
Autore: Murakami Haruki
Pubblicato da Einaudi - Ottobre 2024
Pagine: 560 - Genere: Narrativa, Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Supercoralli
ISBN: 9788806263584
ASIN: B0DG5DKWF2

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Devo lasciare questa città? – Sí. È quello che desidera il tuo cuore. È quello di cui ha bisogno, in realtà. Già da un po’ avevo questa vaga sensazione. Cosí ho tenuto d’occhio i suoi moti con molta attenzione. Ho cercato di digerire, a modo mio, le sue parole. – Cioè io non li capisco, i moti del mio cuore? È questo che vuoi dire?

Un mondo dove mi sentirò sempre più solo. E dove mi toccherà affrontare tenebre ancora più profonde. Non è concepibile che io vi trovi la felicità. Naturalmente non dico che questo posto sia perfetto. Come mi hai spiegato, è pieno di contraddizioni, contraddizioni strutturali. E per risolverle, per rendere questa città coerente, si mettono in atto pratiche complesse. Inoltre, l’eternità è un tempo molto lungo. Nel corso del quale la mia coscienza individuale diventerà sempre più labile, e forse finirà per essere inghiottita dalla città. Eppure, malgrado tutto, non mi importa. Qui per lo meno non mi sento solo. Perché per adesso so cosa devo fare, so qual è il mio compito.
Finalmente dopo tanta attesa, un altro capolavoro di Murakami tra le mani, con anche la fortuna che sia stato tradotto in lingua italiana prima ancora di altri paesi. La città e le sue mura incerte riprende in pieno lo stile degli esordi. Per una come me che si è innamorata della sua abilità di scrittore con Nel segno della pecora non possono che esserci grandi soddisfazioni nel leggerlo. La narrazione è incentrata sul realismo immaginario, sul doppio, sull’incertezza e il valore effimero della vita. La morte è un tema fortemente sotteso e che si nasconde nel dialogo con l’ombra, colei che appare solo in una determinata ambientazione, ovvero la Città dalle alte mura, dove gli unicorni grandi protagonisti dei suoi romanzi la fanno da padrone insieme al silenzioso Guardiano e a delle muraglie immemorabilmente inespugnabili.
Il protagonista è un giovane uomo che si innamora di una ragazza, la quale a un certo punto scompare e lui piomba nella più totale disperazione con tanto di isolamento per poi risollevarsi cambiare città, laurearsi e iniziare un’attività lavorativa anche ben retribuita. La sua vita scorre senza particolari eccezioni finché egli non decide di entrare nella Città dalle alte mura di cui la giovane gli aveva parlato, qui però deve abbandonare la propria ombra e accettare che nulla sarà come egli è abituato, forse in un posto simile avrà la possibilità di ritrovare la ragazza anche se lei stando alle sue parole non si ricorderà più di lui. Ma non accade. Questo incontro non succede ed è il motivo principale dell’uscita del giovane da questo mondo, che abbandona dopo averci passato l’inverno come protettore dei sogni.
… un Guardiano vigoroso e inflessibile ne controlla l’ingresso. E non si può dire che gli abitanti conducano un’esistenza soddisfacente. L’inverno è lungo e gelido, molte bestie muoiono di fame e di freddo. Non è certo il paradiso. – Lei però aveva scelto di stare lì. Lì poteva condurre la vita che aveva desiderato. La sua ombra voleva che scappaste insieme, ma lei ha scelto di rimanere. Non è così? A prescindere dal risultato.
All’improvviso il giovane è diventato un uomo di quarant’anni che ha avuto diverse relazioni sentimentali, ma nessuna tale da permettergli di innamorarsi. Un sogno particolare lo convince a tranciare di netto la quotidianità attuale per cambiare lavoro, desidera trasferirsi in una città che possieda una piccola libreria, una libreria dove sia presente una stufa a legna e se possibile un uomo con un basco blu infeltrito e invecchiato. Fa quindi domanda di assunzione e senza che passi troppo tempo si ritrova a dirigere una piccola realtà in cui avrà modo di fare altrettanti incontri assurdi come conoscere un uomo che in realtà è già morto da tempo o una donna proprietaria di una caffetteria con la quale comincerà una meravigliosa relazione platonica e che con le sue continue corazze gli ricorderà la sedicenne misteriosa.
