
Autore: Claudio Gallone
Pubblicato da Giunti - Gennaio 2020
Pagine: 128 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: eBook, Rilegato
ISBN: 9788809893399

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Il Piccolo Principe è tornato e ha aperto un locale di quattro metri quadrati: il più piccolo bar del mondo. Davanti al suo bancone c’è posto per un solo cliente. Ma è proprio quell’atmosfera così intima che consente agli avventori di confidarsi e al barman di ascoltarli con attenzione e interesse. Scopriremo presto che il piccolo omino dai capelli biondi ha conservato la sua innata sensibilità e la capacità di aprire il suo cuore ad ogni nuovo incontro.

Percepì, con gli occhi del cuore, come gli uomini possono entrare nel circolo vizioso delle loro fragilità.
Abbiamo imparato ad amarlo durante il suo peregrinare da un pianeta all’altro. Abbiamo visto il mondo attraverso i suoi occhi curiosi. Ci siamo commossi per quella rosa lasciata sola sull’asteroide B-612. Lo ritroviamo cresciuto, dietro il bancone di un bar. Il Piccolo Principe è diventato un barman e gestisce ora il più piccolo bar del mondo. Quattro metri quadrati, un bancone e uno sgabello: è questo il suo nuovo pianeta. Ancora una volta, avrebbe potuto scegliere una dimensione più ampia, magari un gigantesco locale su più livelli, ma ha preferito privilegiare l’essenziale. Quello spazio ristretto è infatti ideale per accogliere un cliente alla volta, dedicandogli attenzioni e premure. Chi si siede davanti a quel bancone non troverà un viso corrucciato o distratto, preso da mille preoccupazioni, ma due occhi pronti ad ascoltare.
Lo spaccato di umanità con cui il nostro piccolo protagonista entra in contatto offre un’immagine desolante della realtà. Ritroviamo il vanitoso, l’ubriacone, l’uomo d’affari ma conosciamo anche il politico e il medico. Sono uomini fragili, rinchiusi nella “fortezza delle proprie sicurezze”, schiavi delle loro abitudini, imprigionati nel loro solipsismo, vittime di un individualismo esasperato. Sono uomini che non riescono ad amare la vita perché hanno smarrito la capacità di amare se stessi. Il Piccolo Barman cerca di conoscerli per poter donare loro momenti di gioia. Il suo compito non si limita infatti alla preparazione di un cocktail ma si dispiega nella volontà di prendersi cura dei suoi clienti.
Ma è ancora possibile accostarsi a quest’umanità smarrita, impegnata in una perenne corsa contro il tempo? Ci verrebbe spontaneo dire di no. Quelle con cui parla il Piccolo Barman sono persone che hanno ormai perso di vista il loro vero obbiettivo. Uomini e donne che girano a vuoto, senza più sapere cosa stiano cercando. Il nostro piccolo omino potrebbe arrendersi, mettere un cartello con la scritta “chiuso” davanti al suo bar e andare via. Ma non è ciò che vuole. Come in passato, a suon di domande cui esige vengano date delle risposte, cerca di cogliere l’essenza dei suoi interlocutori e, nel farlo, invita i suoi clienti a fare lo stesso: imparando così di nuovo a riconoscere quelle ragioni del cuore che la ragione non conosce.
Approfondimento
Ritroviamo nelle pagine di Claudio Gallone quella stessa delicatezza che abbiamo amato nel capolavoro di Antoine De Saint-Exupéry. Il suo personaggio immortale, il bambino con i capelli d’oro, è tornato a far sentire la sua voce. È tornato sulla Terra per iniziare nuovamente a porre quelle domande che noi, per paura o trascuratezza, non riusciamo più a farci. Ma è proprio con i nostri timori che il Piccolo Barman vuole costringerci a confrontarci; con quell’ignoto che ci spaventa tanto da spingerci a voler fuggire anche da noi stessi.
Gallone ci ricorda che siamo esseri delicati, bisognosi di cure. Abbiamo necessità di sentire su di noi uno sguardo sincero, capace di trasmetterci un senso di protezione. Avvertiamo il bisogno di dar voce alle nostre emozioni ma spesso ci accorgiamo di non riuscirci. Ed è proprio quando ci sentiamo irrimediabilmente soli, persi in una società che non capiamo, che quel piccolo uomo, che non ha mai perso la capacità di ascoltare con il cuore, arriva a soccorrerci.
A questo punto, se vi sentite smarriti e un po’ malinconici, non vi resta che entrare nel più piccolo bar del mondo, sedervi su quell’unico sgabello, ordinare un aperitivo e iniziare a raccontare, mettendo giù qualsiasi tipo di maschera. Vi sentirete subito meglio!