
Autore: Joe R. Lansdale
Pubblicato da Einaudi - Giugno 2006
Pagine: 238 - Genere: Horror, Racconti
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Einaudi Stile libero big
ISBN: 9788806176457

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
🎬 La video recensione su Youtube
“Pulsioni. Saltano fuori dal nulla e s’impossessano di noi. Ci infiliamo giacca e cravatta, ci tappiamo la parte più rozza del cervello con un bel copricapo, e a tutto questo diamo il nome di buona creanza e di civiltà. Ma…il lato primitivo della nostra mente resta sempre tale, e non fa che spingere, incalzare, con lo stesso identico e cupo ritmo che rimbombava nella testa dei nostri meno civili antenati, e del brodo primordiale che li ha preceduti: sesso, morte e distruzione.”

In un tempo freddo e oscuro è una raccolta di 13 racconti scritti dallo scrittore statunitense Joe R. Lansdale. L’autore stesso specifica che non esiste un nesso tra di essi: alcuni prendono vita nei suoi sogni, altri traggono spunto da romanzi da lui scritti o letti, la maggior parte sono frutto della sua smisurata fantasia che riesce a creare palcoscenici di ogni genere dove una moltitudine di attori recitano indisturbati. E infatti durante la lettura diverse sono le atmosfere che ci vengono presentate: si può passare dallo stupore tra le strade del Cairo dove corrono conigli bianchi alti due metri, al dolore di un ospedale nel freddo di un inverno gelido sotto le bombe della seconda guerra mondiale, alla paura che si respira nel caldo di un pomeriggio estivo dentro una roulotte ferma in mezzo al nulla, all’insana curiosità che nasce per caso all’interno di una libreria gestita da una titolare eccentrica.
In quasi tutti i racconti agiscono individui stravaganti, al limite della follia, sia come protagonisti che come personaggi secondari, uomini e donne guidati solamente dall’istinto in nome del quale compiono azioni nefaste senza curarsi minimamente delle conseguenze. Pochi sono quelli con storie non macchiate dal sangue (Il cane dei pompieri, Bob il dinosauro, Il grassone e l’elefante,): in questi il fantastico, l’inverosimile, diventa il protagonista servendosi di creature non convenzionali, che si adattano alla vita che hanno cercando di mantenere intatti i loro sogni, cosa che non sempre riescono a fare.
Tra tutte queste storie lo scrittore ha voluto inserire anche il racconto “Il tornado” che non è altro che un breve estratto del suo romanzo più famoso, The little Wagon, ancora inedito in Italia.
Il titolo della raccolta invece lo ha preso da un altro dei suoi racconti inseriti sempre nello stesso libro, senza dubbio tra tutti il mio preferito per lo scorcio di umanità che viene rappresentato, molto raro da trovare in queste pagine dove si pone l’accento sull’individualità e sul soggettivismo. In esso si parla di un uomo che, durante la Seconda guerra mondiale, si trova ricoverato in ospedale. Ha perso la voglia di vivere, non trova ragioni per farlo
Imploravo l’avvento della morte, sapevo di aver ormai perduto ogni traccia di vita, che il mio compito in guerra non mi apparteneva più.
Ma un vecchio accanto a lui riesce a scuoterlo dal torpore pessimistico in cui la sua mente si stava adagiando
…è solo l’amarezza che ti rende un uomo finito. L’amarezza va bene per i vecchi. Allevia il passaggio all’aldilà. Ma nei giovani è solo una stupidaggine.
Poi il finale…beh, quello non ve lo anticiperò, sarete voi stessi a trarre le vostre conclusioni personali una volta letto, altrimenti che gusto c’è?
Approfondimento
Se vi piace il genere horror questo libro fa per voi. Sesso, morte e violenza sono i temi principali dove il sangue scorre a fiotti e con esso la pazzia.
Sicuramente io non lo comprerei. La scrittura è scorrevole, si legge velocemente, ma per i miei gusti le scene sono troppo crude, portate fino agli estremi, e fanno solo intendere fino a che punto può spingersi l’odio, la crudeltà e l’ingiustizia. L’uomo viene visto come un essere dominato dall’istinto, una creatura primordiale che pensa solo a se stessa. Qualcuno mi potrebbe obiettare che questa è la realtà delle cose, ma io non ci credo e non ci ho mai creduto. Nonostante sia consapevole della forza dell’egoismo umano credo che qualcosa che ci distingua dalle bestie (e parlo di bestie, non di animali) esista, e vorrei sempre vederlo emergere, anche in letteratura, per non dimenticarlo mai.
Aira Ria