
Autore: Philippe Claudel
Pubblicato da Ponte alle Grazie - 9 Giugno 2016
Pagine: 160 - Genere: Narrativa
Collana: scrittori

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Un famoso regista inizia a porsi importanti domande sulla morte a seguito della malattia e poi la scomparsa del suo migliore amico e collaboratore Eugène, cominciando a considerare sotto una luce diversa il suo lavoro, i suoi affetti e la sua intera esistenza.

Dimentichiamo la nostra condizione effimera e la nostra vita trascorre sotto lo sguardo di colei che non ci dimenticherà.
Il nucleo centrale de Il romanzo del corpo e del cuore è l’incapacità del protagonista di superare la morte del suo migliore amico. La morte, Colei che non ci dimenticherà, sembra stare in agguato in ogni angolo ed è costantemente presente nella mente del regista. Il narratore, il regista stesso, ci indirizza verso questo tema presentandoci dalle primissime pagine il racconto del suo viaggio sull’isola di Tana Toraja, nell’arcipelago indonesiano: ci viene spiegato che i Toraja vivono da sempre con la consapevolezza della morte, rendendola il punto focale della loro esistenza.
Questi interrogativi accompagneranno il protagonista fino al suo rientro in Francia, quasi preparandolo alla notizia della malattia di Eugène prima, e nell’elaborazione del lutto dopo. Tuttavia, il regista rende la malattia e la morte del suo amico quasi un’ossessione; stai con i vivi gli dirà la figlia Eugène a un certo punto, indovinando la facilità con la quale il regista sembra chiudersi alla vita, trovandosi costantemente in conflitto tra i desideri del proprio cuore e la consapevolezza dell’inevitabilità della morte che lo attende. Sembra essere proprio il suo corpo a ricordargli che questo è un destino inevitabile: ogni volta che si trova a fare l’amore con la sua giovane amante, Elena, il regista vede nelle loro nudità non soltanto la differenza di età tra loro, ma scorge dietro la maturità del suo corpo di cinquantenne un oggetto quasi in decomposizione che in ogni centimetro di pelle e in ogni piega, segna come un orologio l’ora che più lo avvicina alla sua fine.
Approfondimento
Il romanzo del cuore e del corpo è un mix eterogeneo di ricordi del regista, del suo passato con l’ex moglie Florence e il suo amico Eugène e di citazioni tratte da libri o da film da lui girati; ma si tratta soprattutto di un romanzo dell’interiorità.
Le sue sono riflessioni estremamente filosofiche, basti pensare alla domanda che il regista porrà alla gio-vane ricercatrice Elena all’inizio della loro conoscenza circa le cause della malattia e se può essere conside-rata come una porta che noi apriamo alla morte, intenzionalmente o no […] e se, in un certo senso siamo noi stessi che la invitiamo in qualche modo a invaderci. Queste riflessioni sono ordinate sotto lo sguardo di un regista che osserva la realtà dall’alto, quasi fosse lui stesso al di sopra dell’esistenza e guardasse gli altri da una postazione privilegiata.
Il protagonista, nonché voce narrante, sembra vivere una vita al di fuori dal proprio corpo, come se si os-servasse dall’esterno, come se non fosse mai pienamente a suo agio nella propria pelle: una forma di dis-sociazione che lo spacca dal di dentro e non gli permette di vivere a pieno e serenamente la propria vita. Nel romanzo è chiara la posizione di Philippe Claudel come regista in quanto cinema e letteratura si com-penetrano e danno vita a una scrittura ricca di riferimenti letterari e cinematografici; inoltre è un testo estremamente umano, capace di esprimere a pieno i moti dell’anima. Il romanzo del cuore e del corpo è un testo che avrà il consenso di chi ama un tipo di scrittura introspettiva, ricercata e non banale, attenta alle parole e alle diverse emozioni che possono suscitare.
Michela Valente
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