
Autore: Simon Stranger
Pubblicato da Einaudi - Gennaio 2021
Pagine: 336 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Stile libero big
ISBN: 9788806243326

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Che cosa spinge il timido figlio di un calzolaio a diventare un carnefice nazista? Perché i discendenti di una delle sue vittime si trasferiscono proprio nella casa dove lui torturava? Simon Stranger ripercorre i destini incrociati di cinque generazioni di una famiglia ebrea e di uno dei più spietati criminali della storia norvegese.

Il passato si sedimenta in strati di oblio sempre più spessi, ricoprendo tutto ciò che non c’è più.
Simon Stranger nel nuovo romanzo Il solo modo per dirsi addio riesce a offrire alle vittime dell’Olocausto una nuova vita. Utilizza un’innovativa tecnica narrativa: tramite le lettere dell’alfabeto il costrutto procede attraverso le parole e il loro significato.
A come anklagen, «l’accusa»
A come avhøret, «l’interrogatorio»
A come arrestasjonen «l’arresto»
Ogni suono evoca un’immagine, una sensazione e senza dispersioni si ricompone una storia familiare. Il romanzo si apre su una strada di Trondheim in Norvegia, davanti la pietra d’inciampo di Hirsch Komissar deportato nel 1942 e assassinato dai nazisti. Il pregio del romanzo è quello di intersecare diverse generazioni mantenendo un ottimo equilibrio degli eventi storici. Come la figura di Henry Oliver Runner, agente della Gestapo norvegese, figlio di un calzolaio, bambino timido e schivo adolescente in ombra, colpevole della morte di Komissar, che stabilì il suo quartier generale in una casa di periferia di Trondheim e trasformò la cantina in una camera di tortura per i dissidenti. Proprio quella casa diventerà poi, dopo la caduta del Terzo Reich, quella dei nipoti di Komissar. Come se questo potesse servire ad esorcizzare il dolore, e a non dimenticare coloro che si sono persi.
Nella tradizione ebraica, si dice che l’uomo muore due volte: la prima quando il cuore cessa di battere e si spengono le sinapsi del cervello, come in una città in cui manca la corrente, e la seconda quando il nome del defunto viene pronunciato, letto o pensato per l’ultima volta, cinquanta, cento o quattrocento anni dopo.
Il solo modo per dirsi addio è un libro riflessivo, a tratti evocativo. Il romanzo diventa il tramite che garantisce l’immortalità, grazie alla ricostruzione dei dettagli il lettore entra nella storia. Gli eventi narrati all’interno del romanzo sono realmente accaduti, lo scrittore parla in prima persona rivolgendosi con il “tu” a Komissar.
Approfondimento
Ne Il solo modo per dirsi addio vengono ripercorsi i destini incrociati di cinque generazioni di una famiglia ebrea e di uno dei più spietati criminali norvegesi. Il racconto si apre con Simon Stranger inginocchiato insieme al figlio davanti ad una pietra d’inciampo di Hirsch Komissar. Si trova lì insieme alla moglie Rikke, nipote di Gerson, a sua volta figlio dell’ebreo Hirsh Komissar, e i figli. Hirsch era nato in Russia nel 1887, venne arrestato il 12 gennaio 1942 dai nazisti a Thondheim. Lì viveva con la moglie Marie, con la quale avevano un negozio d’abbigliamento e tre figli adolescenti: Lillemor, Jacob e Gerson. Venne incarcerato a Falstad e trucidato per rappresaglia il 7 ottobre, la Gestapo ricevette una soffiata, ascoltava la BBC, era vietato, non si saprà mai da chi.
In Norvegia in quel periodo operava una banda di norvegesi filonazisti diretta da Henry Oliver Rinnan, infiltrato, spia. Dal 1943 la loro base operativa divenne una bellissima villa non lontana dal centro storico di Thondheim, i suoceri di Simon conoscono bene il posto: Grete, la madre di Rikke, è nata e vissuta lì fino all’età di 7 anni. È proprio la villa il denominatore comune di tutte le storie raccontante ed intrecciate nel romanzo che ricostruiscono l’orrore e le atrocità vissute dal popolo ebraico durante la seconda guerra mondiale.
Consiglio la lettura di Il solo modo per dirsi addio affinché nessuna di queste persone venga mai dimenticata, affinché tutti siano sensibilizzati su un tema così atroce della storia dell’umanità. Lo stile dell’autore è innovativo, le storie dei personaggi non risultano mai inverosimili o pesanti.
Eliana Papa