Sono tornato a casa pensando proprio alla sensazione delle parti morbide e tiepide del suo corpo, e di quelle saldamente protette. Era una bella notte di luna, il whisky e la birra facevano ancora effetto. Le avevo detto che ero abituato ad aspettare. Ma era proprio così? Il mio fiato disegnava nell’aria un punto interrogativo bianco. La realtà non era diversa? Non è che fossi abituato ad aspettare, non avevo mai avuto altra scelta. Inoltre, che cosa avevo atteso, per tutti quegli anni? Lo sapevo, riuscivo a comprenderlo?
La storia però non finisce qui, nel frattempo l’uomo ormai tale, ricordo che i protagonisti principali non hanno un nome come se appunto non fosse indispensabile possederne uno, fa amicizia con un giovanotto che sulla felpa riporta una canzone dei Beatles “Yellow Submarine” e che, stufo dell’esistenza, desidera ardentemente passare i restanti giorni della vita nella famosa Città dalle alte mura di cui però non è stato l’uomo a parlargliene, perché nessuno può conoscere la strada per la fantastica città senza che il proprio cuore non ne abbia concretizzata la mappa per poterla raggiungere. A questo punto ci troviamo difronte a un ennesimo passaggio dell’uomo alla Città dalle alte mura in cui per un gioco assurdo del destino si troverà a lavorare a stretto contatto con la giovane sedicenne che di lui però non rammenta proprio nulla e mentre lui è ormai adulto, lei è rimasta giovane, non più adatta a lui, o perlomeno sembra che lui non senta più il desiderio di prima.
Approfondimento
García Márquez non sente il bisogno di mettere barriere tra i vivi e i morti. Cosa è reale e cosa non lo è? Tanto per cominciare, esiste davvero, in questo mondo, un muro divisorio fra la realtà e l’irrealtà? Forse sì, mi sono detto. Anzi, esiste senza ombra di dubbio. Ma è infinitamente mutevole. Va cambiando consistenza e forma in funzione delle circostanze e delle persone. Come se fosse vivo.
La città e le sue mura incerte è stata abbozzata negli anni Ottanta del Novecento, poco dopo di Nel segno della pecora, ma non era ancora un’opera matura, adatta a essere pubblicata, Murakami confessa di aver desiderato pubblicarla, ma ogni anno non era quello giusto, aggiungeva e toglieva senza arrivare a un punto preciso. Così si aspettano quasi cinquant’anni per potere leggere questo romanzo.
Murakami ha la capacità di fare riflettere e piangere allo stesso tempo, la perdita è un motivo centrale della sua narrazione, come la figura impalpabile della donna che esiste come se non avesse sesso. Non cambia lo stile negli anni, ci sono i giovani che crescono e sperimentano l’adolescenza, i primi amori e le sconfitte e in questa storia come in nessun’altra prima la sconnessione con la realtà che non ha nulla a che vedere con la verità è dilagante e prepotente. La Città dalle alte mura è a tutti gli effetti un guscio mentale adatto a proteggere, ma in questa situazione nessuno è libero, ci si muove e ci si sposta come governati da una presente e costante mancanza di sentimenti e forse il motivo principale è perché manca l’ombra con la quale confrontarsi.
Consiglio fortemente questo romanzo per tutti coloro che non hanno mai letto qualcosa di Murakami, e per i più appassionati come me concludo di non essere assolutamente rimasta delusa, anzi in questa storia c’è anche una fine e una morale chiara, caratteristica che rende il tutto più affascinante.
Verrete travolti dalla magia di paesaggi invernali incantati tipicamente giapponesi: il freddo è infatti un ingrediente ben mescolato così come la nebbia dei ricordi, è un romanzo lungo, piacevole, da assaporare senza pregiudizio, fidandosi.
Nausicaa Baldasso