
Autore: Paola Calvetti
Pubblicato da Mondadori - Aprile 2017
Pagine: 132 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Omnibus

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Jacopo e Dasha hanno in comune una passione infinita per la musica. Lui il violino, lei il violoncello. Sono una coppia decisamente male assortita: diversa nazionalità, grossa differenza di età, ceto sociale differente. All’apparenza non c’è nessun altro collante che li tenga assieme oltre ai concerti e alle esibizioni. Ma forse c’è ed è quello di essersi scelti. Perché quella sembra l’unica vera scelta importante che hanno potuto fare nella loro esistenza.

“Questa fu per quattro secoli fino al 1875 la ruota degli innocenti segreto rifugio di miserie e di colpe alle quali perpetua soccorre quella carità che non serra porte.”
“Da quel giorno l’incantesimo non si è mai sciolto: cominciai a desiderare con tutta me stessa di essere musicista, imparai a fare il vuoto dentro di me e ad amare lo strumento di un amore assoluto.”
Un concerto per gli ospiti dell’orfanatrofio degli Innocenti di Firenze è l’occasione per Jacopo Landi di tornare nel luogo dove ha vissuto i primi sei anni e 101 giorni della sua vita. L’occasione anche per chiedere informazioni su quella ragazza che nel dicembre del 1950 lo ha lasciato sulle scale dell’edificio. Il colloquio con la direttrice dell’istituto, che non ha per lui gli esiti sperati, è l’inizio del racconto della sua vita, di quella di Dasha e del loro amore. È un rapporto strano il loro, dove le cose non dette sono più di quelle raccontate, Dove le differenze sono innumerevoli di fronte alle poche affinità. Entrambi traditi dall’amore: lui perché lasciato senza spiegazioni da colei che avrebbe dovuto amarlo di più al mondo e solo dopo pochi mesi dall’averla conosciuta privato per malattia dalla seconda madre. Lei che invece ha seguito dall’Albania su un gommone l’amore della sua vita, per poi vederlo dileguarsi tra le strade polverose di un paese straniero.
Entrambi timidi, solitari, con difficoltà a parlare dei loro sentimenti, ma alla ricerca della felicità. Una felicità, però difficile da raggiungere se i conti col passato non sono ancora chiusi. Ancora di più quando si è poco convinti di avere il diritto di godere appieno della vita.
Gli innocenti è un libro difficile da leggere. Paola Calvetti ha scelto raccontare la storia in prima persona dai due personaggi principali. Ognuno di loro, rivolgendosi al partner invece che al lettore, confessa molte delle cose che fino ad ora gli ha negato. Tutte le emozioni di cui si è vergognato, tutti i fatti della propria infanzia e gioventù con cui non ha ancora fatto i conti trovano spazio in queste pagine. L’ho trovata un’ottima idea, che ancora non mi era capitato di incontrare. Peccato che i continui passaggi da Dasha a Jacopo, oltre ai salti avanti e indietro nel tempo, rendono a volte complicato seguire la trama, che invece è molto interessante e meritevole di essere apprezzata in tutti i suoi dettagli.
Il modo di scrivere della Calvetti è curato, ricco e a tratti poetico. Ho gradito in particolare la capacità di dare suoni e colori alle emozioni della coppia. A ognuno dei due la scrittrice ha dato una personalità ben distinta che si riflette anche nel linguaggio diverso che i personaggi usano per raccontarsi. Attenta e precisa anche con i fatti storici che vengono citati, la Calvetti sembra non lasciare nulla al caso. A maggior ragione, quindi peccato per la scelta di seguire una strada contorta anziché quella lineare, magari meno stuzzicante ma più sicura.
Approfondimento
Se qualcosa di buono hanno Jacopo e Dasha è l’abilità nel sapersi rialzare. Un forte istinto di sopravvivenza che li spinge a prendere quello che hanno a disposizione e a trarne il meglio di cui sono capaci. Una famiglia per l’uno e una nazione per l’altra scelti da altri, ma amati e apprezzati. Una carriera in qualche modo decisa dai genitori e all’inizio affrontata come un supplizio, ma poi diventata una questione di sopravvivenza. Responsabilità verso i familiari accettate con difficoltà, ma gestite con in modo razionale ed efficiente.
Detto questo, è il caso di aggiungere una nota polemica. Le disgrazie che capitano loro sono forse eccessive anche per due vita messe assieme. Viene da pensare che farebbero meglio ad allontanarsi, perché la loro accoppiata rischia di essere catastrofica anche per il resto del genere umano.
Sonia Fascendin