keiko, il Prescrittore di libri e il Cacciatore di sogni sono i principali.
Questa è la sua scala di valori, ognuno ha la propria, e la sua non deve per forza essere migliore o peggiore di quella del suo vicino. Di qui passa un mucchio di gente, e ognuno possiede la sua verità”. “E lei? Qual è la sua verità? Lei ha dei valori?”. Facciadirospo sorrise in maniera sguaiata “Io ho solo un bar.
È un testo che si lascia leggere in fretta, in quanto suddiviso in brevi capitoli e scritto in modo scorrevole, ma va letto lentamente perché è un po’ contorto e alcune parti non trovano subito collocazione nel contesto generale. Ho avuto quasi l’impressione di leggere dei racconti e ho faticato a crearmi una visione d’insieme. Il contrabbandiere di parole parla di solitudine e d’amore e di come poche parole possano talvolta cambiare tutta una vita; purtroppo l’ho trovato sostanzialmente poco fruibile e probabilmente per questo anche poco emozionante.