
Autore: Charles R. Cross
Pubblicato da Bur - Settembre 2020
Pagine: 464 - Genere: Biografico
Formato disponibile: Brossura
Collana: Varia
ISBN: 9788817148481

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Una vita breve, ma incredibilmente intensa, di un ragazzino come tanti, colpito dalla segregazione razziale, dalla povertà e dai conflitti familiari, che sognando il suo futuro suonando un manico di scopa, è arrivato dove nessuno avrebbe mai immaginato e ha scardinato i canoni della musica con il suo talento innegabile.

Nel momento in cui sentirò di non avere più niente da dire musicalmente, non rimarrò più a lungo su questo pianeta.
Queste parole, che Jimi Hendrix pronunciò durante un’intervista, hanno lasciato per lungo tempo un’ombra sulla sua misteriosa fine, giunta in un albergo di Londra il 18 settembre del 1970. Anche lui è entrato, suo malgrado, a far parte del 27 Club, l’appellativo che è stato coniato per identificare un gruppo di grandi artisti morti all’età di 27 anni per abuso di alcol, sostanze stupefacenti o depressione. Ma questa biografia va ben oltre la descrizione di un mito all’apice della sua carriera e della sua fine. Ne La stanza degli specchi, Charles Cross ci accompagna in una ricostruzione puntuale, quasi quotidiana, della vita del piccolo “Buster” (nomignolo con cui Jimi è ancora adesso ricordato nel suo quartiere a Seattle), dalla sua nascita fin ben oltre la sua morte.
Dalle parole delle persone che lo hanno visto crescere, Cross riesce a far emergere un’esistenza caratterizzata dall’incertezza e dalla precarietà non solo economica, ma anche affettiva all’interno della quale si è sviluppato il suo talento: dalla prima chitarra con una corda sola, fino al palco di Woodstock in cui ha incantato milioni di spettatori. Il lettore impara a commuoversi per la sua continua ricerca di approvazione e di stabilità e finisce con l’apprezzare un lato di Jimi che la fama ha posto in secondo piano: l’uomo oltre al mito.
Jimi mi chiedeva sempre: «Roger che cosa possiamo fare?», ricorda Mayer. «Cercavamo di usare i suoni in grado di creare emozioni e disegnare immagini. Avevamo a disposizione soltanto una tecnologia grezza a quei tempi, ma se ci mancava qualcosa cercavamo di costruircela».
La stanza degli specchi è un libro estremamente completo che, mentre racconta giorno dopo giorno la vita di Jimi, la inquadra all’interno della storia americana di cui riesce a illustrare lo svolgimento senza mai appesantire la narrazione. E capitolo dopo capitolo, quasi in sordina, ci si trova davanti a personaggi del calibro di Little Richard, Sam Cooke, Dionne Worwick, Bob Dylan, Jim Morrison, i Beatles, i Rolling Stones quali attori-spettatori della turbolenta vita di Hendrix.
Lo consiglio non solo agli appassionati, ma anche e soprattutto a chi conosce Jimi Hendrix solo di nome. Immergersi nella sua vita, entrare nella sua stanza, cogliere i suoi pensieri come sono stati confidati ai suoi amici più cari e alla sua famiglia aiuta a conoscere e ad apprezzare in maniera completa il suo personaggio.
La tomba originale di Jimi era appena a un tiro di sasso da quella di Lucille, negli svariati ettari di quel cimitero si trattava di un imprevisto e ironico scherzo del destino. Quella vicinanza fra madre e figlio era frutto di una pura coincidenza, anche se Jimi Hendrix, con il sorriso astuto di chi la sa lunga, l’avrebbe considerata un segno.
E Cross lo sa bene, perché armato di pala ha riportato proprio lui alla luce il luogo dove Lucille riposa, dove per troppo tempo era stata dimenticata e dove Jimi avrebbe tanto voluto andarla a trovare.
Approfondimento
Charles Cross ha lavorato per quasi trent’anni all’idea di questa biografia e il risultato che ha ottenuto ritengo vada ben oltre a quello che aveva in mente.
Nelle sue ricerche non si è solo concentrato sulle interviste di amici e parenti, ma ha ricostruito degli aspetti che probabilmente erano sfuggiti agli stessi protagonisti delle vicende narrate. Non si è mai limitato a fornire un solo punto di vista, ma dei diversi episodi ha riportato le versioni di tutti coloro i quali ne avessero un ricordo. Sembra quasi aver voluto concludere l’opera incompiuta di questo grande artista raccontando tutto quello che il mondo ancora non sapeva di lui.
Da non perdere!
Spica1976