
Autore: Maxence Fermine
Pubblicato da Bompiani - Aprile 2017
Pagine: 224 - Formato disponibile: Brossura
Collana: Letteraria straniera

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Nathan Thanner è un marionettista parigino. La sua vita procede tranquilla fino al giorno in cui riceve una lettera misteriosa dal padre morto suicida. Sarà solo l’inizio di una lunga e imprevedibile avventura che lo condurrà, tra una dimora infestata e un manoscritto perduto, a svelare i segreti che si celano dietro la vita del padre e della sua famiglia.

Se non ricordo male, tutto è cominciato con l’arrivo di una lettera.
Nathan Thanner vive un’esistenza solitaria e tranquilla nel quartiere ebraico del Marais, a Parigi. Lavora come marionettista e gestisce un piccolo negozio in rue des Barres. Un giorno riceve una lettera dal padre che non sentiva da anni: Hugo Thanner infatti, scrittore di successo, lo aveva abbandonato alle cure dei nonni fin da piccolo. Leggendo la lettera viene a conoscenza del suo suicidio e scopre, inoltre, di aver ereditato il Palazzo delle Ombre. Si tratta di una villa lugubre e decadente in Rue de Lesseps 4, vicino a un cimitero. La gente vocifera che sia infestata dagli spiriti, perché al suo interno accadono fatti inspiegabili.
Prima di poterne entrare in possesso e diventare il legittimo proprietario però, Nathan deve assolvere vari compiti. Sebbene sia disorientato e spaventato, decide di seguire la pista di indizi che il padre gli ha lasciato, alcuni necessari al ritrovamento della sua ultima creazione letteraria, un manoscritto perduto intitolato “Il Palazzo delle Ombre”. Scoprirà cose e conoscerà persone che gli cambieranno la vita per sempre.
Lì vicino, la Senna scorreva placida, un fiume lungo, tranquillo e imperturbabile. Mentre leggevo, vedevo sfilare la storia del Palazzo delle Ombre e, con lei, il corso della mia vita.
Il palazzo delle ombre è un libro molto coinvolgente perché mantiene vivo l’interesse del lettore fino all’ultimo capitolo. Il protagonista racconta la storia quando è già avvenuta, ripercorrendola a ritroso nel tempo: alcuni capitoli infatti sono parti del suo diario, scritto dal 1960 al 1961. Di queste, solo alcune riportano la data precisa in cui sono state scritte. Durante la lettura è facile immedesimarsi con il protagonista, perché si è posti sullo stesso piano: protagonista e lettore scoprono insieme i fatti, per la prima volta. Il processo conoscitivo è quindi progressivo. Il racconto è molto descrittivo e dettagliato: i luoghi sono definiti geograficamente dalla via nella quale si trovano, come se l’autore volesse fornire una mappa fisica e concreta della storia. La lettura però non ne risulta appesantita. Il registro varia molto e passa da un tono familiare ad uno più sostenuto. Lo consiglio vivamente, soprattutto a coloro che amano i thriller e i romanzi di avventura, sebbene sia un libro abbastanza “leggero” nel genere.
Approfondimento
Il palazzo delle ombre è una storia avvincente, non riuscivo a smettere di leggerlo. In certi capitoli la curiosità era talmente forte da spingermi a proseguire la lettura per ore. Soprattutto, non ho mai sospettato come si sarebbe conclusa la vicenda, sintomo della buona riuscita del romanzo. Un particolare che ho trovato interessante è stato il rimando costante al motivo della marionetta: Fermine utilizza spesso l’immagine delle marionette e dei fili che le muovono riferendosi ai complotti e alle manipolazioni che Nathan subisce nel corso della storia. Il lavoro del protagonista diventa quindi metafora della sua vita.
Il palazzo delle ombre inoltre rivela la profonda cultura del suo autore: tra una pagina e l’altra non è raro trovare rimandi culturali a grandi classici della letteratura, come I miserabili di Hugo e Faust di Goethe.
Cindy Stefani
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