
Autore: Jo Nesbø
Pubblicato da Einaudi - Marzo 2016
Pagine: 202 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Brossura
Collana: Stile libero big

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Jon Hansen sta scappando, mettendo tra lui e chi lo sta braccando 1800 chilometri di distanza. Faceva lo spacciatore di hashish e acidi Jon, ma ha tradito il Pescatore, uno dei peggiori uomini di Oslo, e ora lui lo sta cercando per ucciderlo.

Allo stesso tempo concepii per la prima volta il pensiero più triste in assoluto: che è impossibile tornare indietro. Che l’ora diventa allora in un maledettissimo battibaleno, e non esiste una retromarcia in quello stramaledetto veicolo che chiamiamo vita.
Jon Hansen si è buttato dalla finestra ferendosi una spalla per sfuggire al sicario che aveva bussato alla sua porta. Ha preso il primo treno e ha percorso 1800 chilometri, giungendo con il pullman in un piccolo villaggio rurale nell’estremo nord della Norvegia, nella zona chiamata Finnmark, popolato dai Sami, antica popolazione indigena. Gli inverni sono gelidi ma l’estate è luminosa, il sole non tramonta quasi mai e gli abitanti di Kasund vivono di tradizioni e sono anche guidati da una forte morale religiosa.
In questo contesto per Jon è facile inventarsi un nome falso e anche una nuova attività: dice di chiamarsi Ulf e di essere un cacciatore. Le persone non fanno troppe domande anche se si rendono conto dal suo sguardo che è un fuggitivo, che più che cacciatore è preda. Gli offrono ospitalità in un capanno di caccia in mezzo al bosco, dove a fargli compagnia ci sono renne lupi e pernici. Si dovrà confrontare con gli abitanti del villaggio e con le loro usanze e credenze, come bere latte di renna fermentato e mangiare merluzzo appena pescato, imparare a cacciare e partecipare alle funzioni religiose dei Laestadiani, movimento luterano conservatore che professa il perdono dei peccati dopo il pentimento. E Jon ha molto da farsi perdonare.
Lea, giovane e bella vedova, di cui si innamora subito, e suo figlio Knut, un ragazzino che ha tanto bisogno di una figura paterna, lo porteranno a fare un viaggio interiore aiutato anche da questo deserto di solitudine e luce accecante, a ripercorrere la sua vecchia vita, la vita di un piccolo criminale dal cuore tenero catapultato ai vertici di uno dei più pericolosi racket della droga di Oslo. Era uno spacciatore di droga, ma per necessità ha tradito il Pescatore, l’uomo più potente di questa organizzazione criminale. E adesso il suo sicario è arrivato. Saranno le leggi di sopravvivenza imparate sulla strada a salvarlo o per lui la fine è arrivata?
In Sole di mezzanotte, Jo Nesbø ci accompagna nuovamente nelle splendide terre della Norvegia, nei villaggi sperduti dove il freddo, la neve e la luce accecante la fanno da padroni, insieme a criminali di ogni tipo.
Approfondimento
Jo Nesbø in Sole di mezzanotte ci regala il secondo libro della trilogia iniziata con Sangue e Neve, dove abbiamo già incontrato il Pescatore, criminale incallito. Romanzo breve ma ben strutturato, la descrizione di questo popolo, i Sami, cugini dei Lapponi e degli Inuit a noi quasi sconosciuti, è minuziosa, i personaggi sono interessanti, soprattutto anche nel lavoro di introspezione degli stessi.
Come anche la religione Laestadiana, cristiana radicale, di cui io, personalmente, non avevo mai sentito parlare, mi ha dato lo spunto per fare una ricerca sulla stessa e su queste popolazioni. E il libro non perde il ritmo, è incalzante, fino al finale inatteso. Ma certo, da Nesbø ci si può aspettare questo e altro.
Lo consiglio vivamente, sia a chi cerca un noir da leggere velocemente, sia invece, a chi, come me, ama gustarsi e immaginarsi questi paesaggi da fiaba descritti in maniera superba. Jo Nesbø ha fatto centro un’altra volta.
Fabiola Brun