
Autore: Luis Sepúlveda
Pubblicato da Guanda - Novembre 2016
Pagine: 199 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narratori della fenice

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“Stavo andando ad un appuntamento che non avevo cercato né voluto e ci stavo andando perché non si sfugge alla propria ombra. Non importa dove stiamo andando, l’ombra di ciò che abbiamo fatto e siamo stati ci perseguita con la tenacia di una maledizione” ed è proprio allora che bisogna agire per poter decre-tare la fine della storia.

A non fare si spende poco. A non essere si spende pochissimo.
Jean Belmonte è un ex guerrigliero che ha combattuto a fianco del Presidente cileno Allende. Cerca ancora, dopo anni, di rimettersi in piedi dopo i dolorosi eventi che hanno portato alla dittatura. Il suo nome di battaglia è proprio quello del famoso torero, che come lui ha bagnato con il sangue, il dolore e il sacrificio la propria vita e ne è uscito vivo. E ora giunto ormai a un’età avanzata ricerca la pace e la quiete o forse il senso di tutta quelle vicende che potrà permettergli di curare le profonde ferite della sua storia. La storia che non è solo la sua, ma anche quella della sua compagna Veronika, un uomo e di una donna che hanno vissuto l’orrore e il dramma delle ombre che sono scese sul Cile dopo il Golpe di stato, quelle stesse ombre che si sono indissolubilmente allacciate al corpo del protagonista e ne hanno irrimediabilmente corrotto anche il corpo.
Lo scenario de La fine della storia non è solo il Cile, ma tutto il pianeta dove le ombre del secolo scorso, il secolo delle ombre, delle dittature del sangue, dove ogni evento assumeva una portata planetaria. Stalin, Hitler, Churchill, Allende e Pinochet, le loro scelte politiche ricadono sulla vita di piccoli uomini, donne, o giovani studenti la cui unica colpa è quella di credere in un mondo migliore. Uomini che erano dei piccoli protagonisti sono diventati personaggi fondamentali da coinvolgere in nuovi eventi o da eliminare, così senza troppo pensare all’unicità della loro vita, come carte da un mazzo.
Quarant’anni dopo quei tragici eventi il passato si fa vivo, e il protagonista è costretto a fare i conti con il proprio nome, con il guerrigliero che era stato, la storia non è finita.
Jean Belmonte oltre ad essere un guerrigliero è un uomo che ama profondamente la sua compagna Veronikae la storia che deve ancora finire è la testimonianza di una delle dichiarazioni d’amore più forti e indissolubili che un uomo potrebbe ricevere. Perché l’amore in guerra diventa eroico.
La violenza il dramma la spietatezza sono le armi con cui la dittatura ha cercato di spezzare la loro vita e la loro storia, il protagonista è un uomo che ha addestrato il proprio corpo e la propria mente per combattere e sopravvivere a tutto questo. Ma nessun addestramento lo ha mai portato a riuscire a dimenticare questa storia.
Approfondimento
Il personaggio chiave de La fine della storia è Veronica, una donna anche lei guerrigliera, ma che si mostra a noi nella sua estrema fragilità e nudità. L’unico personaggio che non combatte, non uccide, che subisce tutto, le torture più crudeli uscendone in fin di vita. Vivrà il resto dei suoi giorni nell’immobilità e nel silenzio, un silenzio che ci accompagna nelle pagine del libro, non possiamo sentire la sua voce eppure è il personaggio che parla di più, quello a cui l’autore affida la profondità del suo messaggio, avvertiamo in lei una profonda lotta e tensione, un desiderio spasmodico di vivere e amare rimarrà prigioniero in lei. Sarà in grado questa forza di liberare il protagonista dal peso della propria ombra e fine a quella storia?
Ed è il loro amore che rasserena nel corso delle pagine de La fine della storia, quello stesso amore che dà forza al protagonista e di fronte al nemico più invincibile risponde sereno: Se l’appuntamento era con la morte ci trovava insieme, le avremmo dimostrato, come dice quella poesia di Benedetti che eravamo molto più di due.
Una storia d’amore nata dove sembra impossibile che l’amore possa esistere.
Giordana Bonfanti