
Autore: Wilbur Smith
Pubblicato da Tea - Maggio 2017
Pagine: 480 - Genere: Avventura
Formato disponibile: Brossura
Collana: I grandi della TEA
ISBN: 9788850246106

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Il settimo papiro era l’enigma che l’autore aveva avvolto con strati di stenografia esoterica e di allusioni cosi oscure da risultare incomprensibili dopo tanto tempo.

La leggendaria tomba del faraone Mamose VIII dà il via alla vicenda. Fu concepita dallo scriba Taita che, convinto che il sepolcro non potesse mai essere violato, ha lanciato la sfida ai posteri, lasciando su un fragile papiro enigmatiche indicazioni per raggiungere la tomba. Si lanceranno alla ricerca l’inglese spregiudicato Nicholas Quenton Harper e l’affascinante archeologa anglo-egiziana Royan Al Simma, ma a contrastare i due vi è Gotthold Von Schiller, avido e arrogante collezionista, che non renderà il gioco cosi facile come i due credevano. Pronto a qualsiasi cosa per riuscire ad arrivare per primo al grande tesoro che Taita descriveva nel suo papiro.
Saranno innumerevoli le sfide che attenderanno Harper e Royan, in quella che sarà la scelta di costruire una diga nella valle del fiume Nilo, esattamente utilizzando le stesse tecniche progettate nell’antichità per nascondere la tomba di Mamose.
Fondamentale, nella realizzazione di questo progetto, sarà l’aiuto di Mek e Tassey e dei monaci di San Frumezio che con la fusione dei loro uomini porteranno al compimento dell’opera.
Cosa ci sarà ad attenderli una volta deviato il fiume ?
Ciò che non ha nome può solo essere sentito. Io navigo con la marea dietro di me e il vento in faccia. Oh, mia amata, il tuo sapore è dolce sulle mie labbra.
Il settimo papiro non ha deluso le mie aspettative, è un libro con una bella stesura di linguaggio, anche se la prima parte l’ho trovata un po’ macchinosa rispetto alla seconda, ma è una lettura adatta a tutte quelle persone che sono appassionate da quella che è la vita del mondo Egizio e non solo.
Ho trovato anche calzante il lessico adoperato nei dialoghi dei personaggi anche nelle scene più cruente. Dove alcune descrizioni erano cosi realistiche e a tratti veramente crude da farmi venire la pelle d’oca.
Ho ammirato anche la cura che ha avuto per quanto riguarda il rispetto per le protagoniste femminili, descrivendole sempre come donne intelligenti, forbite e mai scontate. Messe sul pilastro dell’intelletto e della bellezza, nonostante si trovassero in luoghi dove la donna spesso e volentieri viene solo calpestata da quello che è il “genere maschile”e mai esaltata. Qui invece no e questa cosa è stata un grande punto a vantaggio per me , verso lo scrittore.
È comunque una potente avventura archeologica, un’incalzante caccia al tesoro fitta di enigmi, rivelazioni e colpi di scena, una turbolenta storia di passioni, di avidità, di coraggio, e di amore.
Penso che dietro a tutta questa vicenda l’autore vuole far trasparire un altro bel messaggio che magari si capisce verso la fine del libro.
Dove l’avidità che vi è nell’animo umano avrà solo in cambio la sua condanna poiché nessuno può possedere tutto il mondo. Ed’ è tutto concentrato su questo pensiero.
La seconda parte del libro ha dato la giusta ricompensa a tutti i personaggi della storia, nel bene e nel male, rivelando anche come “ è più facile ingannare gli amichi perché non se l’aspettano”.
Tutti si sono sempre guardati le spalle da tutti, nonostante l’amore o la sacra amicizia, nessuno qui si fida ciecamente di nessuno e lo capirete solo leggendolo.
Approfondimento
Ho trovato molto bello il rapporto di reciproca stima che si instaura fra Harper e Royan, due caratteri molto simili, anche se come ho già scritto in precedenza, mi è piaciuto molto il modo con cui ha voluto rappresentare la figura di Royan.
Una donna troppo onesta, sveglia e intelligente animata da un grande spirito patriottico. Una figura essenziale in tutta la storia, dove la sua voglia di sapere l’ha portata ben oltre la logica.
Harper è stato una figura al suo fianco quasi essenziale, li raffigurerei come “la mente e il braccio” in quella che è tutta la vicenda.
Una coppia che mi ha emozionato dall’inizio alla fine, grazie anche alla devozione che hanno avuto anche nei momenti più intimi lasciandoti cosi immaginare come poteva evolversi la situazione. Qui, l’autore mi ha dato ancor di più la certezza di voler raccontare di un amore d’altri tempi in una situazione che di romantico aveva ben poco.
Melissa Trasatti
( Mr.Book)