Autore: Auður Ava Ólafsdóttir
Pubblicato da Einaudi - Giugno 2016
Pagine: 128 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Supercoralli
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Augustina è speciale. Augustina è diversa. Le sue gambe non funzionano, la sua mente vola più alta di quelle dei suoi coetanei, eppure Augustina è pronta a scalare la sua montagna, quella alle cui pendici sorge il suo villaggio, la sua sfida personale agli ostacoli che le impone la vita.
È in un campo di rabarbaro che è stata concepita Augustina, lei che è un’adolescente speciale, con le sue gambe difettose che si rifiutano di ubbidirle, lei che vive con Nina perché sua madre è volata in altri luoghi per seguire la sua grande passione, l’ornitologia.
Augustina non è una ragazza come tante: la sua mente vola a quota più alta di quelle dei suoi compagni, ha una grande dote in matematica e riunisce le parole in veri e propri cumuli, in base al loro significato.
Le sue gambe non le permettono di correre, ma la tengono ancorata a due stampelle da cui non si separa mai, eppure sogna di arrivare in cima alla montagna che svetta sopra al suo villaggio, 844 metri sul livello del mare, per poter cambiare punto di vista e vedere il mondo dall’alto, osservando tutto, senza perdere alcun particolare.
E mentre lei sogna e progetta il suo futuro, la vita nel suo villaggio va avanti: l’inverno islandese, con la sua notte eterna, lascia il posto all’estate e al suo sole basso e onnipresente, arriva la stagione dello slátur, il sanguinaccio d’agnello tipico di quei luoghi, e sopraggiunge anche il Natale, con le sue luci e la sua gioia.
Scandiscono il tempo anche le lettere di sua mamma, scritte da luoghi sempre diversi, racconti in pillole della sua vita da avventuriera, così diversa dall’esistenza statica del villaggio, che non cambia mai e che, come la notte e il giorno, sembra essere eterna e sempre uguale a se stessa.
In questo piccolo paesino gli abitanti interagiscono gli uni con gli altri: c’è Verdmundur, con le sue invenzioni e le sue trovate commerciali, e c’è Salomon, il vero amico che Augustina ha tanto sognato, un contorno di personaggi che vivono le proprie vite, influenzando anche quella della protagonista.
Approfondimento
Il rosso vivo del rabarbaro non è un libro avvincente, non è un thriller appassionante, ma è il racconto pacato della vita di una ragazzina, il semplice scorrere dei giorni raccontato però in modo da permettere al lettore di affezionarsi alla dolce Augustina, alla sua ostinata voglia di vincere le sfide che la vita le propone.
Come non sentirsi vicini a quella ragazza decisa a scalare le montagne, consapevole però che dietro a ogni montagna ce n’è una più alta?
Audur Ava Ólafsdóttir riesce a raccontarci di un mondo forse troppo spesso dimenticato, dove l’inverno è perenne e il sole, per sei mesi l’anno, non si vede. Un mondo fatto di neve che cade fitta, un mondo che ha delle tradizioni tutte sue che l’autrice riesce a svelarci, almeno in parte, per raccontarci del suo paese e di chi lo abita.
In questa atmosfera si imposta la storia di una ragazzina dai grandi sogni, che con la sua determinazione farà sognare tutti, un’adolescente come tanti ma comunque speciale, unica.
Una storia che, attraverso il monotono scorrere dei giorni, parla del momento in cui tutti devono prendere in mano la propria vita e scalare la propria montagna, passando dall’infanzia all’età adulta, in un romanzo che, come solo Audur Ava Ólafsdóttir sa fare, amalgama con sapiente armonia i fatti importanti della vita e le piccolezze, quei dettagli che rendono una vita vera.