
Autore: George Hodgman
Pubblicato da Bollati Boringhieri - Marzo 2016
Pagine: 346 - Genere: Autobiografico
Formato disponibile: Brossura
Collana: Varianti

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La malattia della madre anziana porta George, per poterle stare più vicino, a lasciare la sua vita di sempre e tornare nella piccola cittadina dove è nato. Madre e figlio si trovano così a dover affrontare i vari problemi quotidiani e le diffi-coltà dovute all’assistere una persona anziana e a cercare di trovare una via d’uscita nel loro difficile rapporto comuni-cativo.

Il genitore perfetto non esiste. Betty lo diceva sempre. Ma per me era perfetta. Soprattutto quando credeva di non esserlo.
George, editor newyorkese, si deve trasferire di nuovo nella sua città natale nel Missouri per aiutare la madre, ormai anziana e malata. La convivenza tra i due però non risulta facile, le difficoltà di comunicazione tra un uomo di mezza età che vive da anni fuori casa e una signora molto anziana vengono subito alla luce. Così George e la madre Betty, tra varie discussioni e momenti più sereni, si trovano a cercare di ricostruire un rapporto che è sempre stato complicato, e che ora è reso ancora più difficile dalla senilità.
In realtà, da una situazione per niente facile ne nascerà qualcosa di positivo: proprio questo ritorno a casa e alle sue origini permetterà a George di iniziare un viaggio interiore che lo porterà alla scoperta di se stesso, un percorso di autoanalisi, che gli consentirà di rielaborare momenti fondamentali della sua esistenza. Un percorso che si svilupperà in un susseguirsi di personaggi più o meno interessanti che hanno influenzato la sua vita, tra i suoi problemi di droga, e il difficile rapporto con i genitori a causa della sua omosessualità non del tutto dichiarata.
Forse, ora che sono di nuovo a casa, non posso non chiedermi perché le cose sono andate in un certo modo, cosa ci faccio qui, come sono arrivato a questo punto; com’è che non riesco a trovare un termine adatto a definire il «mio stile di vita», perché mia madre si limita a scuotere la testa quando le racconto i dettagli della mia esistenza, perché non le riesce di parlare di me.
Io e Betty è un libro autobiografico. Racconta una storia. La storia di una relazione tra madre e figlio. Un’autoanalisi e allo stesso tempo un percorso per cercare di risolvere quei problemi di comunicazione che hanno impedito in tutti questi anni a madre e figlio di capirsi davvero.
Approfondimento
In un mondo in cui molto spesso siamo troppo impegnati nella nostra vita di tutti giorni, nei nostri microcosmi separati, ci soffermiamo sempre meno a pensare ai rapporti personali, soprattutto a quelli con le persone a noi più vicine. È invece ciò che fa George Hodgman, costretto dalle circostante ad affrontare la vecchiaia e la malattia della madre.
Un personaggio, quello della madre Betty, descritto come una donna forte, con una grande forza di volontà, che, pur mantenendo la forza di un tempo, si trova limitata dalla fragilità della vecchiaia. Questa condizione non fa altro che renderla nervosa e irritabile, tanto che a volte George stenta a riconoscere in questa donna così diversa la madre di un tempo.
Io e Betty è scritto con termini chiari e semplici, è molto scorrevole, anche se a volte sembra essere una sorta di flusso di coscienza in cui George narra la sua vita. George Hodgman cerca di mostrare come molto spesso i problemi di comunicazione possano portare difficoltà anche nei rapporti più belli; la cosa fondamentale quindi è comunicare perché alcune volte può essere troppo tardi, come nel caso del padre, che se ne è andato prima di poter capire davvero il figlio. Il libro si commenta da solo, bisogna soltanto leggerlo per entrare nel cuore dei personaggi e capire, come nonostante tutto, l’amore che provano l’uno per l’altro sia più forte anche delle difficoltà di comunicazione.
Maria Chiara Scotto