
Autore: Helena Janeczek
Pubblicato da Guanda - Settembre 2017
Pagine: 333 - Genere: Biografico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narratori della Fenice

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Una semplice telefonata intercontinentale tra due vecchi amici basta per riportare alla memoria il ricordo dell’amata Gerda Taro; giovane ragazza ribelle, innamorata della vita tanto da ricercarla sempre, anche tra gli scatti più crudi che solo la guerra può regalare alla sua inseparabile Leica.

Sono trascorsi venticinque anni da allora, ma non è quel numero che conta. Conta che il passato andrebbe lasciato stare, con i morti al loro posto […]
Il giorno in cui avrebbe dovuto compiere ventisette anni è il giorno in cui a Parigi viene celebrato il suo funerale. Gerda Taro è la prima fotografa rimasta uccisa da un carro armato in un campo di battaglia. In prima fila distrutto dal dolore c’è l’ultimo compagno e amato mentore, Robert Capa, che le ha insegnato a usare la Leica e che l’ha convinta a partire con lui a immortalare ciò che succedeva alla gente comune durante la Guerra di Spagna. Alle sue spalle, tra il lungo il corteo di bandiere rosse, ci sono anche altre persone che sono state importanti per la vita di Gerda: Ruth Cerf, sua amica d’infanzia con la quale ha convissuto a Parigi dopo essere fuggita dalla Germaia e Willy Chardack, da sempre innamorato di lei che pur di non perderla si è accontentato del ruolo di amico dopo che gli è stato preferito Georg Kuritzkes, combattente delle Brigate Internazionali.
Sono ormai passati tanti anni da quel giorno, ma una semplice telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, fatta per futili motivi, basta a far riemergere i ricordi legati all’amica eroina Gerda, oltre a ciò che tutti loro da ragazzi hanno vissuto durante gli anni Trenta: dalla crisi economica all’ascesa del nazismo che li ha visti fuggire dalla Germania per rifugiarsi in Francia, dove era comunque forte l’ostilità verso chiunque fosse ebreo o di sinistra.
La ragazza con la Leica è una via di mezzo tra il romanzo e la biografia dove troviamo anche documentazione storica e politica. È pertanto una lettura non semplice che richiede un minimo di conoscenza della storia degli anni Trenta, quando nazismo e fascismo erano agli albori. Difficilmente si troverà il libro interessante o piacevole se ci si aspetta di leggere un semplice romanzo. Il libro narra sì in forma romanzata la vita di Gerda Taro, ma sembra avere soprattutto il fine di sostenere la libertà di stampa e il diritto di ogni donna di esprimere sé stessa come ritiene più opportuno.
Consiglio questo libro a chi ama i personaggi forti e le letture impegnate senza lasciarsi scoraggiare dalla forma a volte un po’ troppo descrittiva e monotona.
Approfondimento
Era fatta così, era volubile e volitiva, un metro e mezzo di orgoglio e ambizione, senza i tacchi. Bisognava prenderla com’era: sincera sino a far male, affezionata a modo suo, sulla lunga durata.
Non c’è pagina di questo libro da cui non emergano su tutto la gioia e la voglia di vivere di Gerda Taro, giovane fotografa affascinante e carismatica per tutti coloro che le sono stati vicini fino alla sua prematura scomparsa. Mi ha molto colpito la sua capacità di essere così spensierata nonostante il grande coraggio dimostrato nelle situazioni più difficili e pericolose. Sicuramente era una donna con grande autostima, così alta da farle credere di potersi proteggere dai bombardamenti solo mettendo sopra la testa la sua macchina fotografica (senza smettere di scattare foto). Saranno stati il coraggio e la determinazione o l’incoscienza e la frivolezza a farla diventare ciò che ancora oggi tutti ricordano? Certo è innegabile che la sua vocazione per la vita l’hanno resa e la rendono ancora oggi incantevole agli occhi di tutti.
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